Il tema delle zone 30 è stato introdotto in Italia da Dario Manuetti e Bruno Gandino nel libro “La Città Possibile”, del 1993, tema che ho poi ripreso in ambito FIAB con pubblicazioni nel 1996 e seguenti. In quel periodo si iniziava a parlare di Moderazione del Traffico anche presso l’Università di Brescia con i professori Busi, Tira e Maternini, soprattutto nell’ambito della conferenza annuale “Vivere e camminare in città”. Il riferimento culturale era la Svizzera ed in particolare l’associazione GMT-SI, Gruppo per la Moderazione del Traffico della Svizzera Italiana, con principale riferimento Lorenzo Custer, autore di pubblicazioni e primi progetti. Per approfondire vedete il volume di FIAB “quaderno Gallimbeni n.7” dal titolo “La moderazione del traffico“, pagine 7 e successive.
Indagando sulle prime esperienze italiane, se per centro urbano intendiamo la città antica, il vero centro – ormai sono molti e si fa fatica a dire – Verona è stato uno dei primi, già con il PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) del 1997, se invece intendiamo tutta la zona urbana allora nessuna città italiana è ancora a 30 km/h.
Sicuramente il tema delle zone 30 si sta consolidando al nord mentre al centro sud è ancora quasi totalmente sconosciuto.
Personalmente, pur avendo realizzato studi e analisi, nessuna di queste si è tradotta in progetto, anche perché i progetti “costruiti” di zone 30 organiche in Italia sono poche e sempre il Quaderno Gallimbeni ne descrive alcune; ho seguito però la fase di comunicazione della zona del Piraghetto a Mestre con una pubblicazione che è ancora in fase di completamento e che mira a illustrare i vantaggi di questo intervento.
Riguardo le reazioni dei cittadini, ci sono moltissimi a favore e molti contrari, chi è un automobilista talmente abituato a non prendere mai in esame la possibilità di andare a piedi o in bicicletta (e ce ne sono tanti!) sostiene che a meno di 40 km/h la macchina “non va” e che non si può fare, chi invece viaggia per l’Europa, ha bambini, e si interessa di salute e sicurezza invece spinge per le zone 30.
Iniziare facendo subito “tutto 30” è una bella trasformazione, l’ha fatta Graz in Austria una decina di anni fa e dopo primi contrasti anche accesi la città ha capito che con la Velocità 30 diffusa c’è meno rumore, più sicurezza, più autonomia dei soggetti deboli come bambini ed anziani.
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