Il mondo delle “bicicletta da ghiaia” si impreziosisce con l’arrivo della Gravel bike di Wilier Triestina, la nuova Jena con telaio interamente in carbonio presentata sul sito ufficiale
Abbiamo avuto il privilegio di testare in anteprima questa “all around” che fa sentire forte il richiamo dello sterrato e la voglia di riscoprire gli spazi extraurbani.
La bici
La Jena si presenta con un telaio totalmente in carbonio con tutti i passaggi cavi interni, che donano a prima vista un’immagine di estrema pulizia della geometria telaio. Il tubo orizzontale è a sezione esagonale non regolare con uno slope appena accentuato, in contrasto con una generale geometria rilassata di angolo sterzo e inclinazione tubo piantone.
L’elevato svettamento del tubo reggisella e l’ampio triangolo del telaio, uniti all’abbondante predisposizione di punti attacco sia per borracce che portapacchi, lascia presagire la tendenza della casa veneta di voler creare una bicicletta “multitool”. Un mezzo abile tanto per l’allenamento su strada e single track, quanto per il cicloturismo più spinto ed in ogni modalità, sia bikepacking (e la leggerezza del telaio ne è la conferma), sia con borse e borsoni laterali.
Particolarità del telaio risiede a livello del nodo sella con la fusione del fodero verticale al tubo orizzontale attraverso una “S” a quote di altezza differente con l’aggiunta di una trave orizzontale di rinforzo. Questo accorgimento, oltre a donare un tocco di design, partecipa nell’aumentare la flessibilità del retrotreno, soprattutto sui fondi più impervi, come acciottolati e sentieri sconnessi, esattamente quel tipo di terreno che vorrete affrontare in sella alla Jena.
La forcella è anch’essa totalmente in carbonio e così come il telaio esce dalla casa madre con un perno passante da 12mm.
Come ormai di prassi in questo segmento bici, il sistema frenante è a disco idraulico, anche se a differenza dei modelli precedenti sono stati installati rotori da 160mm sia all’anteriore che al posteriore.
La Jena monta delle ruote Mavic Allroad da 28 pollici come ogni bici da corsa che si rispetti, ma le coperture da 42, sempre Mavic, le YKSION ELITE ALL ROAD da 700×42, fanno gola agli appassionati del fuori strada più aggressivo.
La trasmissione montata è una Sram Rival con guarnitura monocorona 38T ed una cassetta posteriore a 11 velocità Sram Powerglide 1130 11/42T. Stessa fascia di componenti anche per le leve freno, Sram Rival con, ovviamente, il solo comando a destra per indirizzare il deragliatore posteriore.
I componenti montati su questa gravel bike sono tutti in alluminio, a partire dal manubrio Ritchei Comp Ergo Max, drop compatto ma con linea aperta per una posizione delle mani più larga in discesa e sullo sconnesso. In posizione centrale presenta una geometria flat per meglio accogliere e distribuire la pressione delle mani, soprattutto dopo ore di utilizzo.
Lo stem da 100mm è anch’esso un Ritchey Comp, così come anche il reggisella. La sella in dotazione è una San Marco squadra.
La bicicletta in prova è una taglia M, con un tubo piantone da 46cm ed un tubo orizzontale da 52cm.
La nostra prova
Abbiamo messo a dura prova la Wilier Jena portandola su percorsi misti, dalle polverose strade tra i campi della provincia brianzola ai sentieri campestri della Franciacorta, dall’asfalto delle valli Lecchesi al ciottolato di Città Alta (Bg). Dai sentieri sconnessi in mezzo ai boschi delle valli bergamasche al fango dei letti fluviali.
Posizione in sella
La posizione in sella appare subito comoda, intuitiva. Le mani sulle leve freno agiscono in maniera corretta, sicura. La geometria del telaio porta a una naturale flessione del tronco che rimane comunque rilassata, la sensazione di stabilità data dall’ampio angolo sterzo permette il lusso di non pensare troppo a dove si mette la ruota anteriore anche nei sentieri più sconnessi lasciando la libertà di godersi il paesaggio.
