L’auto è morta. Parola di Volkswagen
A recitare il de profundis dell’auto è uno che non t’aspetti, Massimo Nordio, da pochi mesi alla guida del gruppo Volkswagen Italia che con cinque marchi (Volkswagen, Audi, Skoda, Seat e veicoli commerciali) è il leader tra i costruttori esteri nel nostro Paese. In un’intervista a Repubblica ragiona in maniera seria e concreta del futuro del settore, affermando che siamo in piena demotorizzazione.
Che vuol dire demotorizzazione?
“Oggi ci sono i voli low cost che con trenta euro ti portano dall’altra parte dell’Italia e anche all’estero – spiega Nordio – Con tre ore di treno è possibile raggiungere Milano o Verona partendo da Roma. L’auto, dunque, non è più competitiva, quindi nemmeno necessaria. Non solo, a cambiare le carte in tavola si aggiungono anche i social network, skype e gli smartphone, tutti elementi che hanno contribuito a stravolgere il rapporto tra i giovani e l’auto. Oggetti che rendono tutti più vicini, che si utilizzano per un periodo breve e poi si cambiano. Un fenomeno che tra l’altro sta portando le nuove generazioni ad essere più interessate all’utilizzo che alla proprietà”.
Esattamente l’opposto del sistema d’acquisto di un’automobile.
“Proprio così. Nel largo consumo si tende a pagare solo ciò che si usa quindi anche l’auto dovrà al più presto adeguarsi e fare suo questo concetto. Dovrà cambiare il sistema di vendita e anche il nostro settore dovrà al più presto adottare il “pay per view” della tv. Sarà questa una delle chiavi per superare la crisi”.