Come fare il surplace in bici
Una delle tecniche che può venirci utile anche in situazioni di cicloturismo o di ciclismo urbano è sicuramente il surplace (o trackstand, se vogliamo dirla all’inglese). In sostanza si tratta di rimanere fermi sulla bici in perfetto equilibrio. In questo articolo vedremo quando può essere utile usare il surplace e gli esercizi per imparare a dominare questa tecnica.
Indice
• Surplace: la tecnica dei pistard
• Imparare il surplace
• Concludendo
Surplace: la tecnica dei pistard
Il surplace (parola francese traducibile come “sul posto”) è una tecnica che nasce nei velodromi, dove viene eseguito con bici a scatto fisso. In sostanza i due pistard contendenti rimangono in perfetto equilibrio sulla bici, bilanciando il corpo in avanti o indietro e dando dei piccoli colpi di pedale. In questo caso il fatto di avere il pignone fisso aiuta a mantenere l’equilibrio. In realtà il surplace non è nulla di complicato e di fatto viene considerata una tecnica base che chiunque utilizzi la bici deve padroneggiare. Quali sono i vantaggi reali di questa tecnica? Vediamone alcuni:
• Possibilità di anticipare i mezzi motorizzati: non avendo (per ora) a disposizione delle corsie preferenziali o degli stop avanzati ai semafori rispetto alle auto, molto spesso ci tocca sporgerci oltre il segnale di stop per poter guadagnare quei due o tre secondi di tempo prima che giunga la luce verde. Riuscire a rimanere sulla bici, magari con un rapporto agile, ci consentirà di guadagnare ulteriore tempo e quindi di partire con un bello scatto non appena sopraggiunga il verde;
• Valutare la situazione: pedalare nel traffico è un’attività che necessita di attenzione e destrezza, poiché non si è mai sicuri di quello che faranno i mezzi o i pedoni vicini. Per questo usare il surplace diventa molto comodo, per attendere quell’attimo che basta per valutare al meglio la situazione e decidere di proseguire dritto o scartare sulla destra. Inoltre consente di rimanere pronti in sella quando, per esempio, ci si ferma per far passare un pedone sulle strisce pedonali;
• Miglioramento dell’equilibrio: sia che siate appassionati di trial o che semplicemente usciate in mtb su sentieri scassati e tecnici, padroneggiare il surplace è un’ottima tecnica per migliorare l’equilibrio, per rimanere in sella anche nei punti più critici e per gestire meglio il baricentro che, nel mondo off-road con grip limitato, è la cosa che permette di non poggiare il piede a terra;
Imparare il surplace
Come qualunque aspetto umano, anche il surplace si può imparare, anche se non siamo dei maestri dell’equilibrio. Ovviamente servirà costanza e impegno ma, come si suol dire, “volere è potere”. In sostanza il surplace è la gestione dell’equilibrio che consente di rimanere in sella anche con la bici completamente ferma, “giostrandosela” con il solo baricentro. Ecco una serie di esercizi per impratichirsi.
Esercizio 1: il primo approccio
Portatevi con la ruota anteriore su un tratto in leggera salita (le rampe dei garage sono ideali per questo), in modo tale che vi aiuti a mantenere la posizione.
Poggiate le mani sul manubrio tenendo premute le leve del freno, salite sui pedali e alzatevi dalla sella. Rilasciate le leve.
Lo sguardo non deve mai guardare la ruota anteriore, bensì essere fisso davanti a voi, poiché il corpo va dove la testa dice di andare. Cercate di tenere i pedali paralleli in orizzontale, mettendo davanti il vostro piede principale (ovvero quello che, come si dice in gergo, “comanda”. Solitamente è il piede con cui calciamo un pallone ma non è detto).
Provate a muovervi in avanti e indietro per capire come funziona l’equilibrio. Non abbattetevi se non ci riuscite, non è una tecnica che s’impara dall’oggi al domani;
Esercizio 2: Il suplace “in movimento”
Portatevi in una strada senza traffico, effettuate due o tre pedalate e poi frenate: appena iniziate a rallentare alzatevi sulla sella, mettete i piedi paralleli in orizzontale e fissate lo sguardo dritto di fronte a voi.
In sostanza provate a passare da una fase di movimento a una di surplace. Non appena avvertite che state per perdere l’equilibrio provate e ruotare lievemente lo sterzo oppure a bilanciare con il corpo.
In sostanza non dovete fare altro che spostare continuamente il baricentro in modo da vincere la forza di gravità che ha questo brutto vizio di tirarci a sé.
Se avvertite che state per perdere l’equilibrio, date un colpo di pedale, rimettetevi in movimento e riprovate;
Esercizio 3: Il surplace vero e proprio
Ora che siete diventati capaci di gestire un surplace in movimento, ora arriva il momento di gestirlo partendo da fermi.
Posizionatevi su una strada senza traffico, salite sui pedali, puntate lo sguardo in avanti e liberate le leve freno, che non devono essere toccate durante la fase di surplace.
Provate e riprovate fino a che non sentite di essere più sicuri e ndi riuscire a rimanere in equilibrio per qualche decina di secondo.
Concludendo
Una volta che il surplace è diventata una tecnica più o meno semplice da padroneggiare, potete migliorare e fare pratica iniziando a usarla nella vita reale, ovvero quando pedalate sul serio: ai semafori, agli incroci, durante le uscite in bici, nei tratti a bassa velocità nei quali prima avreste messo il piede a terra. Non è una questione di predisposizione o di talento, è una tecnica come le altre che può essere imparata, serve solo costanza e una discreta dose d’impegno e di prova poiché, come diceva un saggio millenni fa: “vale più un granello di pratica che una montagna di teoria”.
Propongo un articolo sul “bunny hop” . Così come è utile il surplace ai semafori, a volte può essere utile saltare una buca, un tombino troppo affossato, un dosso.