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Andare al lavoro in bicicletta: come portare il computer

Andare al lavoro in bicicletta: come portare il computer

Per molte persone che conosco, andare in bicicletta al lavoro è spesso l’attività più piacevole della giornata, non solo perché svolgono lavori sgradevoli e perché una pedalata sa portare il buon umore per iniziare con sprint il proprio lavoro, ma anche perché permette di lasciare alle spalle lo stress di un capo particolarmente impegnativo.

Ma per il bike to work, oltre che una bicicletta adatta e un giusto abbigliamento, serve anche un modo intelligente per portare il proprio computer in ufficio e quelle cose che possono servire alla postazione di lavoro.

Zaino

La prima cosa che può venire in mente per trasportare lo zaino è un normalissimo zaino pensato per il trasporto del computer e che, in quanto tale, dispone di uno scompartimento in cui alloggiare il pc e altri oggetti e oggettini utili a chi svolge un lavoro di ufficio. Generalmente questi zaini sono realizzati in materiali impermeabili che consentono di proteggere i dispositivi elettronici dalle intemperie. La capienza è un fattore molto importante se si sente l’esigenza di portarsi un cambio abiti prima di timbrare il cartellino. In generale, lo zaino è la soluzione più semplice, ma che può rivelarsi anche la meno adatta, soprattutto se la distanza casa-lavoro è superiore ai 10-15 minuti. Il motivo è da ricercarsi principalmente nella traspirabilità: avere uno zaino a contatto con la schiena per tempi prolungati significa ritrovarsi presto in una pozza di sudore.

Personalmente uso da anni e felicemente lo zaino Ortlieb Commuter da 21 litri. Lo trovo molto comodo, ma va bene per un’uso non ciclistico o, nel caso, non prolungato. Se devo pedalare di più, cambio dotazione.

Borsa a tracolla

Una borsa a tracolla, può essere quindi una buona alternativa allo zaino ma, anche se riduce la superficie di appoggio e quindi la zona di sudorazione intensa, di base non risolve il problema. Oltre a questo, una buona tracolla per il trasporto del computer deve avere anche un doppio sistema di allaccio che, assicurato alla vita come un marsupio, evita l’oscillazione del carico sulle gambe.

A conti fatti, però, per quanto tecnicamente differente dallo zaino, la borsa a tracolla presenta gli stessi identici problemi di sudorazione della pelle nei punti di contatto, unicamente su una superficie un po’ meno ridotta.

Per evitare di arrivare a destinazione con la schiena completamente fradicia di sudore, la soluzione più logica è trasportare il computer in un contenitore che non vada a contatto con la pelle, ma con la bicicletta. Il portapacchi, d’altronde, è lì apposta e se qualcuno ha delle borse da cicloturismo, potrà aver già apprezzato il piacere di trasportare delle cose senza caricarsele addosso.

Ma trasportare il computer in una borsa da cicloturismo ha delle controindicazioni: mancando un’apposita tasca imbottita per l’alloggiamento del PC, questo rischia di essere sballottato a destra e sinistra e, quindi, a rovinarsi a causa del continuo sfregamento del case con le parti rigide della borsa.

Borse da bici per il commuting

Per questo negli ultimi anni sono nate delle borse appositamente pensate per il commuting, alcune di queste sono di eccellente fattura perché, oltre a essere impermeabili e a offrire protezione al computer dagli urti. Tra le migliori che ho avuto modo di provare, c’è la Thule Shield, una borsa da 22 litri capace di contenere tutto quello che può servire nel corso della giornata lavorativa, ivi incluso, oltre al PC e all’alimentatore, un cambio di indumenti, il pranzo e tutte quelle cose che possono servire durante le 8 ore lavorative.

La Thule Shield non è esattamente un peso piuma, ma, oltra a un materiale ultraresistente (che conferma gli stereotipi sui prodotti svedesi – costruiti per durare), offre una serie di attenzioni all’utilizzo, come la “sicura” per l’ancoraggio al portapacchi che serve a impedire sganciamenti accidentali, la tasca esterna per riporre cose di pronto uso, la tracolla per il trasporto e le tasche e taschine interne.

Borse da bici che diventano zaini

Se invece non sapete decidere se optare per una sacca da montare sul portapacchi o da portare sulle spalle, esistono finalmente delle soluzioni ibride che consentono di trasformarsi rapidamente nell’una o nell’altra semplicemente aprendo una cerniera. Questo è il caso dello zaino Pannier della Syncros, un brand di proprietà del marchio Scott.

La borsa-zaino ibrida Syncros Pannier (marchio Scott)

La capienza in questo caso è molto inferiore rispetto al modello precedente ma, d’altronde, è pensato soprattutto per chi fa un pendolarismo meno estremo o, magari, per chi ha un approccio intermodale e, quindi, a un certo punto lascia la bicicletta per salire su un altro mezzo di trasporto come il treno, la metropolitana o l’autobus.

In generale, quindi, esistono molti modi e molte soluzioni per chi pratica il bike to work e ha bisogno di trasportare il computer, ma ce n’è una che vince su tutte: da quando le applicazioni sono diventate sempre più cloud based il bisogno di utilizzare un computer fisico è sempre più ridotto. In molti casi, basta semplicemente loggarsi e si ha accesso a tutti i materiali disponibili.

La soluzione migliore può essere quindi anche la più estrema: lasciare il computer al lavoro ed evitare di portarselo dietro, in questo caso si risolvono in un colpo solo tutti i problemi, inclusa anche la tentazione di sottrarre con il lavoro del tempo prezioso alla propria vita privata.

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