Sospesi nel tempo tra il cielo ed il mare, la Sardegna è terra di scogli, spiagge ed acque cristalline. Una goccia di corallo immersa nel mare che ne racconta la storia quando, al tempo dei tempi, dopo aver dato vita alle varie parti del mondo, il creatore si accinse a far nascere un’ultima terra: Ichnùsa. Nel mito la Sardegna si riveste di aspetti talmente vari da non assomigliare a nessun’altra terra e, nello stesso tempo, da assomigliare a tutte: rocciose barriere di monti arsi e dirupati, morbidi colli coronati di vigne e di agrumeti; vaste pianure fitte di impenetrabili foreste; cristalline baie ospitali e ridenti; selvagge coste sferzate dall’assalto dei marosi; pascoli e fresche oasi di palme… Ma anche strade e sentieri da percorrere in sella alla bici, per conoscere ed assaporare i mille volti di un’isola capace di stimolare la nostra voglia di scoperta. La regione autonoma di Sardegna conta molto sulla silenziosa e discreta bicicletta per fare vivere queste storie di mito e scoperta. Il modo giusto di guardare e vivere l’isola, ritrovarsi a contatto con le genti ed i sapori in questa terra dalle molte facce. A tale scopo ha realizzato una “guida cicloturistica della Sardegna” che raccoglie (da nord a sud) tutti gli itinerari e le proposte da poter seguire. Cinque itinerari, costruiti in tappe e sulla base delle bellezze dei luoghi da attraversare e costituiscono un valido spunto per personalizzare le alternative. Per ogni tappa sono disponibili le cartine stradali, i road book descrittivi, i profili altimetrici e molto altro. Non potevamo rinunciare, quindi per voi abbiamo testato un itinerario Sud, adeguandolo come sempre alle nostre forze ed alle nostre curiosità. Scelto, come base di partenza, Cagliari per terminare la nostra cavalcata ad Oristano per una lunghezza totale di 350 chilometri ed un dislivello di oltre 4000 metri, scegliendo (quando possibile) di “ruotare” lontano alle strade più usate, vivere e respirare il salmastro a contatto con il vento, a volte alleato a volte scomodo compagno. Avventura impegnativa ma con ampio spazio per il mare, divisa in varie tappe, come sempre, occorre allenamento e pratica per restare in sella per tanti giorni.
Mappa
Altimetria
Cagliari-Pula
Lunghezza totale : Km 33 Difficoltà : facile Va detto subito che gli itinerari non sono segnalati, quindi piena libertà al ciclista di fare le sue scelte ma anche porre attenzione al road book ed alle mappe per evitare di sbagliare. Il nostro primo tratto è pianeggiante e facile, ma le statali per uscire dal porto non sono piacevoli per via del traffico stradale. Questa prima giornata di assaggio è volutamente breve per iniziare con calma il rodaggio necessario, per godere anche del litorale e delle (indispensabili) pause foto e pediluvio per iniziare a prendere confidenza con colori, sapori e con il nostro compagno d’avventura, il mare. Prova di maschera e snorkel diventeranno preso d’obbligo.
Pula-Porto Teulada
Lunghezza totale : Km 33 Difficoltà : medio Colline di verdi cespugli, colline brulle, nell’aria l’odore di salmastro erto breve arriviamo alla prima delle tante torri di avvistamento; Torre di Chia. Le torri costituivano un complesso di strutture fortificate che (dall’alto medioevo fino alla metà del diciannovesimo secolo), hanno costituito il sistema di avvistamento difensivo e di comunicazione della fascia costiera dell’isola. Avvistare per tempo pirati, mori e saraceni era fondamentale per allertare la popolazione e queste torri costituiscono, ancora oggi, la testimonianza di questo sistema difensivo. Questo mare, perla ed azzurro, è un richiamo troppo forte … Anziché gridare ai pirati, corre la voce “al mare… al mare”, smessi frettolosamente (alcuni troppo frettolosamente scordando di indossare ancora le scarpe) i panni del ciclista andiamo alla pugna con i flutti. Ripresa la strada verso Porto Teulada, iniziamo i primi assaggi di salita; non più cespugli ed oleandri ma la nostra odierna dose di salita in costa sul mare. Un grande senso di pace e tranquillità a fare da sfondo alle perle di sudore. La vacanza in bici è diventata un must, ma alcuni fanno notare “se è così di moda perché non incontriamo mai nessuno ?” Non si può dare torto, ma chi ci rimette non siamo noi.
