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Ho lasciato l’auto per la cargo bike e adesso vivo meglio

Ho lasciato l’auto per la cargo bike e adesso vivo meglio
TAGS: cargo bike

Spostamenti quotidiani, portare i bambini a scuola, andare al lavoro, fare la spesa. In cargo bike si può fare tutto? Lo chiediamo a Vanessa.

Io non ne posso più di stare sempre in macchina. Mi è sempre piaciuto spostarmi a piedi, fare lunghe camminate e usare i miei spostamenti per prendermi del tempo per me, in cui leggere, stare all’aria aperta, ascoltare la musica e fare movimento.

Poi sono diventata mamma e, per quanto adorerei passeggiare con mia figlia, camminare per chilometri o stare un’ora sul passeggino non sono proposte accettabili per una bambina di un anno. E così ora sono sempre, perennemente, incessantemente rinchiusa in auto. E addio magia (e addio soldi della benzina).

Poi un giorno ho scoperto dell’esistenza di un mezzo che sembrava fatto apposta per risolvere i miei problemi. Così perfetto che potrebbe addirittura consentirmi di liberarmi della mia seconda auto. Così perfetto che potrebbe non essere vero. È la cargo bike. E nonostante abbia iniziato a sognarla a occhi aperti, ci sono tante preoccupazioni che mi frenano dall’adottare questa soluzione.

Cargo bike, sicurezza e costi

Cargo Bike

Per esempio: è sicuro spostarsi in bici (soprattutto coi bambini?), la cargo non sarà troppo pesante? E se piove o fa molto freddo? Quante cose posso davvero trasportare? Dove la parcheggio? E dulcis in fundo: una cargo bike, magari elettrica, quanto mi costerà?

Ma l’idea di poter finalmente tornare a muovermi in libertà continua ad attrarmi terribilmente. E quindi ho deciso che la possibilità di riconquistare il mio tempo, la mia salute e i miei risparmi, valeva un approfondimento.

E da dove partire? Beh dalla cosa più ovvia: chiedere a chi ha già trovato il coraggio di fare questa scelta.

L’esperienza di Vanessa con la cargo bike

Vanessa, Mamma in cargo bike

Così mi sono rivolta a Vanessa, impiegata in una copisteria e madre di due meravigliosi bambini che abita proprio vicino a me. Speravo di poterle fare alcune domande, ma lei mi ha offerto un’occasione ancor più preziosa: vedere coi miei occhi qual è la sua routine car free.

Così mi ha accolta di buon mattino a casa sua, e la prima cosa che mi ha piacevolmente colpita è stata vedere i bambini in box entusiasti di salire sulla loro cargo bike. Un’atmosfera decisamente più piacevole dei pianti di mia figlia ogni volta che devo legarla sul seggiolino dell’auto. Ma per lei sarà altrettanto piacevole?

Ho voluto vedere quanta fatica le costasse pedalare portando i suoi bambini e i loro zainetti su una cargo bike muscolare, e nonostante le dimensioni della bici, devo dire che sul suo volto non ho visto traccia dello sforzo che mi sarei aspettata. “All’inizio devi un po’ farci l’abitudine, ma in pochi minuti già prendi la mano e non ci vuole niente”, mi ha rassicurata.

VIDEO: una mattinata in cargo bike

Mentre pedalavamo insieme per portare i bambini al campo estivo l’ho riempita di domande, alle quali lei ha pazientemente risposto. Mi ha raccontato di come ha acquistato la sua cargo usata con appena 1000 euro e di come abbia fatto arrivare una meravigliosa copertura antipioggia dall’Olanda. Mi ha detto entusiasta di come vendere la sua seconda auto le abbia permesso di mettere da parte un bel gruzzolo. E soprattutto, mi ha detto che il tempo speso a pedalare, che sia per andare a scuola, al lavoro, a fare la spesa o qualsiasi altra cosa, sia ora il suo tempo preferito.

Tempo di qualità vs. tempo perso

Questa frase mi ha fatto battere il cuore. Il tempo che io ora spendo per spostarmi è ben lungi dall’essere il mio tempo preferito. Lo definirei: tempo perso.

Bimbi in cargo bike

Davanti a scuola ho guardato i bambini salutare i loro amici e mi sono chiesta: e se all’uscita volessero tornare a casa con qualche compagno? “Su questa ci stanno anche 4 bambini”, mi ha spiegato Vanessa, e ha aggiunto che i bambini sono sempre molto incuriositi dalla sua bici, e addirittura cercano di salirci dentro anche quando è parcheggiata.

Chi invece è più disincantato sono gli adulti. Vanessa mi ha infatti raccontato che gli altri genitori non hanno problemi ad affidarle i loro figli, ma all’idea di usare anche loro una cargo la risposta è sempre la stessa: “È troppo complicato”. Lei però continua a ripetermi che tutta questa difficoltà proprio non la vede.

Dopo aver salutato i bambini seguo Vanessa mentre va a lavoro, e qui in effetti incontriamo un problema oggettivo: le strade. Nel suo tragitto deve infatti percorrere delle piste ciclabili spesso sconnesse, maltenute o molto strette, tanto che spesso decide di tagliare passando per i campi. “Da quando mi muovo in bici le volte che guido sono molto più attenta alla sicurezza” mi confessa “perché ora so quanto può essere difficile trovare il proprio spazio su certe strade”.

Giulia e la Cargo bike

Ma studiando il percorso in anticipo e prendendo le dovute precauzioni è riuscita a far fronte a questo ostacolo. E vedendola così sicura, ho pensato che potrei farlo anche io.

Quando Vanessa arriva alla sua copisteria c’è però un ultimo dilemma a cui rispondere: e ora la bici dove la lascia?Io sono fortunata” ammette “ho posto per parcheggiarla all’interno. Ma altrove non ho problemi a lasciarla legata in strada. Grossa com’è ci vorrebbero almeno tre persone per portarla via”.

Mentre me lo dice ride. Ha quell’espressione che avevo anche io quando, prima di diventare mamma, mi spostavo quasi ovunque facendo lunghe camminate. Ha un po’ di fiatone e un velo di sudore le imperla la fronte. È affaticata e soddisfatta. Sorridente e rinvigorita. Me la ricordo bene quella sensazione, ed è esattamente ciò che voglio riconquistare.

E mi sono detta: “Anche io voglio vivere così”.

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