Trentino: il giro del Latemar in bici

02 sotto il Latemar

Il Trentino è la regione più bike friendly della nostra Penisola, non solo per le infrastrutture dedicate al cicloturismo e i bike park, ma anche per i servizi offerti. Tra questi vi è una cosa che non vedevo di buon occhio fino a pochi anni fa, solamente per una sorta di approccio da “purista” che oggi semplicemente definisco mentalità chiusa. Come si possono usare delle bici elettriche, ci si può anche far aiutare da un impianto da sci in funzione d’estate, per compiere un percorso spettacolare che altrimenti solo pochi ben allenati bikers potrebbero godersi.

03 gruppo a Obereggen

Mappa

Altimetria

latemar-altimetria

Traccia gps | Mappa kml

04 discesa per le piste da sci

Siamo tra val di Fiemme e Val di Fassa, nel bel mezzo delle Dolomiti e approfittiamo dell’impianto sciistico che raggiungiamo 2km dopo Predazzo, in direzione Moena. Il tour che proponiamo prevede di togliersi circa metà fatica, compiendo un tour di 800m anziché circa 1500, utilizzando la telecabina Predazzo- Gardonè, ma sarebbe possibile compiere lo stesso percorso con un dislivello irrisorio di solo 300m usando anche la seggiovia Gardonè-Passo Feudo, acquistando un biglietto che costa €17. Per chi volesse compiere il tour senza impianti di risalita, consiglio di pedalare su asfalto via Tesero – Stava – Pampeago.

05 verso carezza

Dai 1000 m di Predazzo saliamo in telecabina ai 1700 di Baita Gardoné da cui inizia la nostra avventura a cavallo tra Trentino e Alto Adige; questo giro ci permetterà di vedere dei panorami incredibili e faticare il giusto, per concederci un finale molto divertente in discesa da Passo Costalunga a Moena.

06 di fronte al Catinaccio

Le salite sono impegnative ma su sterrato pedalabile, eccetto la prima per passo feudo da Baita Gardoné, molto molto ripida (2,5km al 20%). Inoltre si nota la quota altimetrica (raggiungiamo anche i 2200m) nel nostro respiro affannoso. Mi piace l’idea che gli impianti di risalita non se ne stiano lì immobili per tutta l’estate ma siano un modo per favorire un turismo attivo consapevole anche nella bella stagione. Dico turismo attivo perché non potrei immaginare di salire in mocassini e camicia a 2000m senza fare sport, e consapevole perché l’accesso alla montagna non può essere casuale. Se siete neofiti sia della bici che dell’alta quota, non improvvisatevi esploratori ma fatevi condurre in un bel tour da una guida locale (non cito nessuno per non fare preferenze, ma qui in zona ci sono diverse strutture che offrono tour guidati con tecnici preparati sia sulla tecnica che sul territorio che andrete a scoprire!).

07 verso Carezza

L’inizio è il tratto più impegnativo, sia perché abbiamo le gambe fredde, sia per via dell’altitudine, sia per la ripida salita che porta a passo Feudo. Ma questo posto da solo vale tutto il tour! Scendiamo tra le piste da sci di Obereggen sul versante nord ovest, in provincia di Bolzano, e cambiamo completamente panorami, trovandoci il Catinaccio di fronte a noi, possente e meraviglioso. Uno sterrato piacevole ci conduce ad una delle mete più amate (e frequentate) delle Dolomiti: il lago di Carezza. Vi sono delle terrazze panoramiche in legno da cui non ci si stufa di fotografare il lago dai mille colori con il fitto bosco e il massiccio del Latemar.

08 lago di Carezza

Tra le leggende dei Monti Pallidi, c’è quella della bellissima ninfa Ondina che lo abitava e che spiega il perché dei colori del lago: lo stregone del Latemar si era innamorato di lei, e consigliato da una strega, fece apparire un arcobaleno per attrarla a sè. Quando ella uscì dall’acqua, vide lo stregone, si spaventò e scappò via, causando la sua ira. Lo stregone quindi spezzò in mille pezzi l’arcobaleno, gettandolo nel lago.
Tornati nel bosco in sella alla nostra ninfa a pedali, raggiungiamo passo Costalunga, dove facciamo una pausa temendo un temporale in arrivo. Da qui inizia un’interminabile ed eccitante discesa fino a Moena, attrezzata con rampe e ponti. Arriviamo a Moena e mangiato un gelato, scendiamo lungo la pista ciclabile accanto al torrente Avisio fino a Predazzo.

09 lago di Carezza

Anche d’estate serve una maglia termica ed una giacca impermeabile, viste le quote raggiunte e i vari tratti nel bosco all’ombra.
Questo giro è perfetto in un weekend a Predazzo, al quale abbinare magari il tour della Val Venegia.

Informazioni

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11 discesa a moena

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