E sento che per questo tu stai per dirmi grazie

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Per strada, in bicicletta, mi basta poco spazio
ed evito di aggiungere traffico al tuo traffico,
che so che al volante hai sempre tanta fretta
e un auto in coda in più fa crescere il tuo strazio.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Davanti scuola filo senza gas di scarico,
e non aggiungo smog allo smog del tuo bambino,
che so che devi proprio accompagnarlo in auto,
1.600 metri! Mica sei lì vicino.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

A casa della nonna non fermo in doppia fila,
che so che hai ragione a dire: è eutanasia!
uccidere una vecchia che impiega così tanto
a uscire dalla macchina ferma in mezzo alla via.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Al semaforo mi sfiori e io son senza clacson,
e sbatto sul selciato ma non emetto suono,
che so che è un tormento quella tromba nelle orecchie
un urlo assordante che sovrasta il frastuono.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

In ufficio arrivo e non rubo mai il parcheggio,
che so quale fatica girare tutt’attorno
alla ricerca di un buco che non si trova mai
e perdere mezz’ora e qualche volta peggio.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Al sabato passeggio in centro senza fretta,
e non allungo oltre la coda verso l’outlet,
che solo poche ore di un sabato invernale
passeggi pure tu nel centro commerciale.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

Sotto casa passo felpato, e quasi non t’accorgi,
che so che tu riposi dopo un giorno infernale,
tra traffico, lavoro e tanto, troppo rumore
un uomo solo in auto, in mezzo ad un ingorgo.
E sento che per questo tu stai per dirmi grazie!

All’incrocio, finalmente, lo aspettavamo da un pezzo,
mi fai un gesto rapido, mi guardi, io guardo te,
abbassi il finestrino e allora lì lo sento,
che urli: A ciclista! Ma levate dar cazzo!

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