Porto Teulada – Calasetta Isola di S.Pietro
Lunghezza totale : Km 54 Difficoltà : medio La giornata ci presenta il compagno di viaggio che spesso s’incontra sull’isola; il vento ! Croce e delizia del ciclista, oggi fido alleato che spinge alle spalle il gruppo dei ciclisti e, come una vela, spinge sul bagaglio ancorato ai nostri portapacchi. Come avere innestato una marcia in più, raggiungiamo rapidamente S.Anna Arrisi, allontanandoci dalla mondanità ed addentrando nel selvaggio panorama di Iknùsa. Le poche auto incontrate ci incoraggiano, come se fossimo degli atleti al giro d’Italia, lungo strade costeggiate da fichi d’India. Il fido ventoso alleato è prezioso, consente di raggiunge in breve l’imbarco per il traghetto che ci condurrà all’isola di S.Pietro ed all’oasi di Carloforte. Si tratta di una delle isole principali del Sulcis, che ospita anche un oasi Lipu e dove nidifica il “falco della Regina”. Però notiamo qualche cosa di particolare, l’inflessione linguistica è cambiata… ma qui parlano genovese ? In effetti si, dal 1738, sull’isola disabitata giunse una popolazione di lingua ed origini liguri provenienti da Tabarca ( piccola isola tunisina); i discendenti dei coloni provenienti da Tabarca gettano le fondamenta di questa enclave parlante in grande prevalenza la lingua di radice ligure detta tabarchina. C’è sempre da imparare. L’isola di S.Pietro costituirà la nostra base di sosta anche per il giorno successivo. Amanti del mare, bagno e snorkeling. Duri e puri… in sella per una giornata di bici.
Carloforte-Carloforte
Lunghezza totale : Km 10 Difficoltà : impegnativo Mentre i bagnanti si godono la costa della Sardegna e la veduta sull’isola Piana, i bikers smontano i bagagli ed i portapacchi, meta le rocce modellate dal vento. L’isola è di origine vulcanica, ben presto, nonostante la breve escursione diventa evidente che sarà una gita di fatica composta da impegnativi strappi ed altrettante discese, qualche tratto con bici a spalla. Come sempre i duri e puri non si fanno mancare niente, neppure qui.
Carloforte-Portixeddu
Lunghezza totale : Km 57 Difficoltà : impegnativo Alba e traghetto, oggi la tappa si presenta (sulla carta) impegnativa, dobbiamo attraversare il Sulcis ed oggi il fido alleato s’è mutato in una vipera. Eolo malnato, leva quella dannata mano dalla nostra bici ! Servono l’allenamento e l’esperienza per formale la colonna coperta, il ventaglio, insomma tutti i trucchi possibili per colmare il fastidio di affrontare la giornata controvento. Giunti a Nebida dobbiamo smettere di preoccuparci del vento, alzare lo sguardo e affrontare la salita. Panorama di gole stupende ed insieme selvaggio, i pochi centri abitati non tolgono nulla ad una natura ancora molto integra, conigli selvatici, greggi ed il rumore del vento che sibila tra le ruote. Da romagnoli scusateci, abbiamo pescato “spràdùria”, dal nostro simpatico dialetto per definire la mancanza di vegetazione, per dare il senso del brullo integrale mentre osserviamo il panorama costiero dell’Inglesiente. Portixeddu, infine per la nostra odierna razione di mare e mirto.
Portixeddu-Marina di Arbus
Lunghezza totale : Km 54 Difficoltà : molto impegnativo La giornata “topica”, impegnativa più di quanto non ci aspettavamo. Zona composta da diversi rilievi montuosi, che dobbiamo attraversare se vogliamo riguadagnare la mondanità del mare, reminiscenze di giacimenti e miniere ormai in disuso. Ogni piccolo centro abitato è occasione per riposare e scambiare qualche parola con i curiosi e gentilissimi abitanti della zona, siamo una curiosità, ma non ci rincuorano … insomma le informazioni sul percorso di giornata non sono tranquillizzanti; c’è da farsi il “sovra-fondello a strisce” !. D’accordo, i ciclisti non mollano e scalano rapporto … Come dice ? ah, passa il pullman e carica le bici ? ci porta a Piscinas ? Vabbè ma allora ditelo subito ! Insomma avrete ormai capito che un piccolo ammutinamento, anche dei duri e puri … in fondo siamo in vacanza e per oggi la parte più dura la risolviamo così. A Piscinas ritroviamo il mare ed uno dei pochi deserti esistenti in Europa, dune sabbiose che raggiungono un’altezza di 100 m circa, ovvero le dune più alte d’Europa. Un breve assaggio di mare, per riprendere la bici che ci condurrà fino a Marina di Arbus, dove la degna chiusa è una lauta cena.
Marina di Arbus – Marceddi
Lunghezza totale : Km 22 Difficoltà : facile Tappa di trasferimento, diciamo balneare, ogni spiaggia è un buon pretesto per fermarsi. Porto Palma, Torre dei Corsari, Pistis sono tutti buoni luoghi per una merenda, una sosta, riprendere le forze spese poiché vento, caldo e salite (non evitate) cominciano a farsi sentire. Non va trascurato che il motore in funzione sopra la bici, cioè noi, ha le sue esigenze e bisogna accontentarlo se vogliamo farlo lavorare bene. C’è poco da dire ed eviterei di tediare con la lunga descrizione di tutte le portate di pesce che i miei compagni di viaggio sono riusciti a trangugiare.
