Una Stazione dove si costruiscono bici (Ciclopedia)

Una Stazione dove si costruiscono bici (Ciclopedia)
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La Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese è varie cose: un negozio e uno shop on line, un’officina e un centro per la progettazione di componenti e accessori non convenzionali, un parcheggio e un noleggio, una linea di bici e, talvolta, un’associazione che organizza iniziative per promuovere la mobilità ciclabile. Qui s’incrociano anche la storia di un centro sociale, della prima ciclofficina, della critical mass, di due diversi modi di fare politica a livello locale.

Ciclopedia, prima di arrivare alla Stazione delle Biciclette di oggi, deve montare sulla critical mass, anno 2002. A febbraio, al termine di una serata alcolica, uno sparuto gruppetto di ragazzi decide che si può replicare a Milano l’esperienza nata a San Francisco dieci anni prima e si mette a pedalare al centro della carreggiata per bloccare il traffico motorizzato. Funziona. E qualche giorno dopo, nello stesso baretto che gli aveva fornito lo spunto (e soprattutto le birre) per improvvisare la prima cm italiana, il quintetto formato da un ‘appassionato di biciclette, un situazionista, un sindacalista, un addetto stampa di Legambiente e un falegname progetta la nascita della prima ciclofficina popolare.

E’ il momento di spostare la storia nel Deposito Bulk, una ex scuola occupata alla fine del 1997 dalla Rasc, la rete autogestita studenti e collettivi. Sgomberato per far posto all’allargamento di una strada, il centro sociale dal 2000 occupa un vecchio magazzino Enel in via Niccolini. Ed è qui, a una delle assemblee settimanali del collettivo Bulk, che si presentano menthos (l’appassionato di biciclette) e i suoi amici, finora estranei alle attività dei centri sociali. Chiedono un “luogo fisico di aggregazione, divertimento, cultura e controinformazione dove la bici è il perno d’unione inteso non solo come unico mezzo di trasporto cittadino individuale in alternativa all’uso/abuso dell’automobile ma anche simbolo di creatività e sovversione sociale”. Il luogo fisico lo ottengono e ha la forma di una scalcinata stanza al primo piano che, dopo un mese, è una candida ciclofficina con uno spettacolare tavolo da lavoro in legno realizzato artigianalmente dal falegname del gruppo. Aggiustavano biciclette? “Ci provavamo, ma era secondario – ricorda menthos – era solo un perfetto pretesto per lavorare sulla qualità dello stare assieme. Nel giro di un anno “tutti” sapevano che a Milano c’era la ciclofficina ed era bellissimo vedere le famiglie entrare al Bulk con le bici, cosa che altrimenti non avrebbero mai fatto”.

Il penultimo capitolo è quello della politica. A Milano c’è il vicesindaco Riccardo De Corato che intraprende una crociata contro i centri sociali (il Bulk viene definitivamente sgomberato nel 2005), a San Donato Milanese c’è  l’amministrazione locale che vuole coinvolgere i ragazzi provenienti dai centri sociali nella riqualificazione di una zona, quella della stazione della metropolitana, squallida e degradata. L’assessore dell’epoca, Marco Menichetti, spende 500mila euro per ristrutturare un’area abbandonata ex Snam, realizza un parcheggio coperto per le due ruote e nasce così una stazione di servizio per bici, affidata all’associazione +bc.  E chi c’è dentro +bc? Menthos, che poi sarebbe Marcello, e anche Davide, uno dei meccanici del Bulk, detto Ciccio o anche Arcivescovo Tettamanzi, noto per aver creato un carro allegorico (Santa Graziella) con una bici  circondata dai lumini portata in processionea tutte le critical mass.

bromptonok3-moreno.jpgEccola la Stazione delle Biciclette di San Donato Milanese, capolinea M3. Nel 2008 menthos ha preso un’altra strada (verso Ciclistica, lo incontreremo lì) e adesso a bottega ci sono tre collaboratori e tre soci: oltre a Davide, 36 anni, ingegnere ed ex ricercatore ad agraria (il cacciatore dei componenti più strani), c’è Pigi, anche lui ingegnere con esperienza in impianti di depurazione che disegna i telai e si occupa dell’alta gamma. Ciuffo è senza diploma, ma con molte tacche sul coltello, una sorta di I’m Mr Wolf. I solve problems. Gli assistenti sono un filosofo illustratore, un economista della vecchia scuola e una ragioniera ciclisticamente autodidatta.

Cercano di dare retta a tutti e non dire subito no anche alle richieste più strampalate, tipo montare una tripla su una Brompton (bromptoniani non fatevi venire subito lo schiribizzo eh!), realizzare portapacchi speciali per mezzi da lavoro e da trasporto oppure costruire e vendere a un prezzo accessibile un mozzo eccentrico (quelli sul mercato costano un botto) per convertire telai con forcellini verticali in single-speed o fissa. C’è una buona scelta di accessori e componenti, hanno roba brandizzata e cool accanto ad articoli no logo che fanno comunque il loro mestieraccio, i prezzi sono competitivi (sia quelli delle riparazioni che dei pezzi), la convenzione col Comune gli impone l’offerta di alcuni servizi, tipo la custodia e il noleggio. La crescita del negozio e dei suoi frequentatori ha fatto via via scemare il programma di iniziative per promuovere la bici come mezzo di trasporto e quando c’è il pienone scordatevi che vi prestino il massimo dell’attenzione.

124517 lsdb_piccoletta.jpgChe altro? Sono rivenditori Brompton, Dahon e Tern  e hanno elaborato e progettato una loro linea di biciclette su misura, come una funzionale 666 ciclocross per uso urbano o una Piccoletta,  che è un po’ giocattolo e un po’ innovazione. E’ una ruota piccola con la geometria di una bici da grandi, montata con cerchi da 20” per una massima reattività oppure da 24” per stare un po’ più alti e comodi.

Se passate in Stazione, o se la conoscevate già, segnalate a Ciclopedia cosa ne pensate e, magari, fatevi raccontare da Davide del 17  dicembre, quando a Milano si festeggia San Lazzaro

La Stazione delle Biciclette, piazza IX Novembre 1989, San Donato Milanese – Milano www.lastazionedellebiciclette.com/

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