Il modello reggiano di mobilità casa-scuola è stato premiato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per la sua efficacia nell’avvicinare bambini e famiglie agli spostamenti attivi.

Un riconoscimento di cui la città di Reggio Emilia non può che andare fiera, frutto del lavoro iniziato nel 2009 e che continua ancora oggi.
Il caso Reggio trova posto nelle best practice internazionali, elencate in questo documento focalizzato sul Mobility Management, dove vengono citati come attori principali dell’ iniziativa l’amministrazione comunale e FIAB Tuttinbici, segno della stretta collaborazione tra i due soggetti.
La FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) locale realizza ormai da anni laboratori e attività didattiche che promuovono la bicicletta oltre a supportare scuole e bambini nella diffusione dei bici-bus.
Il caso Reggio Emilia diventa così un modello tutto da copiare, soprattutto a livello italiano, tra i traguardi raggiunti ne ricordiamo solo alcuni:
- il 72% delle scuole ha un mobility manager
- il 12% degli istituti possiede un servizio di bici-bus o pedi-bus
- realizzazione di 5 strade scolastiche
A proposito del riconoscimento, commenta così l’ex assessore alla mobilità Paolo Gandolfi che tra i primi ha sostenuto a questo progetto: “Iniziative come bici-bus e pedi-bus rientrano all’interno di un piano più ampio lanciato nel 2009, quello che abbiamo chiamato ‘Manifesto per una mobilità sicura, sostenibile e autonoma nei percorsi casa-scuola’. In quel documento siamo andati a coinvolgere e intercettare i più ampi attori possibili per mantenere alto il livello di attenzione alle politiche di mobilità nei tragitti casa-scuola, istituendo la figura del mobility manager scolastico per avere un confronto diretto con i vari istituti della città.”
“Non è la prima volta che queste iniziative vengono premiate” ricorda Gandolfi, “Grazie al lavoro fatto sulla mobilità casa scuola abbiamo vinto anche dei finanziamenti che hanno permesso di realizzare le prime strade scolastiche di Reggio Emilia”.
L’ex assessore conclude: “Il progetto di Reggio Emilia è un’iniziativa da emulare, lo conferma anche il recente riconoscimento dell’ONU, soprattutto per far fronte a quanto accadrà nei prossimi mesi alla riapertura delle scuole: non possiamo permettere che bambini e ragazzi vengano accompagnati a scuola in auto per paura dei contagi, si creerebbe una situazione di congestione perenne, l’esperienza di Reggio può essere un faro da seguire per molte altre città prima della riapertura delle scuole“.
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