Tenerife è un’isola caratterizzata da molti microclimi e questo significa che anche l’agricoltura locale è ricca di cibi tra loro anche molto diversi cucinati e serviti secondo tradizioni che si sono costruite nel corso dei secoli dall’incontro di culture diverse.
La produzione vitivinicola è estremamente radicata e si è sviluppata in particolare quando la coltivazione della vite ha soppiantato la produzione della canna da zucchero a partire dalla fine del XVI secolo. Per molto tempo il vino canario (a base di uve malvasia) è stato particolarmente apprezzato in Europa. Oggi Tenerife può contare su 5 DOP con oltre 50 tipi diversi di vitigni, alcuni dei quali sono endemici che non videro mai l’arrivo della filossera, una vera piaga che distrusse le coltivazioni in tutta Europa. A fare il resto ci pensa il suolo di natura vulcanica che offre livelli importanti di aromatizzazione.
Allo scopo di continuare la tradizione di produzione di vini a Tenerife, il governo locale ha incentivato la nascita dei guachinche, mini-ristoranti in cui i piccoli produttori offrono le proprie produzioni locali nei mesi compresi tra novembre e maggio in cui si può degustare il vino giovane. Mangiare in un guachinche è un’esperienza radicata nella tradizione culinaria locale e quindi ben lontana dai tradizionali standard turistici: i guachinche spesso sono ricavati nei garage dei produttori e hanno un aspetto spartano; offrono un menù genuino ed economico ma limitato; i proprietari spesso non parlano lingue straniere e può capitare che non accettino carte di credito. L’esperienza è super esclusiva perché il vino canario è pressoché introvabile perché rappresenta solo il 20% della produzione locale di vino.
A Tenerife cresce praticamente qualunque cosa, seppure in quantità limitata e, a causa della conformazione del territorio, raramente con metodi intensivi.
Questo rende la frutta e la verdura locali particolarmente fresche e invitanti: senza bisogno di avventurarsi in ricette particolarmente ricercate, le piccole produzioni locali consentono di ottenere sulla tavola prodotti praticamente a km zero prodotti in loco, siano questi banane, mele, agrumi, avocado o pomodori.
I tomates aliñados sono un antipasto o aperitivo molto popolare a causa dell’alta qualità dei pomodori prodotti in loco, delle bruschette al pomodoro, olio di oliva e sale.
Le papas arrugadas con mojo sono il grande classico delle Isole Canarie: sono patate che noi chiameremmo novelle, bollite in acqua molto salata che le rende molto saporite, ma anche rugose (arrugadas, appunto).
Il mojo, invece, è una salsa tipica delle isole Canarie che si usa molto per accompagnare le patate lesse, ma anche piatti di pesce o di carne o semplicemente sul pane. Il mojo verde è realizzato unendo aglio, peperone verde, prezzemolo, coriandolo, olio di oliva, peperoncino piccante e uva sultanina, mentre il mojo rosso è a base di peperone rosso, aglio, olio di oliva, paprika, peperoncino e mandorle. In alcuni ristoranti e cantine organizzano dei workshop in cui si insegna a fare il mojo come da manuale: con un mortaio in cui si pestano gli ingredienti e tanta tanta pazienza innaffiata da buon vino.
Ovviamente il mojo è sconsigliato per chi poi deve andare in bici a causa dell’alta concentrazione di aglio che ne rende difficile la digestione. Piuttosto è meglio puntare sul gofio, un cibo tipico e molto energetico che risale all’era preispanica: di base si tratta di una farina di cereali tostati. Generalmente si consuma in forma dolce, quindi mischiato con miele, frutta secca oppure in versione salata (detto escaldon) fatto con verdure e carne accompagnato da cipolla cruda e, ovviamente, mojo.
Data la posizione nel mezzo dell’atlantico, ovvero in una delle zone più pescose del mondo, la cucina locale si è sbizzarrita con il pesce realizzato in ogni modo possibile immaginabile. In particolare si raccomandano l’atun en salsa (tonno in umido), Tollo en salsa (uno squaliforme), il chicharro (una piccola sardina tipica di Santa Cruz), il polpo bollito con olio di oliva e peperoncino piccante, la murena fritta, ma anche altri cibi meno impegnativi.
Per chi vuole un piatto più leggero, magari a pranzo, suggeriamo l’insalata canaria, a base di frutta secca e formaggio di capra, l’ideale per ripartire per una pedalata senza appesantirsi.
In ogni caso, la storia di Tenerife, fatta di scambi commerciali e di popolazioni che sono passate dall’isola nel corso dei secoli è garanzia della qualità del cibo. Il suggerimento che ci sentiamo di dare è: prendete un menù, chiudete gli occhi e posate il dito a caso sul nome di una pietanza, ordinatela e rimanete stupiti dalla rotondità dei sapori.
E buon appetito.