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Vecchia bici, nuova vita | La Bianchi vintage rinasce moderna “Cenerentola”

Nella primavera 2014 ero in piena febbre di bici a scatto fisso e avevo recuperato una bici Bianchi in stato disastroso. Niente manubrio, copertoni esplosi, cerchi arrugginiti e raggi collassati, era pure stato rimosso il deragliatore e la catena penzolava malamente dalla guarnitura. Ciò che rimaneva della bici però emanava un fascino particolare: il telaio di una Bianchi Spluga 3v di metà anni ottanta in un elegante colore grigio scuro metallizzato stava chiedendo una seconda possibilità.

Cenerentola prima del restauro bici Bianchi vintage Spluga 3V

I dettagli li avevo già in testa a partire dal nome, “Cenerentola”, proseguendo con la sella San Marco in pelle rossa proveniente da una mia vecchia MTB. Tutto il resto è venuto senza pensarci troppo, anche ispirato dalle creazioni di Biascagne Cicli, un atelier veneto che fra il 2012 ed il 2014 ha sfornato decine di pezzi unici partendo da telai vintage. Il telaio è rimasto appeso in garage per qualche anno in attesa del momento giusto, proprio come il vino buono. Il momento giusto è arrivato nell’autunno del 2019 quando, dopo il totale rinnovo del parco bici, non ho più potuto rimandare l’allestimento di una bici urbana.

Profilo di Cenerentola prima e dopo il restauro

La prima parte del lavoro è quella più importante, dove dalle idee dobbiamo procurarci tutti i componenti per renderle realtà. Avevo immaginato un manubrio a corna di bue, leve freno stile crono montate alle estremità, nastro manubrio e guaine coordinate alla sella rossa. Mi sono quindi confrontato con il mio negozio “urbano” di fiducia (ci sono meccanici buoni per le bici da corsa, altri per le bici da tutti i giorni) recuperando informazioni fondamentali, in particolare sulle pinze freno.

Sempre lì mi aspettavano delle splendide pedivelle Campagnolo anni’80 ed una piega da corsa con piantone, tutto 3ttt. Dopo i pezzi vintage è partita la ricerca degli altri componenti. Presso un atelier tedesco che effettuava spedizioni ho trovato un set di pinze Dia Compe “long arms”, assieme a delle bellissime leve Tektro. Per i cerchi è stato più facile, scegliendo un modello flip-flop a canale rialzato nello stesso colore del telaio.

Cenerentola prima e dopo il restauro

Due parole sulla trasmissione: per la mia città – Trento – che ha uno sviluppo altimetrico ondulato, mi sono orientato su un 46-18. Ah, dimenticavo: rispetto ai piani iniziali ho optato per l’allestimento “single speed”… ci piacerebbe essere ventenni, ma inutile remare contro l’età che avanza. Per il freno posteriore occorreva una piastra di rinforzo, perché le nuove pinze più performanti delle originali avrebbero dovuto avere un montaggio più solido che sulla misera piastrina fra i due foderi posteriori. Ho quindi trovato un bel profilato in acciaio in una bottega di fabbro in centro, non ricordo nemmeno di averlo pagato.

Prima di iniziare i lavori avevo fatto rettificare la forcella nel negozio di fiducia, dove hanno ideato un attrezzo per lo scopo, rivelatosi estremamente semplice ed efficace. Recuperati i componenti possiamo passare alla parte più divertente: il lavoro in officina. Un’officina che non è una vera officina, ma con gli attrezzi giusti ed un po’ di adattamento si fan miracoli. Prima di procedere al montaggio è stato necessario qualche colpetto di mola a disco per rimuovere l’antiestetico attacco della dinamo dalla forcella, tagliare la parte bassa della piega del manubrio e ritagliare dal profilato la piastra di irrigidimento per il freno posteriore.

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Cenerentola, la bici Bianchi vintage restaurata come moderna single speed

Per il resto niente da segnalare: montaggio guarnitura, linea catena, campanatura ruota posteriore, nastro manubrio, ritocchi colore alla piastra freno…tutto liscio. Alla fine il test su strada: qualche pedalata fuori dall’officina incrociando le dita, lasciando quindi le mani dal manubrio e constatando con soddisfazione che la bici filasse dritta come un fuso. L’intuizione di 5 anni prima aveva visto in un rottame una bici purosangue perfettamente adatta alla vita urbana: efficace ed stabile anche negli allunghi, precisa sulle curve, pratica persino durante gli inverni nevosi con il montaggio dei parafanghi. E il telaio vissuto ha spazzato via ogni remora nel lasciarla legata a qualche palo o nell’utilizzarla come cargo bike, ad esempio per trasportare gli sci al negozio per la manutenzione.

Considerazioni dal punto di vista economico? Probabilmente ho speso un po’ più che non acquistando un’anonima single speed pre-assemblata. La differenza è nella storia da raccontare nella soddisfazione di stare cavalcando una propria idea.

Andrea Lucchi (Trento)

Componenti

TELAIO: Bianchi Spluga 3v – fine anni ’80 (pulito, ripristinato angolo forcella)
SELLA: Selle San Marco (vintage)
MANUBRIO: 3ttt (vintage – modificato bull Horn)
PIANTONE: 3ttt (vintage)
SERIE STERZO: originale Bianchi
PINZE FRENO: Dia-Compe MX 806
LEVE FRENO: Tektro RX 4.1
MOVIMENTO CENTRALE: perno quadro a sfere e calotte (rinnovato)
PEDIVELLE: Campagnolo Gran Sport (vintage)
CORONA: 46d (nuova)
PIGNONE: 18d con mozzo flip-flop
PEDALI: stile vintage corsa, in alluminio
RUOTE: RMS fixed/single speed, profilo 40mm
COPERTONI: 700x28c

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