Nel 2010 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha aperto un bando per procedere al finanziamento, pari a 14 milioni di euro, di progetti volti alla riduzione delle emissioni climalteranti attraverso la realizzazione di progetti di bike sharing associati a sistemi di alimentazione mediante energie rinnovabili ed in particolare pensiline fotovoltaiche (biciclette a pedalata assistita).
Attingendo dal fondo di 40 milioni di euro della finanziaria 2008-2009, tali progetti erano dedicati ad iniziative di cofinanziamento con regioni ed enti locali o con altri soggetti, pubblici o provati, finalizzate ad interventi per la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica attraverso il controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, nonché per la produzione di energia elettrica da solare termodinamico.
42 comuni hanno superato i criteri di valutazione al finanziamento, creati ad hoc in modo preciso e consistente (vedi immagine in basso). Molti hanno partecipato, dai piccoli comuni di montagna ai centri urbani medio-grandi (Perugia), insieme a ben 13 Parchi Nazionali e Regionali.
L’ammontare del finanziamento variava da 40.000 euro a 400.000 euro per comune. A livello regionale, le regioni che hanno usufruito maggiormente dei fondi sono state Sicilia e Puglia in testa, con poco meno di 2 milioni e mezzo di euro a testa.
Sono stati soldi spesi bene? Vediamo…
Alla voce “9 – monitoraggio” dell’allegato sui criteri di valutazione, si dice testualmente che “tutti i destinatari del cofinanziamento sono obbligati a controllare l’andamento degli interventi proposti nel tempo, dovranno essere previsti sistemi di valutazione in grado di monitorare a titolo indicativo ed esemplificativo:
- numero di abbonamenti
- numero di accessi sul sito internet
- numero di guasti
- manutenzioni
- numero di furti e/o atti vandalici
- assistenza e la comunicazione verso gli utenti“
L’idea di monitoraggio di per sé è stata ottima, ma solo sulla carta fino ad ora. In questo caso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare avrebbe dovuto offrire, anziché obbligare, l’utilizzo di un portale su cui caricare i risultati e i progressi dei progetti in modo da favorire anche sinergie e flussi di informazioni tra i cittadini, comuni o le regioni partecipanti al progetto. D’altronde non si capisce perché nell’anno 2010 l’uso delle famigerate ICT (Information Communication Technology) non sia stato compreso ancora pienamente dalle amministrazioni nazionali come strumento di informazione e partecipazione che conferisce un valore aggiunto strutturale a qualsiasi politica, in particolare se territoriali come quelle legate alla mobilità sostenibile.
Purtroppo invece non esiste una banca dati open source che raccolga i siti relativi ai bike sharing system, e un modo per sapere i risultati e le attività in corso sarebbe fare una ricerca a tappeto, e in seguito creare una base dati open source in cui condividere esperienze, progetti eseguiti e futuri.
Questa potrebbe essere l’idea di partenza per creare un portale italiano che si occupi delle iniziative esistenti a livello nazionale, capace di coordinare e creare sinergie tra persone e progetti che vadano in una direzione.
Per qualsiasi informazione più dettagliata relativa ai dati utilizzati non esitate a contattarmi, e se siete interessati a raccogliere le informazioni relative ai singoli comuni coinvolti nel bando, ancora meglio.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati