Le politiche per la ciclabilità del Comune di Firenze riflettono in pieno la dote migliore di Matteo Renzi: comunicare comunicare comunicare.
L’ultima uscita del Comune di Firenze in materia di mobilità ciclistica non poteva che essere l’ennesima campagna di comunicazione. Stavolta si tratta di beCycle, un sito web che, si legge: “si propone di mettere in risalto i migliori aspetti della ciclabilità, di sfatare i luoghi comuni e di aprire gli occhi a chi è ancora convinto che quattro ruote siano meglio di due“. E poi ancora: “Una campagna di comunicazione organica per far percepire la mobilità ciclabile come un reale vantaggio e non come un sacrificio. Questo è l’impegno del Comune di Firenze, questo è l’impegno di beCycle“. In breve, sul sito – molto bello – c’è la mappa delle ciclabili e delle rastrelliere (e bagni e fontanelle), 3 itinerari storici suggeriti, ed è in arrivo anche un’app. Il tutto ben confezionato con tanto di presentazione a Palazzo Vecchio e conferenza stampa, ieri mattina.
Appena un mese fa, in occasione dei Mondiali di ciclismo in Toscana, il sindaco Matteo Renzi ha presentato “Piedelibero“, un’iniziativa che prevede il riciclo e la messa a nuovo di biciclette abbandonate ad opera di detenuti ed ex detenuti, con l’obiettivo di favorire il loro reinserimento sociale e allo stesso tempo rimettere in circolazione le bici inutilizzate della depositeria comunale altrimenti destinate alla rottamazione. Anche in questo caso la campagna è stata presentata a dovere, con una serie di manifesti e frasi a effetto da professionisti della comunicazione.
Anche nel 2012, qualche mese dopo la nascita del fenomeno #salvaiciclisti, il Comune di Firenze pressato da ciclisti e associazioni e invitato ad aderire al manifesto “Caro sindaco”, se l’è cavata alla fine mettendo in pratica uno solo dei dieci punti proposti dal manifesto. Indovinate quale? Una campagna di comunicazione, ovviamente. Il risultato sono i manifesti “Certe catene non vanno spezzate“.
Non è un segreto che il sindaco e prossimo candidato alla segreteria PD sia circondato da un ottimo entourage di comunicatori, e ogni iniziativa anche legata solo alla ciclabilità ne risente. E non è un male. Ma ovviamente non è tutto. Ai corsi di mobilità ciclistica all’Università di Verona insegnano che un buon biciplan ha bisogno di: interventi in sede stradale (moderazione del traffico, piste e corsie ciclabili), servizi (bike sharing, intermodalità, rastrelliere) e comunicazione (eventi, manifesti, siti web). Se nella comunicazione il Comune di Firenze è maestro, ultimamente anche sul piano dei servizi si è dato da fare: in occasione dei Mondiali di ciclismo è stato infatti presentato il nuovo parcheggio bici da 800 posti e appena pochi mesi fa è stato concesso di trasportare le bici anche sulla tranvia.

Il nuovo parcheggio bici da 800 posti di Santa Maria Novella
Dove invece il rottamatore ha fatto quasi zero, è sulla moderazione del traffico e sulle piste ciclabili, disattentendo il famoso “patto per la bicicletta” sottoscritto in tempo di campagna elettorale con l’associazione Firenze in bici. Tutto torna, insomma, gli interventi più coraggiosi (e anche più determinanti per favorire un cambiamento), che probabilmente costerebbero una iniziale crisi di consensi, almeno fin qui sono stati negati, mentre si è potuto fare tutto il resto. E non è una questione di soldi, perché realizzare una zona 30 non costa più di un mega parcheggio bici da 800 posti. Senza contare che il centro di Firenze ha un diametro di appena 3 km e delle automobili se ne potrebbe anche fare a meno.
La totale mancanza di attenzione dei sindaci italiani nei confronti della mobilità ciclistica ha portato in molti a ragionare con l’ottica del meno peggio, dell'”almeno lui un po’”, “è già un primo passo”, ecc… vedi il caso Marino e la strampalata pedonalizzazione dei Fori Imperiali a Roma. E’ normale quindi che i due primi cittadini appaiano dei giganti in confronto agli altri eppure se volessimo confrontare Roma e Firenze con delle città europee davvero civili e moderne, con il traffico e le strade congestionate ci farebbero una pessima figura.
Siccome però siamo in tempi di spending review, e come diceva George Herbert “le parole giuste valgono molto e costano poco”, i ciclisti fiorentini si dovranno accontentare di quelle, sotto forma dell’ennesima, riuscitissima, campagna di comunicazione.
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