Quanti siamo? Tanti, tantissimi: probabilmente più di quanti immaginiamo. I ciclisti urbani che pedalano ogni giorno sulle strade sono una presenza costante e in crescita in molte città del nostro Paese e anche sui social si difendono bene. Lo dimostra il recente esperimento lanciato da VeloLove su Twitter. L’account del Festival Nazionale del Ciclismo Urbano ha invitato i propri follower a twittare con l’hashtag #censimentociclistiurbani per riconoscersi, fare “massa critica” e lanciare messaggi a favore della mobilità nuova. La risposta non si è fatta attendere e, in poche ore, la campagna social partita quasi per gioco è diventata virale.
Centinaia di account hanno fatto salire l’hashtag nei trending topic a colpi di retweet e preferiti, tanto da raggiungere il 5° posto assoluto in Italia (nella giornata di martedì 16 giugno 2015, ndr) . Una “scalata” degna delle salite più impegnative: un “piccolo Stelvio” raggiunto grazie all’impegno di tanti ciclisti diversi che hanno pedalato uniti verso un obiettivo comune. Chi in piedi sui pedali, chi stando in scia per dosare le forze, chi in presa bassa e spingendo a tutta: differenti stili per migliaia di pedalatori quotidiani che hanno deciso di partecipare a questo “censimento” rivendicando con orgoglio di andare in bicicletta: non solo un mezzo di locomozione ma, per molti, un vero e proprio stile di vita.
Leggendo i messaggi e guardando le foto a corredo dei testi contrassegnati dall’hashtag #censimentociclistiurbani ci s’immerge in una realtà colorata, caotica e gioiosa: probabilmente l’esatto contrario di quello che accadrebbe se si tentasse di fare un analogo censimento degli automobilisti. Loro, frustrati perché costretti per ore nel traffico, bloccati in coda, chiusi in un abitacolo sempre più pieno di ammennicoli per tentare di distoglierli dal fatto che sono fermi, chiusi in una bolla di plastica e lamiera mentre tutt’intorno a loro il tempo continua a scorrere e la vita è appena fuori dal finestrino: così vicina eppure così irraggiungibile.
Tra le tante voci che hanno accompagnato la “critical mass digitale” non poteva mancare quella del movimento #Salvaiciclisti che ha ringraziato la propria community per aver partecipato così numerosa. Tantissime voci, bici di tutte le tipologie e persone delle più varie estrazioni: commuter intermodali in pieghevole, bike messenger a scatto fisso, liberi professionisti in giacca e in sella a una bici da corsa vintage, mamme e papà con seggiolini sul portapacchi e prole al seguito, giovani-adulti e anziani-bambini accomunati dalla comune passione per la bici che non ha età.
Questo “censimento” aveva l’obiettivo di dare corpo e voce alla presenza dei ciclisti urbani non solo sui social network, ma soprattutto sulle nostre strade: contarsi su Twitter per poter contare di più come persone-che-pedalano, testimonial in sella di una mobilità davvero nuova e diffusa in modo capillare dalle grandi città ai piccoli centri. I ciclisti urbani non sono invisibili e continueranno a segnalarlo a chi continua a fare finta di non vederli. In sella ogni giorno sulle strade, prossimamente di nuovo pedalando compatti anche sui social.
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