“Luna”, la bici da corsa da donna di Wilier
Ogni costruttore che si rispetti ha in catalogo almeno un modello di bicicletta da corsa da donna, ovvero studiata appositamente sulla base delle caratteristiche biodinamiche tipiche della popolazione femminile. Se infatti prendiamo in considerazione la corporatura femminile tipica, possiamo facilmente notare che le donne tendono ad avere in proporzione le gambe più lunghe degli uomini, i fianchi più larghi e le braccia più corte.
Per questo motivo le biciclette da donna dovrebbero in teoria avere delle geometrie leggermente diverse rispetto a quelle da uomo (in particolare il tubo orizzontale più corto). Tuttavia la corporatura media di un’Ucraina (tendenzialmente con gambe molto lunghe e tronco corto) può essere molto diversa dalla corporatura media di una Giapponese (tronco lungo e gambe corte) e, proprio per evitare di produrre telai con geometrie molto differenti tra loro per venire incontro a tutte le possibili corporature del mondo femminile, i costruttori tendono ad adattare i telai standard associandovi componenti studiati per assecondare le diverse corporature.
La bici da corsa da donna tende pertanto a montare attacchi più corti, reggisella con un seatback più avanzato, selle più larghe e manubri con un reach inferiore (per rendere più facile raggiungere le leve dei freni anche per chi ha le dita corte).
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