Bici, mezzi privati e pubbliche virtù

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“Libera nos a auto”. Il 33,7 per cento degli italiani che si sposta abitualmente in automobile rinuncerebbe volentieri a farlo con il proprio mezzo privato motorizzato se esistessero alternative comode, pratiche e sicure per poter arrivare a destinazione utilizzando il trasporto pubblico locale senza dover aspettare ore alla fermata o la bici senza rischiare di essere investiti a ogni incrocio. Se oggi in Italia il 61,1 per cento degli spostamenti quotidiani avviene in automobile e solo il 15 per cento si compie sui mezzi pubblici è evidente che c’è qualcosa che non va.

I dati provengono da una recente ricerca dell’Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) pubblicata a maggio 2015 nell’ambito di Audimob, un Osservatorio sui comportamenti di mobilità degli italiani. Il campione statisticamente rappresentativo della popolazione residente nel nostro territorio, intervistato tra ottobre e dicembre 2014, ha fornito anche molte altre risposte in linea con le istanze che da anni i cittadini fautori della mobilità nuova propongono agli amministratori pubblici per decongestionare le città dal traffico privato motorizzato e rendere le strade più vivibili per tutti.

Prima del voto quasi tutti i politici sono pronti ad ascoltare e, soprattutto, a promettere: ma poi, troppo spesso, una volta eletti “dimenticano” in fretta. Così i piccoli interventi di manutenzione urbana per rammendare il tessuto stradale e sociale della città lasciano il posto ad anonimi megaparcheggi di scambio che portano altro traffico e la mobilità alternativa all’auto diventa un argomento buono per i convegni dove continuare a promettere cambiamenti “improcrastinabili e necessari” che vengono puntualmente rimandati alle calende greche. O alle prossime elezioni.

Tornando alla ricerca dell’Isfort, è interessante notare come ben il 76,7 per cento degli intervistati (vale a dire 3 italiani su 4, ndr) ritiene che la bici andrebbe incentivata come mezzo alternativo all’automobile con investimenti pubblici e politiche di sostegno mirate, al secondo posto dopo il mezzo pubblico (84 per cento) e subito prima del bikesharing indicato nel 52,6 per cento dei casi. A seguire car sharing, car pooling e taxi raccolgono rispettivamente percentuali del 42, 2, del 36,6 e del 25, 3 per cento.

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Chi chiede politiche a sostegno delle biciclette? L’81,8 per cento di chi ha un’età compresa tra 14 e 29 anni, il 79,8 per cento di chi vive in grandi città e il 78,6 per cento di chi risiede nel Nord-Est del Paese. Interessante notare che, tra gli over 65, almeno 7 su 10 sono favorevoli a incentivare l’uso delle due ruote a pedali.

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Un discorso a parte va fatto per il bikesharing: le percentuali di favorevoli scendono, in alcuni casi di molto. Un dato non casuale, come sottolineano gli autori della ricerca: “Questi servizi sono più diffusi e conosciuti nei luoghi dove le amministrazioni pubbliche hanno adeguatamente investito nel sistema, accentuandone funzioni e potenzialità: in sostanza laddove si è deciso di incentivare l’uso del trasporto collettivo, sugli assi pendolari e radiali, integrandolo con stazioni di bici condivise (in molti casi a uso gratuito almeno per la prima mezz’ora) per gli spostamenti sull’ultimo miglio”.

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Quali ragioni potrebbero spingere gli italiani a utilizzare la bici almeno per 2 o 3 volte la settimana? A questa domanda i potenziali utenti abituali della bici – ossia il 63 per cento degli intervistati – indicano come prioritaria la richiesta di poter disporre di più percorsi ciclabili (nel 77,1 per cento dei casi). Se le strade sono percepite ancora come troppo pericolose per pedalare in molti casi dipende dal fatto che in molte città lo spazio su strada è saturato dalle auto in movimento e da quelle in sosta, spesso su entrambi i lati della carreggiata. Cominciare a disegnare percorsi ciclabili sicuri su strada – e non sui marciapiedi – all’interno delle aree urbane: questa sì che sarebbe una grande opera pubblica virtuosa, utile per incentivare la mobilità nuova e dare un po’ di ossigeno alle nostre città invase dalle auto e soffocate dallo smog.

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L’immagine in apertura è la rastrelliera a forma di auto “Car Bike Port” realizzata da Cyclehoop

Commenti

  1. Avatar Giovanni ha detto:

    Quanto alle promesse pre-elettorali e agli immancabili dietrofront anche a Milano, dove a detta di molti (recentemente anche Celentano), questa amministrazione avrebbe lavorato bene per le bici, di fatto hanno realizzato interventi solo (o quasi) dove la ciclabile non dava fastidio a chi deve parcheggiare l’auto.
    E’ il caso di via Forze Armate con la ciclabile appena realizzata a inizio mandato fatta cancellare in tutta fretta dall’assessorato di Maran
    http://www.ciclobby.it/cms/7-notizie/32-dietro-front-sulla-ciclabile-in-via-forze-armate

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