Qual è la prima causa d’incidente stradale che ti viene in MENTE?
Il 90% delle persone risponde a questa domanda citando la distrazione. Qualcuno aggiunge la velocità, l’imprudenza, lo stato di ebbrezza.
Siete d’accordo? Come mai quasi nessuno cita un guasto al veicolo o l’esplosione di un pneumatico, o in alternativa un incrocio pericoloso o condizioni meteorologiche avverse?
Probabilmente perché siamo piuttosto consapevoli del fatto che quando avviene un incidente la causa è da cercare nella maggior parte dei casi nel comportamento dell’utente delle strada, sia esso automobilista, motociclista, ciclista o pedone. Anche quando sono l’ambiente o il veicolo a creare un problema di sicurezza, spesso è il comportamento dell’uomo che può favorire o evitare un incidente. Ad esempio, in caso di pioggia, la minore aderenza del fondo stradale ha più probabilità di causare un incidente in caso di velocità eccessiva, in questo caso “uomo” e “ambiente” sono entrambi concausa del sinistro.
Abbiamo parlato di “uomo”, veicoli, ambiente, si tratta delle tre componenti di quello che viene chiamato il sistema traffico.
Gli studi sulle cause dell’incidentalità sono molteplici e mostrano come delle tre componenti proprio l”uomo” sia causa o concausa della quasi totalità degli incidenti stradali.
Da ciò deriva che se vogliamo ridurre gli incidenti creare strade e veicoli più sicuri non è sufficiente, ma è necessario modificare i comportamenti degli utenti della strada.
Non si tratta soltanto delle azioni dei cosiddetti pirati della strada e di punire più severamente i crimini stradali, ma di correggere i comportamenti scorretti che mettiamo in atto abitudinariamente, in modo volontario o meno, che rendono meno sicuro il nostro spostarci nel traffico, e aumentano la probabilità di incorrere in un incidente. Nella maggior parte dei casi gli incidenti non derivano da gravi infrazioni, ma da semplici errori, distrazioni o sviste.
E qui può entrare in gioco la psicologia. Infatti, se la psicologia è la scienza che spiega il comportamento umano e il funzionamento della nostra mente, allora può dirci qualcosa anche sul comportamento e il funzionamento della mente umana nel traffico.
Esiste infatti una psicologia del traffico, disciplina poco conosciuta in Italia, ma molto diffusa invece nel resto dell’Europa per le sue applicazioni nell’ambito della sicurezza stradale.
Più ancora degli air-bag e dell’ABS, a determinare la sicurezza della guida interviene un “oggetto” che pesa circa un chilo e mezzo ed è collocato tra le due orecchie del guidatore. Non si tratta di un optional. Il cervello del guidatore determina la condotta di guida … e in definitiva anche la propensione agli incidenti (Dorfer, 2004)
Articolo di Manuela Bina e Mirna Begnini, psicotraffico.com
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