Come sta cambiando lo spazio della città e quali sono le politiche urbane legate alle trasformazioni, anche per quanto riguarda la mobilità sostenibile? Ne ha discusso a MobilitARS 2022 – evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia – Claudio Calvaresi, principal di Avanzi – Sostenibilità per Azioni, nel suo intervento dal titolo “Con gli occhi della città”.
Calvaresi si occupa da anni di politiche urbane e nella sua relazione parte dal tempo di pandemia, dall’era del Covid: “Un periodo in cui abbiamo temuto tutti di poter perdere la città”.
La città, d’altra parte, rappresenta quasi un corpo a sé, in continuo mutamento: “La città ha anche una sua vita autonoma rispetto a noi: popolata di attori non umani. Il nuovo regime climatico ci sta ponendo di fronte a un paradosso: i tempi così rapidi e travolgenti del cambiamento tecnologico sono diventati anche quelli del cambiamento climatico. La città ci abita e ha una sua potenza di agire”, sottolinea Calvaresi.
Quindi la relazione con lo spazio della città si declina in diversi modi: come una più intensa abitabilità, ad esempio attraverso la riqualificazione dello spazio pubblico. Con il recupero di spazi dismessi, come il Laboratorio di Barriera a Torino. Facendo i luoghi con le persone come il quartiere Dergano di Milano etra coesistenza e convivenza.
Calvaresi analizza anche la dimensione temporale, non solo quella fisica-spaziale: “Lasciare il tempo al progetto per riappropriarci dello spazio seguendo i tempi che c’è bisogno di darsi per ri-significare uno spazio”.
O, ancora, nell’esempio degli “Spazi indecisi” della periferia di Palermo: “Spazi indisponibili alla pianificazione”, quindi come curare con un progetto sociale uno spazio che non è propriamente determinato.
Le politiche integrate hanno “gli occhi della città”: modo per dire in maniera diversa per orientare le politiche urbane. In pandemia abbiamo scoperto che lo spazio della scuola andava assolutamente ridefinito: “Come rileggere una serie di progetti come politiche urbane?”, si chiede Calvaresi. Uscire dalla logica settoriale e riprogettare lo spazio della città con interventi di natura urbana, politiche di inclusione sociale nelle periferie, oltreché forte contenuto di apprendimento sociale.
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