Il PD cambia nome: sarà PS

grazie-al-pdLa voglia di mettere il cappello sui successi contagia la destra e la sinistra, il sopra e il sotto, il davanti e il dietro. Soprattutto il di dietro, ovvero la faccia con la riga in mezzo, di quelli che cercano di appropriarsi di qualcosa che non gli appartiene. Si parla in questo caso dell’approvazione del Piano quadro della ciclabilità romano, arrivata – guarda caso – proprio alla vigilia della manifestazione #salvaiciclisti del 28 aprile scorso. Insomma una chiara risposta dell’amministrazione capitolina, dopo anni di impasse, alla grande mobilitazione del movimento dei ciclisti urbani. Intendiamoci questo biciplan di Alemanno non è un gran che: tante promesse e zero euro per realizzarle. E #salvaiciclisti l’ha valutato dandogli il giusto peso: Alemagno nun ce fa’ vede’ li progetti, facce vede’ er cantiere…

Il PD romano è invece entusiasta. Ma soprattutto Il Partito Democratico – che in questi anni nella Capitale ha fatto la palla di neve sulla mensola del camino, il veliero nella bottiglia sulla libreria, il gattino di ceramica sul comodino, la bella statuina e il vaso cinese, la gondola di Venezia sul termosifone… insomma il Partito soprammobile – poco democraticamente afferma che il Piano quadro della ciclabilità è robba sua. E ha riempito la città di manifesti, come quelli che vedete in foto, con su scritto: grazie al Pd approvato il Piano delle piste ciclabili.

Direi che non c’è niente da aggiungere. Ah, sì, una cosa ci sarebbe. Visto che il PD romano non fa opposizione, ma è bravissimo ad attaccare i manifesti forse gli si potrebbe suggerire di attaccarsi al petto un nome nuovo (tanto ne cambiano uno al mese). Al posto di PD, visto che chiacchierano solo a cose fatte (fatte dagli altri), si chiamassero pure PS… Post Scriptum.

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