La Francia ha investito sulla bicicletta, e i risultati si vedono

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In Europa le iniziative volte a diffondere l’uso della bici si moltiplicano. La Gran Bretagna è in questo periodo sotto i riflettori per la campagna del Times, ma in altri paesi europei non stanno certo a guardare.
In Francia sono state prese recentemente molte decisioni a favore della mobilità nuova. Se il governo aveva lanciato un anno fa un Piano Nazionale della Ciclabilità, è soprattutto a livello locale che le cose si stanno in realtà muovendo, come dimostrano i seguenti esempi.

Nantes è fra le città più attive. Recentemente sono stati resi pubblici i risultati di un’inchiesta sui mezzi di trasporto usati dai cittadini: gli spostamenti in auto sono scesi dal 57% al 51%, a favore di quelli a piedi e in bicicletta (che sono passati dal 2% al 4,5%, un aumento del 150%). L’obbiettivo è di far abbassare la quota di spostamenti in auto fino al 40%. Per raggiungerlo, sono stati aumentati i chilometri di piste ciclabili nel territorio comunale, e si è dato nuovo impulso al bike-sharing; dei dépliants diffusi dal comune sottolineano come la bici sia il modo di trasporto di gran lunga più veloce rispetto a tutti gli altri, automobile compresa naturalmente; infine, il comune sovvenziona l’acquisto di tricicli a pedali per il trasporto di merci in città; gli sforzi di Nantes sono stati riconosciuti dalla European Cyclists’ Federation, che ha deciso di tenere nella città bretone la conferenza Vélo-city nel 2015.

Uno dei fattori che maggiormente impediscono la diffusione delle bici è la paura delle automobili: troppo spesso si pensa (in molti casi, purtroppo, giustamente) che chi va in bici è una specie di “pazzo” che rischia la pelle a ogni momento. Per cambiare questo atteggiamento è necessario che le automobili riducano la loro velocità nei tratti urbani, considerando la strada come qualcosa di condiviso fra auto, bici e altri mezzi di trasporto. Per questo a Rennes, nel cuore della Bretagna, dove 78 ciclisti sono rimasti feriti nel 2012, si è deciso che, da qui al 2019, nel 75% delle strade si introdurrà un limite di velocità di 30 km/h.

Anche a Parigi in alcune zone si è deciso di abbassare il limite a 30 km/h. Inoltre, dopo un anno di sperimentazione, è stato aumentato il numero di incroci in cui i ciclisti possono svoltare a destra anche a semaforo rosso.

Ad Arcachon poi, sulla costa atlantica, il comune ha deciso perfino di regalare delle bici agli abitanti; presentandosi con un certificato medico e la ricevuta del pagamento delle tasse comunali, ogni famiglia può portarsi a casa una bici gialla e nera, i colori della città. Ogni bici è numerata, per evitare di confonderle, per scoraggiare i tentativi di furto e per impedirne la rivendita. Seicento bici sono già state distribuite in questo modo, e sono già in circolazione per le strade e lungo i 15 chilometri di piste ciclabili di Arcachon.
Questi sono solo alcuni esempi, e iniziative per la ciclabilità sono state prese in tante altre città, da Rouen a Fougères, da Angers a Bordeaux.

Le amministrazioni più “illuminate” comunque tentano anche di coordinarsi fra loro, superando la dimensione prettamente locale: recentemente ad esempio si è tenuta a Strasburgo una riunione fra i rappresentanti delle regioni francesi più sensibili al tema del cicloturismo; il documento finale scaturito dall’incontro chiedeva un aumento dei finanziamenti europei per sviluppare la rete Eurovelo, ricordando come questi investimenti possano essere molto redditizi: è stato fatto l’esempio della regione della Loira, dove sono stati investiti negli ultimi anni 50 milioni di euro: oggi i ricavi dal cicloturismo ammontano a 16 milioni di euro per anno.

E dove le amministrazioni locali sono più sorde ai bisogni dei ciclisti, ci pensano loro in prima persona a migliorare le cose, come a Lione dove (prendendo spunto da ciò che succede altrove) è sorta una pista ciclabile autocostruita.
Tutte queste iniziative hanno dei risultati concreti: secondo i dati del ministero dell’Interno francese, il numero di ciclisti morti per incidenti stradali è diminuito del 30% negli ultimi 10 anni.

Foto | lexpansion.com

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