Marceddi – S.Giovanni di Sinis (Tharros)
Lunghezza totale : Km 49 Difficoltà : facile Ultima tappa marittima che ci porterà fino oltre Oristano, dove approfittiamo di una sosta per informarci dell’orario ferroviario e delle modalità per il treno che dovrà ricondurci a Cagliari il giorno appresso. È bene verificare in anticipo quali e quanti treni caricano le bici, per evitare di trovare sorprese. Trovare un alloggio non è stato semplicissimo, forse i brutti ed infangati ciclisti generavano qualche sorta di diffidenza ed abbiamo faticato a convincere i locali gestori che sotto quella patina impolverata c’era pur sempre un cliente. Superata questa difficoltà, anche oggi non ci resta che dedicarci al mare. Tharros si trova nella propaggine sud della penisola del Sinis e termina con il promontorio di capo San Marco, dove troviamo gli scavi archeologici che ne fanno risalire l’origine ai Fenici. Approfittiamo quindi di memorie storiche e sapienze antiche utilizzando le accessibili vasche salmastre, dicono che la talassoterapia faccia molto bene.
S.Giovanni di Sinis (Tharros)
Lunghezza totale : Km 21 Difficoltà : facile Il brindisi della sera precedente, a festeggiare la vacanza, ha il suo riscontro nelle gambe che oggi proprio si rifiutano. Il rientro nelle strade di traffico è un tantino traumatico e ci rende nervosi, ma forse il motivo è da cercare nel termine delle vacanze in bici. Un nuovo controllo agli orari del treno, un ulteriore controllo ai contachilometri per richiamare alla mente immagini dei giorni passati. Ora davvero non resta che l’attesa del rientro, almeno fino alla prossima avventura.
Riepilogo e suggerimenti
Non adatto a tutti. Serve essere allenati, serve pratica per stare in sella diverse ore per più giorni, come detto in altre occasioni non ci si può improvvisare. I cinque itinerari promossi sulla guida hanno una classifica di difficoltà che prevede: • Facile (dislivelli fino a 700 metri per 100 km) • Medio (dislivelli fino a 1.220 metri per 100 km) • Impegnativo (dislivelli fino a 1.700 metri per 100 km) • Difficile (dislivelli oltre 1.700 metri per 100 km) Con le nostre modifiche abbiamo sviluppato quasi 350 chilometri, con un dislivello oltre i 4.000 metri su un percorso dichiarato come impegnativo. (manco a dirlo lo abbiamo reso difficile) Si può prevedere una pianificazione con tappe brevi, ma serve organizzazione, allenamento e risorse alimentari/idriche poiché ci si può trovare in crisi in molti momenti. Occorre pianificare bene il bagaglio, la distribuzione del peso ed evitare di portare inutili attrezzi. Non mancano le possibilità di ristoro, in qualche caso autobus più bici per evitare giornate ostiche ma non si può contare solo su questo. Non adatto a tutti i tipi di bici, i tratti impegnativi e sterrati ci sono, una buona MTB ma anche una city fornita di ammortizzatore non è da buttare. Cambio a 21 rapporti, in qualche caso il solito raccomandabile cero acceso al santo devoto, Santa Caterina come protettrice dei ciclisti, San Cristoforo degli sportivi in genere. I percorsi non sono segnalati, comunque i road book sono ben concepiti e potete trovare info e dettagli sul sito. Potete organizzarvi consultando queste pagine. Le guide, cicloturismo e MTB le potete scaricare da qui. Non serve la registrazione. Un purtroppo lo devo aggiungere. Anche se indicati, i promessi percorsi GPS non ci sono e non si trovano sul web. Diciamo, lavori in corso quindi per la traccia potete (al momento) ringraziare le ciclo guide. Comunque si può segnalare l’APP del territorio. Alternative per il trasporto ci sono ma non abbondano, bene informarsi in anticipo. Qualche sito, oltre alle ferrovie. Salludusu a tottusu
Segnalo il mio racconto del giro della Sardegna in 10 giorni partendo da Olbia in senso antiorario. :) Ciclocross e modalità bikepacking + camping :) http://davide.tommasin.org/2016/08/23/sardegna-in-bicicletta-pedalata-in-10-giorni-bikepacking.html
Ciao Renato
dai un’occhiata anche a questi diari di viaggio e forse troverari alcune risposte, informazioni, suggerimenti ecc…
https://www.bikeitalia.it/occidentale-sarda-in-bicicletta/
https://www.bikeitalia.it/2015/07/21/sardegna-in-bici-con-tutta-la-famiglia/
Ciao!
bel racconto una domanda anche banale io farei il tragitto ma partendo da stintino cosa ne pensate, che consigli mi date………..a parte allenarsi lunghe distanze io riesco fino a 60 km giornaliere anche con il 13% dislivello uso una bici da strada, trasformata in gravel il bagaglio è di circa 8-10 kg leggero