Quando mi è stato chiesto perchè una donna adulta, senza figli, più volte alla settimana si alzi prima del dovuto per accompagnare a scuola in bici i bambini degli altri non ho trovato alcuna risposta che andasse oltre ad un generico senso di serenità. Verrebbe spontaneo pensare che sia uno dei tanti modi con i quali donne della mia età sopperiscono a maternità mancate ma chi mi conosce sa che in quanto ad inclinazione naturale verso i bambini sono sempre stata piuttosto limitata. Di fatto tra i volontari di Massa Marmocchi ben pochi hanno figli, alcuni perché ancora assai giovani, altri per scelta di vita.
Come mai allora anche dei ragazzi universitari, di quella fascia d’età in perenne carenza di sonno, si buttano giù dal letto all’alba, attraversano la città in bici con ogni tempo e si presentano puntuali alle otto del mattino quasi ovunque quando potrebbero stare tranquillamente a dormire? Forse ripercorrere la breve-ma-intensa storia di Massa Marmocchi può darci la risposta. Sei mesi fa, all’inizio dell’anno scolastico, una mamma di una scuola milanese contatta Critical Mass chiedendo supporto di “esperti” per accompagnare i bimbi a scuola lungo il trafficatissimo viale Monza.
L’intento principale è quello di sensibilizzare il Comune di Milano sui problemi della mobilità sostenibile che in quella zona sono particolarmente impellenti. Critical Mass aderisce con entusiasmo all’iniziativa, chiama a raccolta i suoi membri più attivi e pronti-via! tutti a fare scorta. Ben presto, grazie al passaparola tra genitori le richieste aumentano, altre scuole aderiscono sino ad arrivare alle 15 attuali. Ogni scuola interessata concorda con “In bici a scuola” (nome ufficiale dell’iniziativa) una o più date con cadenza settimanale, mensile, occasionale; ogni accompagnatore si presenta quando può e dove può.
Ma perchè ci andiamo? Prima di tutto perché è molto piacevole, e quando inizi la giornata divertendoti non accetti più di passare direttamente dal letto alla scrivania senza farti prima due risate e due pedalate in compagnia. Ormai per noi è come iniziare la giornata senza colazione, e l’allegria ti carica più del caffè. Ci si trova alle otto, si radunano i bambini, che a quell’ora sono già tutti iperattivi, spesso spuntano dolci, bevande calde e vari generi di conforto, nonchè trombe trombette e campanelli per rendere il gruppo più festoso. Alle otto e un quarto tutti in sella e si parte, seguendo l’accompagnamento musicale in testa. Si fa un giretto del quartiere, a volte una seconda “tappa di carico” e alle otto e trenta i bimbi entrano a scuola.
Tra i grandi qualcuno scappa al lavoro, altri vanno a fare colazione assieme, altri ancora si fermano per un’ultima chiacchiera. In una città frenetica come Milano tutto questo potrebbe sembrare “tempo perso”, e così la pensano gli automobilisti imbufaliti perché devono rallentare la loro corsa di qualche minuto per far passare la massa. Per noi invece è tempo speso benissimo: i bambini sono davvero felici, si divertono ed imparano ad andare in bici nel traffico, forse un giorno saranno adulti liberi dalla schiavitù della macchina. In più, giocano tra di loro quel quarto d’ora prezioso prima di entrare a scuola, così come noi grandi ce la raccontiamo tra di noi, e la giornata inizia senza stress per tutti.
E’ un modo come un altro per rallentare il ritmo, per prendersi i propri tempi, per smetterla di correre come criceti nella ruota, per ribaltare la prospettiva e mettere finalmente il piacere prima del dovere. E’ una piccola forma di ribellione a questa città, ai suoi ritmi incalzanti, al non-senso del suo traffico, all’isteria collettiva che coinvolge tutti sin dal mattino presto; un modo per dire fermatevi, fermiamoci. E se alla sera dobbiamo recuperare quella mezzoretta al lavoro pazienza: la giornata è iniziata col sorriso e va bene così, anzi benissimo.
Se anche tu vuoi partecipare alle pedalate della massa marmocchi coi tuoi bambini o come volontario, scrivi a: [email protected]
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