Come funziona il sistema che ti paga se ti sposti in bicicletta
Tra le relazioni del MobilitARS 2022, evento organizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, c’è stata anche quella di Nico Capogna, ceo di Pin Bike, che ha illustrato il sistema di incentivi economici destinati a chi usa la bicicletta, grazie a un’app e a una piattaforma antifrode per certificare gli spostamenti fatti pedalando.
Pin Bike: come funziona
La storia di Pin Bike nasce dalla volontà di rendere immediati ed evidenti i vantaggi di usare la bici per i propri spostamenti. Dunque non una semplice app ma una piattaforma antifrode in cui gli spostamenti in bici sono certificati da un kit installato sulla propria bicicletta.
Perché gli italiani non pedalano?
Ma perché gli italiani non utilizzano massicciamente la bici? Un problema di infrastrutture? In realtà, come spiega Capogna, si tratta di un problema più legato all’abitudine e alla cultura dell’automobile in cui siamo immersi. “Non è un problema di possesso: in Italia ci sono 400 bici ogni 1.000 abitanti, però spesso questa bici resta impolverata in cantina o in garage e viene utilizzata solo una volta a settimana, magari la domenica”, sottolinea il ceo di Pin Bike. Nonostante questo, l’Italia recentemente ha anche speso oltre 200 milioni di euro per finanziare il bonus bici, mossa che ha incentivato gli acquisti ma solo in minima parte l’uso delle due ruote a pedali.
Un problema culturale
Il problema sembra essere più di natura culturale: “Miliardi spesi in pubblicità per l’automotive: noi siamo un po’ lobotomizzati e ci arriva costantemente questo lavaggio del cervello”, sottolinea Capogna. Una società in cui l’auto è considerata ancora uno status symbol e la bici un mezzo poco invitante per tutta una serie di motivi.
E le infrastrutture ciclabili?
Stando ai dati, il numero di persone in bicicletta non è direttamente correlato a quello della presenza/realizzazione di infrastrutture ciclabili: “Come sottolinea l’ISFORT, dal 2008 al 2016 in Italia le infrastrutture ciclabili sono cresciute del 50% ma l’utilizzo della bici è diminuito dello 0,3%”.
La risposta di Pin Bike
Se è vero che il cambiamento deve avvenire a livello di abitudine, Pin Bike si propone come sistema scalabile che permette di rilasciare incentivi economici per spostamenti in bici certificati: un rimborso chilometrico (variabile a seconda del tipo di spostamento, ndr) per chi usa la bici; un mezzo che può davvero trainare il cambiamento sociale delle città.
Capogna, oltre ad illustrare nel dettaglio il funzionamento dell’ambiente Pin Bike, spiega che durante la pandemia sono state aggiunte le attività commerciali nel circuito degli esercizi convenzionati dove poter spendere i rimborsi chilometrici generati dalle pedalate. Un modo per incentivare anche il commercio di prossimità.
La forza dei dati
In definitiva Pin Bike offre all’Amministrazione che sceglie di adottarlo un sistema di monitoraggio e pianificazione del traffico: uno strumento utile per i tecnici comunali per l’aggiornamento dei Pums e dei Biciplan, utilizzando i dati precisi e certificati del sistema.
le infrastrutture contano eccome. servono piste ciclabili che colleghino le zone residenziali alle zone industriali a garanzia della sicurezza di noi ciclisti. Quando esco in allenamento posso permettermi di cercare le strade meno frequentate dalle auto e soprattutto dai TIR, ma per andare al lavoro devo necessariamente percorrere strade extraurbane senza banchina. Il ridicolo è che la vecchia ferrovia che collega casa mia alla cittadina in cui lavoro è chiusa dagli anni ’60 e da 20 anni si parla di convertirla in pista ciclabile ma nulla è stato fatto
pedalo per allenamento e passione, cerco strade a scarso traffico perché ho paura di tutta la categoria motorizzata che non ci rispetta, la zona dove risiedo non ha uno spazio lungo le strade, dedicato ai ciclisti. Ma perché devo mettere a repentaglio la mia vita su strade trafficate? perché non esiste un sistema che si possa applicare alla bici, una sorta di webcam che registri tutta la durata del tragitto, cosicché capitasse qualcosa si possa documentare?
40anni che sono al mondo e non ho MAI visto trasmessa in TV opp ascoltato in. Radio una pubblicità che sponsorizzasse la marca di una bici …MAI!!!!
È normale..la bici non crea business come l’auto!!!!
Se rimane discrezione dei comuni se ne farà poco, fatto a livello nazionale con provato percorso casa/lavoro o altro che non sia giro di piacere, allora si che si incomincerebbe a ragionare e a non trovare purtroppo esperienze come quella di Paolo sopra…
anche io sono iscritta con la mia azienda che paga un euro al giorno per 20km circa e come te devo percorrere strade senza ciclabili forse per questo non si usa la bici ti suonano ti sfiorano ti smadonnano dietro,passa la voglia
Faccio 20+20 KM/giorno in bici per andare al lavoro. Parto dalla provincia di Milano e arrivo in BG centro.
Ho cercato di iscrivermi a PinBike, almeno per la tratta percorsa in Bergamo città, ma sembra che sia una cosa riservata a chi risiede e lavora in città. Quindi, io benché a Bergamo ci lavori, sono escluso. Boh…
Le strade che percorro non sempre sono asservite da ciclabili e spesso – troppo spesso – non hanno neppure una banchina carreggiabile che ci tenga quanto meno un po’ lontani dalla corsia e dai mezzi che ci arrivano alle spalle.
Tutto ciò non è giusto…