Itala Pilsen: una cassa di birra in legno, erosa dagli anni sui bordi, ma solidamente in se stessa, fissata sul portapacchi anteriore di una normale bicicletta da viaggio stile anni cinquanta color rosso bordò. Cavalcata dal prode Brocco, abbigliato con gli adeguati pantaloni alla zuava in velluto a coste grosse… per non esagerare, nella parte alta indossa la divisa della storica società: Pedale Veneziano 1913.
Ma dove va? Stupisce, incuriosisce, strappa qualche sorriso di sufficienza, “sbruffone egocentrico” pensa più di qualcuno.
Tranquillamente assieme a noi si insinua tra biciclette di alto livello tecnologico, superleggere, MTB fullsuspended, storiche perfettamente restaurate, scatto fisso, ciclocross/gravel, e via dicendo… esemplare unico la sua.
Grazie al nostro presidente ci troviamo a partecipare alla bellissima manifestazione organizzata dai fratelli Scavezzon: da Mirano ad Asolo e ritorno lungo un percorso quasi totalmente sterrato seguendo il corso dei fiumi.
In quindici abbiamo aderito all’invito, quindici ciclisti di svariati stili, ingolositi dalla stravagante impresa, pronti a vivere un esperienza nuova. Sebastiano e Ausilia che hanno attraversato l’Alaska, i coniugi Bastianello grandi viaggiatori, Mario e Nico conquistatori delle vette più ambite, la giovane Alice coinvolta nel brevetto del Grappa che senza batter ciglio compie l’ascesa da sei versanti, i due Alberto che scorrazzano per il mondo: Cina, Terra Santa, Africa e altro, Mauro e Romeo ciclisti vaganti che a volte viaggiano, Gabriele e Stefano assidui partecipanti al programma della società, Roberta solitaria viaggiatrice che in occasione del centenario si è unita al gruppo, cimentandosi con successo, nel viaggio a Dubronik, e lui, l’uomo randonnée, quello delle seminotturne.
La bici con la cassa di birra, sonoramente, impone il ritmo della pedalata, come il tamburo sulle antiche navi a remi dava il tempo ai vogatori, un ritmo sostenuto che manda all’aria la condizione del “ragionevolmente piano” consigliata e condivisa da più di qualcuno, che preso dall’entusiasmo si abbandona al piacere della velocità.
La giornata è splendida, il cielo è terso, la brezza mattutina punge leggermente… perché non andare? Così, con il toc toc, il drappello mantiene la bella andatura con divertimento… energie ce ne sono.
Il percorso si snoda tra la campagna seguendo il corso d’acqua dal Rio Serraglio al Tergola, per confluire sul Muson dei Sassi, i campanili compaiono e scompaiono, gli uomini in fuga si alternano e il serpentone nero verde si allunga e si accorcia. Pure Alice si permette di guidare il gruppo dimostrando con sicurezza la conoscenza del percorso nei punti nevralgici. Uniti e compatti arriviamo al controllo di Camposanpiero dove ci permettiamo un break, una sosta tecnica e la condivisione dell’allegria che regna tra noi. Avanzando il percorso riserva suggestivi passaggi, il fiume scorre limpido al nostro fianco immerso nella folta vegetazione che in certi punti crea un tunnel naturale. Incontriamo partecipanti di ritorno che sfrecciano a folle velocità, incuranti del regolamento, terrorizzano, agitano donne vecchi e bambini desiderosi di godere la tranquillità, la pace di questo fantastico “Sentiero degli Ezellini” passeggiando… perché mancare di rispetto e mettere in cattiva luce i gentiluomini della disciplina ciclistica? Polemica? Si! Sono intollerante alla maleducazione!
La Rocca di Asolo imponente dall’alto vigila il nostro avanzare, in un angolino della piazza, tra i trattori in attesa della benedizione, c’è il timbro e la banana per Alice e anche per noi.
Scaliamo l’ultima rampa per culminare all’osteria dell’amico Franco dei Tabari per festeggiare il giro del paletto. Beoni, siamo dei beoni caraffe di birra, pane e porchetta ed ecco che il Broccomannaro anticipa il plenilunio, la peluria cresce cospicua concentrata sotto al naso… compaiono dei folti baffoni… il baffo dell’Itala Pilsen più accattivante di quello della Moretti, che compagnia di bontemponi. Ritorniamo sui nostri passi con rinnovato entusiasmo, carichi di nuova energia per concludere la sfida.
Con il sole al tramonto, uniti e compatti apponiamo il timbro d’arrivo e diamo inizio ai festeggiamenti onorando l’ospitalità dei fratelli Scavezzon…. Simpatici, cordiali, generosi, geniali per aver organizzato ineccepibilmente questa meravigliosa manifestazione e per l’abbondante rinfresco finale… bravi !!!
“Questa è per te” dice uno di loro consegnando una sella a Massimo
“Grazie!” risponde con aria sorpresa
“Ho scommesso che non ce l’avresti fatta a completare il percorso, complimenti, son contento di aver perso”.
Mi congratulo e ringrazio ulteriormente Alberto Fiorin, il nostro presidente, che ancora una volta ha saputo coinvolgere i vari stili di pedalata ragruppandoci nella sfida dei 150 km percorsi su di un fondo impegnativo, ostile alla scorrevolezza, che richiede volontà e determinazione per sconfiggere la crisi degli ultimi chilometri, regalando la soddisfazione del traguardo. Ci siamo divertiti, siamo stati contenti, ognuno di noi si è portato a casa la propria porzione di gioia nel condividere l’avventura. Evviva il Pedale Veneziano!
Fatta tutta d’un fiato o quasi … molto bella!
……ancora una volta con il racconto di una favola…..bravo Romeo….ci fai vivere una giornata insieme a voi….Vittorio.
Favolosa esperienza , siamo davvero una gran bella famiglia! Fantastico ……..Nestore il tuo racconto! Come sempre……..