Il manubrio permette di muovere le mani in diverse posizioni, tutte altrettanto comode, mentre la parte centrale, larga e appiattita, permette di riposare il palmo delle mani e non incorrere in fastidiosi formicolii o addormentamenti delle mani anche dopo parecchi km percorsi.
Su strada
Sull’asfalto la Jena è leggera, si lascia pedalare, rotonda e stabile. Unico neo (se così si può definire) è il confronto diretto con i ciclisti stradali dal quadricipite sviluppato e dall’espressione dei watt sempre sott’occhio: i copertoni sono generosi nell’offroad ma peccano di scorrevolezza sul bitume. Forse una soluzione 700×32 sarebbe il compromesso migliore.
Su sterrato
Discorso opposto quando dalla strada si imbocca il primo sentiero utile sulla destra: che si tratti di brecciolino, ghiaia o strada bianca, così come di pavé o acciottolato, non si avverte il timore di sbagliare. L’avantreno copia dignitosamente qualsiasi tipo di terreno e gli scossoni da dietro sono più che tollerabili, permettendo di passare indenni tutto il tempo con il sedere ben saldo sulla sella.
In frenata
I rotori da 160mm fanno il loro sporco lavoro: frenano! La dimensione generosa permette di passare più tempo attaccati alle leve freno soprattutto nelle discese più lunghe e turbolente, quando il cuore pulsa fuori soglia e il cervello manda l’imperativo alle dita di stringere, garantendo comunque una buona dispersione del calore da attrito.
La frenata è comunque molto modulabile e lascia margine a una mano non troppo sensibile e quasi mai si arriva a bloccare nemmeno la ruota posteriore.
Bike to work
L’unico rischio che si può riscontrare volendo utilizzare la Jena per andare al lavoro è quello di arrivare in ritardo alla timbratura del badge aziendale per avere allungato la strada da casa all’ufficio con il proposito di godervi qualche pedalata in più. Per il resto è una bicicletta intuitiva, che non stanca su pavé o sampietrini, la gomma è generosa e da sicurezza anche sul bagnato, la predisposizione di attacchi per il bikepacking fanno di questa gravel la compagna ideale anche per stivare pc e camicia di scorta ed affrontare le avventure di tutti i giorni.
I dati del test
- Numero di uscite effettuate: 15;
- Km totali: 400;
- Ore pssate in sella: 25;
- Uscita più lunga effettuata: 60km;
I dati del tester
- Nome: Erik Bizzoni;
- Anni: 30;
- Peso: 78;
- Km/annui: 3500;
- Disciplina preferita: mtb;
- Altri sport praticati: Rugby, Running;
Conclusioni
La Wilier Jena Gravel Bike si attesta prepotente come una delle più dotate biciclette all around in carbonio. In sella si sente il bisogno di spingersi oltre il confine della propria città, alla scoperta di nuovi sentieri e paesaggi, si ha la sensazione di essere con “lei” sempre in debito, di km, di fango, di ghiaia.
È leggera e con una copertura più esile potrebbe strizzare l’occhio addirittura all’allenamento su strada, anche se la sua natura resta legata all’off road. È una bicicletta con cui si sente il bisogno di prendersi del tempo, annullare impegni di lavoro, armarsi di sorriso e partire.
Ciao Erik, bella prova! Dici che hai provato una taglia M, che misure di altezza/cavallo hai? La posizione in sella e’ allungata?
Bici secondo me davvero ben equilibrata e che lascia lo spazio aperto ad utilizzi davvero diversissimi tra loro. Essendo un ciclista “a tutto tondo” che ama cambiare spesso bici e terreno, mi chiedevo se, secondo voi, sarebbe possibile montarci una forcella da mtb con un manubrio flat (e comandi freno adeguati) per un utilizzo tipo da “mtb front”.
Il telaio di una bici gravel, abbastanza simile alle bdc, è normalmente 4-5 cm più corto di uno da mtb, proprio perché il manubrio tipo “corsa” ti porta in avanti. Non avrebbe senso trasformarla in una mtb per poi montarci un attacco manubrio da…15 cm? Avresti solamente una “mtb” più corta limitata sulla larghezza delle ruote da montare. Non ne vedo il senso….