Spagna, stretta sui ciclisti: casco obbligatorio e divieti

Spagna, stretta sui ciclisti: casco obbligatorio e divieti

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Cattive notizie all’orizzonte per i ciclisti spagnoli: l’Autorità Nazionale del Traffico sta studiando una serie di misure restrittive per i ciclisti che, se approvate in via definitiva, potrebbero rappresentare un pericoloso passo indietro del paese verso lo sviluppo della mobilità in bicicletta. Oltre al casco obbligatorio, gli utenti delle due ruote a pedali saranno costretti a procedere sul lato destro della strada, sarà vietato ai minori di 14 anni di andare in bici se non accompagnati da un adulto, sarà vietato l’uso di rimorchi in città e sulle piste ciclabili e sarà introdotto un sistema di sanzioni che sancirà la pericolosità della bicicletta al pari di quella di un veicolo a motore.

L’associazione iberica “ConBici”, che si batte da anni in Spagna per la diffusione della bici come mezzo di trasporto e turistico, ha commentato il pacchetto di proposte sostenendo che “sembrano studiate apposta per allontanare i ciclisti dalle strade“. La posizione del gruppo ConBici, tra l’altro, è la stessa ufficialmente sostenuta dall’ECF (Federazione Europea dei ciclisti) e da tutte le associazioni internazionali in difesa del ciclismo: consiglio dell’utilizzo del casco ma non obbligatorietà, condivisione della strada tra più tipologie di utenti, incentivazione degli spostamenti casa-scuola in modo autonomo per i più piccoli.

Sull’uso del casco la legge attuale in Spagna, in vigore dal 2004, è già più rigida che in altri paesi: infatti è obbligatorio indossarlo fuori dai centri urbani, tranne nei casi di caldo eccessivo ed in salita. Il primo effetto di tale provvedimento in ambito urbano, come già dimostrato dall’esperienza negativa dell’Australia (-37% di ciclisti quotidiani), potrebbe essere un drastico calo degli utilizzatori del bike sharing nelle città dove è attivo e funziona bene, vedi Barcellona, con strascichi sulla ripartizione modale e sul traffico. Con l’obbligo di pedalare sulla corsia destra le conseguenze non sarebbero meno gravi: secondo ConBici, infatti, il ciclista dovrà presentare una valida giustificazione per non aver tenuto la destra anche nei casi in cui la responsabilità dell’incidente dovesse essere dell’automobile.

L’associazione ConBici è impegnata da tempo nel coinvolgere i gruppi europei in difesa del ciclismo per non essere lasciata sola in questa battaglia. Online è attiva da giorni una petizione che possono sottoscrivere tutti, non solo i cittadini spagnoli. Le prossime settimane saranno decisive per l’approvazione del documento proposto dall’Autorità Nazionale del Traffico, i più informati sostengono che potrebbe entrare in vigore prima della fine del mese.

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