Helsinki vuole dire addio alle auto private entro il 2025

Helsinki ha un obiettivo ambizioso: entro il 2025, si prevede di eliminare il bisogno di qualsiasi residente in città di possedere una macchina privata. L’idea è quella di ottimizzare la combinazione del servizio di trasporto pubblico e privato in modo i cittadini possano utilizzare la modalità più veloce o più economica per spostarsi. “Il compito della città è quello di consentire a questo mercato di emergere”, spiega Sonja Heikkilä, un ingegnere dei trasporti che lavora per l’amministrazione di Helsinki.

helsinki

Lo scrive William D. Eggers nel suo ultimo libro “Delivering on Digital: The Innovators and Technologies That Are Transforming Government”, di cui qui riproponiamo un ampio brano – pubblicato sul sito fastcoexist.com – che riguarda le future politiche di trasporto in un’ottica di car free cities e riduzione del traffico negli agglomerati urbani.

Le linee di autobus sarebbero dinamiche, cioè cambierebbero in base alla domanda effettiva in qualsiasi momento. Dalla progettazione al pagamento, ogni elemento del sistema sarebbe accessibile attraverso dispositivi mobili. I cittadini potrebbero utilizzare i loro telefoni per organizzare passaggi in auto, un bus on-demand, una vettura automatizzata, trasporti speciali per i bambini o il trasporto pubblico tradizionale. Le persone potrebbero acquistare “pacchetti mobilità” da operatori privati che darebbero loro una serie di opzioni a seconda del tempo, dell’ora del giorno e della domanda.

L’idea è quella di prendere un sistema di trasporto per eccellenza “fisico” – progettato cioè intorno a veicoli, strade, ponti, metropolitane e autobus – e invertire tale paradigma verso un sistema digitalizzato che garantisca a ciascuno la possibilità individivuale di spostarsi e a ogni viaggiatore dal punto A al punto B di effettuare lo spostamento nel modo più veloce e più efficiente possibile.

Questa visione ambiziosa di Helsinki sottende un fenomeno molto più grande:
una nuova era di “smart mobility” guidata dall’innovazione tecnologica. I pendolari non dovranno più possedere un’automobile da avere a disposizione per spostarsi e non dovranno neanche pianificare in anticipo il carpooling per condividere uno spostamento in auto. E non dovranno neanche aspettare un passaggio a casa quando piove e non c’è un taxi nei paraggi. Nel frattempo, i produttori di automobili stanno svilippando la prossima generazione di veicoli a guida autonoma che miglioreranno i flussi di traffico e la sicurezza.

Gli urbanisti stanno cercando di capire come l’ecosistema della mobilità digitale di oggi può aiutare a raggiungere in anticipo gli obiettivi di politica pubblica, come ridurre il traffico. Queste politiche potrebbero anche produrre benefici connessi, come un minor numero di incidenti stradali, una migliore qualità dell’aria, e una più piccola impronta urbana per il parcheggio. Eppure oggi questi vantaggi vengono in gran parte vanificati perché i modelli di trasporto innovativo di business tendono ad operare per compartimenti separati tra loro (e non in modo armonico e interconnesso).

Ciò che serve è un soggetto in grado di integrare tutti questi diversi attori di trasporto e innovazioni: le agenzie di trasporto pubblico sono le organizzazioni che naturalmente dovrebbero raccogliere questa sfida. Con questi ruoli di integrazione tra i diversi soggetti, potrebbero esplorare partnership che estendono la portata delle imprese di condivisione degli spostamenti per promuovere gli obiettivi della politica di aumento del carpooling e conseguente riduzione del traffico motorizzato. Oppure potrebbero incoraggiare il car sharing come parte di una strategia a lungo termine per costruire una maggiore consapevolezza pubblica delle opzioni multimodali. Si potrebbe anche cercare di far salire più persone in bicicletta o sostenere la ricerca e la sperimentazione di veicoli autonomi attraverso accordi tra soggetti pubblici e privati.

Commenti

  1. Avatar il grande roberto ha detto:

    l’attività di raggiungere questi obiettivi non può essere demandata alle strutture private che hanno altri interessi e cozzerebbero comunque con il muro politico. E’ una competizione interessante dal punto di vista tecnologico e trascinerebbe l’imprese nell’innovazione, sollecitando quindi benefici futuri , che, come vediamo, sono demandati ad altri per distrazione politica e scarsa mobilità.

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