Il Portogallo vuole uscire dalla crisi con le bici elettriche

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Pochi sanno che il Portogallo è fra i principali produttori di bici in Europa. Ben 700,000 bici sono state prodotte nel 2012 in questo paese di soli 10 milioni di abitanti, mentre la capacità produttiva totale è d 1 milione e 500 mila unità. La stragrande maggioranza di queste bici vengono ordinate da Decathlon per i suoi superstore sparsi in giro per l’Europa, principalmente da due case portoghesi, RTE e A.J. Maias. Essere dipendenti da un unico committente è un rischio, in quanto si ha uno scarso potere di negoziazione.

Per questo motivo, l’associazione di imprenditori del settore è alla ricerca di una strategia volta a differenziare la produzione e aumentare il valore aggiunto di ciò che si produce in Portogallo. La strategia che è stata individuata ha a che fare con le bici elettriche. Il Portogallo vuole sfruttare l’esperienza delle diverse aziende del settore, comprese quelle che producono scooter e motorini, con l’ambizione di creare un centro di sviluppo a livello europeo per i veicoli elettrici leggeri (spesso indicati con la sigla inglese, LEV).

L’iniziativa è stata annunciata durante un recente congresso sulla “Mobilidade Suave” (la mobilità dolce), e rientra in una più ampia strategia nazionale chiamata “Portugal Mobi 2015” (Polo per la Competitività e la Tecnologia nell’Industria dei Trasporti) volta a rilanciare l’economia portoghese dopo anni di durissima crisi. Se il Portogallo riuscirà a presentare un progetto coerente, che sfrutta l’esperienza delle aziende già esistenti in terra lusitana, sarà un valido concorrente per la corsa ad aggiudicarsi gli 8 milioni di euro recentemente stanziati dall’Unione Europea a favore della ricerca sui veicoli elettrici leggeri.

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