Cartellopoli, storia di degrado e ingiustizia. Una storia romana
Siamo qui, in genere, per parlare di bicicletta e di viaggi in bicicletta, ma siccome l’argomento bici si intreccia spesso con altri non meno nobili come mobilità, ambiente, decoro, inquinamento, – e siccome ci è permesso – cogliamo oggi l’occasione per raccontare la vicenda di Cartellopoli. Una vicenda romana, certo, ma dai connotati tutti italiani. Una vicenda di cartelloni abusivi, di (in)decoro urbano, di denunce sacrosante e inascoltate, una vicenda di ingiustizia.
Cartellopoli.net é, anzi é stato, un blog nato nel 2009 dall’idea di Massimiliano Tonelli, blogger intento a testimoniare in uno spazio virtuale lo scempio dei manifesti abusivi a Roma. Chi vive a Roma probabilmente già avrà familiarità con la questione, ma é altrettanto probabile che avendoci ormai fatto l’abitudine nemmeno se ne renda piú conto. Non si rende piú conto che le strade della capitale sono eternamente sommerse di cartelloni abusivi piazzati anche negli angoli piú impensabili (“non se butta via gnente“, direbbero qua), deturpandone la zona stessa ed il paesaggio circostante.
Per diversi mesi Tonelli, grazie ad un lavoro encomiabile e costante, ha mostrato a tutti gli obbrobri dei cartellonari a Roma, andando a scovare i casi piú singolari ed eclatanti di abusivismo, manifesti illegali che sponsorizzavano aziende, eventi e, bontà loro in periodo di campagna elettorale, politici. Tra questi rimane certamente negli annali il cartellone nel bel mezzo della pista ciclabile di viale delle Milizie.
Entrammo in contatto con Tonelli nei primi mesi del 2010, appena avviata una società di pubblicità in bicicletta (il cui corso è riportato qui) chiedendo di menzionarla nel suo sito. Tra le enormi potenzialità di questa nuova forma di pubblicità, infatti, avevamo subito individuato quella di poter progressivamente ridurre la quantità di cartelloni abusivi nella nostra città.
Con i soci ci adoperammo per portare in bicicletta la campagna elettorale per le Regionali. Un candidato dell’Italia dei Valori ci seguí. Fu una bella esperienza, che si concluse presto, ma da cui comunque imparammo tante cose. Imparammo che i camion vela fermi che espongono pubblicità sono illegali, perché dovrebbero circolare, imparammo che a volte, ai partiti, non conviene pagare le tasse delle affissioni perché le multe sono meno salate. O addirittura condonate.
Riassumendo, questo tipo di pubblicità, non inquinante, a basso impatto per l’ambiente e la città, il Comune di Roma non lo vuole. Esiste a Savona, Terni, Cesena, Reggio Calabria, Verona, Napoli, Ascoli Piceno, Venezia, Bari, Rimini, Torino, ma a Roma no. Chissà perché a Roma vengono preferiti i maxi cartelloni o i manifesti abusivi.
In questi giorni, poi, apprendiamo dai giornali della sentenza che vede coinvolto proprio Massimiliano Tonelli, proprietario del blog Cartellopoli, condannato a 9 mesi di carcere e al pagamento di 20 mila euro per istigazione a delinquere. Tonelli é stato giudicato colpevole del reato dopo che un lettore del blog ha rimosso un cartellone abusivo, testimoniando il gesto con delle foto pubblicate successivamente dallo stesso Tonelli.
Siamo, é evidente, al paradosso. Secondo il magistrato – sostiene Tonelli – i cittadini avrebbero denunciato i cartelloni abusivi non perché esasperati dal protrarsi di una condizione indegna per qualsiasi città, ma perché incitati da lui stesso. Secondo l’avvocato dell’azienda incriminata per il manifesto irregolare, poi, sarebbero stati i cittadini, istigati dal blog, ad aver devastato la città, non le affissioni abusive.
Il blogger, a cui già nel 2010 era stata imposta una prima chiusura del blog, poi riaperto, sembra ottimista sulla possibilità di essere risarcito dell’ingiusta sentenza, Cartelopoli – ricorda – é una bacheca pubblica di informazione e denuncia di uno stato indecoroso della città, non uno spazio in cui si incita alla delinquenza, anzi, la si combatte.
Non sono mancati, per quanto contino, i messaggi di solidarietà di questi giorni a Massimiliano Tonelli. Era importante che vi fosse anche questo.
Coraggio Max.