É proprio bella Londra, e mi colpisce la quantità di ciclisti che circola per il centro. Sono tanti, veloci, disciplinati. Il traffico è rispettoso della loro presenza e, ai semafori ci sono addirittura aree a loro dedicate. Che bello sarebbe visitare la città in bici! Poi, lungo il Tamigi, mi colpisce un cartello che definisce i ciclisti i benvenuti! È fatta,mi sento onorata dell’invito e decido di non declinare: l’anno prossimo vengo a Londra in bicicletta. Dopo la solenne promessa non mi resta che organizzare la gita che dovrà essere bella, interessante, originale. Contatto le amiche cicloturiste e subito iniziamo a definire l’itinerario.
Decidiamo di partire dalla piazza di Notre Dame a Parigi dove, dopo che sull’attenti abbiamo ascoltato l’Inno di Mameli, diamo la prima emozionata pedalata. Io, Annalaura e Martina, con le nostre biciclette cariche di borse, ci inoltriamo nei cortili del Louvre, nei giardini delle Tuileries, sugli Champs Elysees fino all’Arc de Triomphe per poi imboccare il Bois de Boulogne.
Siamo immerse nel traffico parigino prima di inoltrarci nei silenzi e nella quiete della campagna. Al tramonto arriviamo a Conflance st Honorine siamo ancora nell’Isle de france e la Senna in quel punto disegna un’ansa molto suggestiva Sulla riva destra ci sono ormeggiate parecchie house boat e un barcone, il più originale, ospita una chiesa.
Questo paesino è proprio bello e il B&B dove siamo alloggiate ha qualcosa di magico.
La nostra camera con un’abile mossa dei proprietari, viene dotata di un grazioso soppalco a cui si accede da una scala…comparsa dal nulla. Rimaniamo a bocca aperta!
Il nostro itinerario si sviluppa esclusivamente lungo stradine di campagna sterrate, sentieri nei boschi, argini dei fiumi, piste ciclabili.
La traccia ci è stata fornita da “Avenue verte Paris London a velo” ma noi abbiamo apportato modifiche, aggiunto deviazioni, aumentato le difficoltà per rendere più nostro il tragitto.
È domenica mattina e da Conflance partiamo per Saint Germer de Fly.
Vogliamo scoprire e gustare ogni cosa che ci sembra interessante per cui facciamo la prima deviazione.
Lungo l’argine dell’Oyse, raggiungiamo Cergy dove, in mezzo al nulla, si erge una splendida passerella rosso fuoco.
Nelle foto, a casa, si capiva che era molto bella ma percorrerla alle prime luci del mattino in una splendida giornata di sole….ci riempie di ottimismo.
Abbandoniamo l’Oyse e raggiungiamo la valle dell’Epte. Questo fiume ci accompagnerà per un lungo tratto e conosceremo i suoi argini, i ponticelli in legno che lo attraversano, le colline a perdita d’occhio che lo circondano. La strada sterrata che stiamo percorrendo, si inoltra in un fitto bosco e per una ventina di km fatichiamo a vedere la luce del sole tanto è fitta la vegetazione. Tutto procede a meraviglia se non fosse che, quando diciamo a qualcuno dove siamo dirette, immancabilmente questi cambiano espressione e preoccupati ci informano che troveremo salite molto ripide.
Serpeggia tra noi l’idea che arrivare a St Germer sarà dura. Siamo in sella da stamattina,il sole sta tramontando. A Gisors, dove ci fermiamo a mangiare qualcosa,ci raccontano di una salita impossibile da affrontare con le nostre bici cariche.
Ma com’è che a noi tutta sta paura ci stimola? Partiamo per gli ultimi 20 km determinate, grintose. Siamo talmente cariche che potremmo affrontare il Mortirolo anche se oggi nelle gambe abbiamo già una novantina di km.
Per esorcizzare l’ansia della “montee terrible”, scherziamo e ridiamo tra noi.
I racconti degli indigeni erano esagerati!
Tutto sommato siamo un po’ deluse da questa mancata “prova estrema” ma ancora non sappiamo che avremo modo di rifarci…ampiamente in Inghilterra!
A St Germer de Fly alloggiamo in un’elegante e accogliente dimora di fianco alla splendida abbazia dei Benedettini.
È qui, in un’atmosfera d’altri tempi, tra arredi antichi e dettagli preziosi che ho la conferma di come un piatto di spaghetti cucinati al dente possano essere un’esperienza iniziatica!
E lunedi? Lunedi Dieppe!
Continuiamo ad incrociare l’Epte pedalando in una vallata molto simile alla Val d’Orcia ma con salite più impegnative.
La deviazione verso Bazancourt non era programmata ma,come per tante cose che capitano per caso, si rivela una mossa azzeccata e un panorama indimenticabile.
Lungo le ripide salite verso la Normandia,sotto il sole di mezzogiorno ci supera un gruppo di turisti che usa biciclette elettriche.
Sono sorridenti, spavaldi, sicuri di suscitare la nostra invidia.
La nostra concezione di viaggio in bici dista anni luce dalla loro,noi amiamo la stanchezza a fine giornata, i nostri muscoli indolenziti,la parestesia alle falangi della mano, il nostro sudore!
E poi mi chiedo: la loro birra a fine giornata avrà lo stesso sapore della nostra?
Arriviamo stanche a Forges les Aux ma tre baguette appena sfornate ci rimettono in pista e poi qui c’è l’acqua ferruginosa e a me dall’anno scorso piace tanto…
I 60 km che ci dividono da Dieppe li percorriamo su una bella ciclabile fitta di alberi,in leggera discesa con il fiume che scorre alla nostra sinistra: un paradiso.
Il traghetto per Newhaven parte a notte fonda, noi siamo determinate a dormire ma l’impresa si rivela impossibile.
Sono le 4 del mattino, siamo nella stiva in attesa di sbarcare. Siamo assonnate, fa freddo…preferirei essere altrove ma poi la voce di Eylem, una ciclista parigina conosciuta a bordo, si alza forte per chiedere: Are You ready? E ci trasmette una fortissima carica.
Scendiamo, ciao Inghilterra!
Alle prime luci dell’alba pedaliamo verso Brighton su su su a fatica con il vento contrario poi giù lungo la bella discesa e, finalmente, la ciclabile che costeggia le bianche scogliere dove, si dice, sia sepolto Mago Merlino.
Immerse in questa struggente bellezza, sedimentata nei secoli, è facile illudersi di essere al di sopra di ogni problema e di ogni debolezza.
È questa sensazione ciò che cerco in un viaggio e, quando la conquisto dopo una lunga pedalata, ho l’illusione che duri per sempre.
Trascorriamo la notte a Redhill. Dopo una partenza in netta salita, strappi con pendenza al 22%, attraversiamo una lunga serie di parchi il cui accesso è delimitato da cancelli che si aprono a spinta.
Arriviamo alla periferia di Londra e attraversiamo quartieri tranquilli dove troviamo salite impegnative.
Poi inizia la discesa verso il Tamigi che ci appare all’improvviso. È un attimo,giriamo la bici verso il ponte di Westminster e la vista del Big Ben ci toglie il fiato!
Incuranti del traffico ci fermiamo sul ponte e iniziamo a scattare foto e a scambiarci abbracci e congratulazioni.
Ce l’abbiamo fatta, è stato bello!
La birra che ci beviamo sedute davanti alla statua dell’ammiraglio Nelson in Trafalgar Square ha un sapore tutto speciale, di felicità pura!
Siete dei grandi! Massima stima per gente come voi che capisce l’importanza e il piacere di un viaggio a bordo di una bicicletta!