Negli scorsi anni il mondo della bici ha assistito a un trend estremamente interessante e unico nel suo genere: orde di giovani ciclisti hanno iniziato a rispolverare le vecchie bici da corsa di genitori e nonni per poi smontare freni e cambio e convertirle in delle fixie ruggenti da utilizzare in ambito urbano. Nell’arco di qualche anno molti di questi hanno notato che per fare delle bici da pista è meglio ricorrere a dei telai da pista e che le vecchie bici del babbo o del nonno meritavano di tornare all’assetto originale. Nel frattempo, esplodeva il fenomeno dell’Eroica che, dopo la cessione del marchio, è divenuto un caso di portata mondiale grazie alla creazione delle varie declinazioni locali (Eroica Britannia, Eroica California, etc.) e ha reso ipercool il possesso di biciclette d’epoca.
La diretta conseguenza di questa serie di eventi è che già da un primo sguardo superficiale ai padiglioni di Eurobike, la fiera della bici più grande del mondo, si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a quella che potremmo chiamare “eroicomania“, un brusco ritorno ai fasti passati del mondo della bicicletta, fatto di tubi in acciaio, colori ormai dimenticati o caduti in disuso, serie sterzo filettate, telai a congiunzioni, forcelle in acciaio e tutto ciò che ha rappresentato il periodo d’oro del ciclismo mondiale, il periodo in cui l’Italia era la stella polare nel mondo per la produzione di biciclette da corsa.
A segnare il passo sono ovviamente i marchi nostrani che attingono a piene mani dal proprio repertorio storico riuscendo a reinterpretare in chiave moderna modelli di bicicletta che hanno tutto il gusto dei bei tempi andati. Ed è così che quest’anno il marchio Wilier Triestina ha rotto gli indugi e ha proposto un ritorno del mitico colore ramato applicato su un telaio in acciaio a congiunzioni che porta il nome di “Super Leggera”, associato a un gruppo Campagnolo Record.

Wilier ripropone il celebre ramato
Analogo discorso anche per Ritchey che presenta un nuovo telaio dal nome evocativo, Classic, con una colorazione che rimanda direttamente agli anni ’70, quando il marchio Ritchey ancora neanche esisteva. Particolarmente interessante è poi il modo in cui viene proposta la bicicletta: legata saldamente a un parchimetro con uno u-lock, fa capire esattamente la destinazione d’uso del nuovo modello.

Ritchey rievoca un passato che non mai esistito
Una reinterpretazione del passato arriva anche da De Rosa che lancia la nuova bici “Âgé”, una composizione di tubi in acciaio saldati con il filet brazing che danno vita a un telaio che riesce a mettere insieme l’immagine di un passato ormai lontano (lucidato a specchio), con geometrie di oggi.

De Rosa, propone uno stile vintage su misura
Ma il richiamo del vintage si sente forte anche al di là delle Alpi e per questa edizione di Eurobike, lo storico marchio francese Motobecane fa un ritorno importante ripresentando una delle icone del frame building transalpino: il telaio a rondinella.

Motobecane e il ritorno del telaio “a rondinella”
Lo stesso stile è di ispirazione anche per l’azienda polacca Romet che ne propone una versione sicuramente meno curata nei dettagli, ma altrettanto evocativa.

La Polacca Romet insegue il trend.
A beneficiare maggiormente del nuovo trend del vintage sono però tutte quelle aziende che sono direttamente legate all’Eroica e che hanno la possibilità di presentare prodotti che riportano il celebre marchio.
È per questo che SMS Santini ha una parte importante del proprio stand destinato a maglie realizzate in misto lana/acrilico e che rimandano direttamente alla manifestazione di Gaiole in Chianti.

Santini p sponsor ufficiale di tutte le manifestazioni Eroica
E poi c’è Bianchi che ha realizzato una bicicletta ispirata alle bici da corsa degli anni ’50 e ’60 e che è in grado di rispondere ai criteri stringenti previsti per la partecipazione all’Eroica (manettini del cambio al tubo obliquo, pedali con puntapiedi).

Bianchi per L’Eroica: una bici nuova vestita da vecchia gloria
Il fascino del vintage nella casa di Treviglio ha finito, però, anche per sconfinare oltre il modello “L’Eroica” ed approdato anche nella modernissima modello da ciclocross “Zurigo” su cui viene riproposta la grafica storica del marchio Bianchi.

Il vecchio logotipo di Bianchi inizia ad apparire anche sulle biciclette di nuova concezione.
Chi invece è stato investito da un’ondata vintage è il marchio OLMO che ha rispolverato il proprio logo storico per ricollegarsi all’immagine di Giuseppe Olmo, fondatore dell’azienda e vincitore dell’oro olimpico a Los Angeles del 1932.

Olmo è passato direttamente al restyling integrale del marchio in chiave vintage
Per capire che la riscoperta del vintage non è un fenomeno passeggero, basta spostarsi dalle sponde del Lago di Costanza alle varie capitali europee dove la bicicletta è il mezzo di trasporto di chi non ha tempo da perdere nel traffico e la bici da corsa, in particolare, è il mezzo per chi ha a cuore ogni minuto. In queste capitali, le vecchie glorie di fattura italiana e francese sono il non plus ultra dello stile. I produttori nostrani se ne sono accorti.
Alleluja.
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