News

Belgio, 400’000 ciclisti pagati per andare al lavoro in bici

In Belgio l’ammontare del rimborso per chi va al lavoro in bici è stato recentemente aumentato, portandolo a 23 centesimi di euro per chilometro. Questo progetto è attivo dal 1999.

in bici al lavoro

Abbiamo recentemente parlato in modo approfondito dell’iniziativa Cycle to Work del Regno Unito, che aiuta i lavoratori ad acquistare nuove biciclette da usare per andare al lavoro. Esistono anche altri modi per incentivare le persone ad andare in bici al lavoro. Qualche tempo fa ha fatto il giro del web la proposta francese di pagare i ciclisti a seconda della distanza coperta in bici; pochi sanno però che questa proposta deriva da un’iniziativa belga attiva fino dal 1999.

Come funziona

I lavoratori che si recano sul luogo di lavoro in bici ricevono un rimborso spese da parte dell’azienda. Le aziende possono scegliere se concedere o no questo rimborso, e possono sceglierne anche l’importo: fino ai 0,23€ per chilometro, il rimborso non è tassato in alcun modo (i lavoratori non devono inserirlo nella dichiarazione dei redditi; le aziende non devono pagare contributi sociali su questa cifra). Se l’azienda sceglie di rimborsare una cifra superiore, la parte eccedente è tassata come salario.

Per altri dettagli sul funzionamento vi rimandiamo al sito del ministero delle finanze belga (in francese).

Le cifre del Cycle to Work alla belga

Il numero di lavoratori che sfruttano questa possibilità si è alzato di molto negli ultimi anni; fra il 2011 e il 2015 è aumentato di ben il 30%. Al momento ben 406mila lavoratori belgi (pari al 9% della forza lavoro), ricevono questo rimborso su base chilometrica. Nel 2015 hanno percorso più di 420 milioni di chilometri, contribuendo enormemente alla riduzione delle emissioni di gas nocivi e facendo risparmiare allo stato belga cifre rilevanti in termini di spesa sanitaria. I costi diretti per lo stato (derivanti dalla riduzione nelle imposte grazie alla deducibilità dei rimborsi pagati dalle aziende) sono pari a 93,3 milioni di euro.

Altre misure pro-bici

Interessante notare che altri investimenti fatti dai datori di lavoro per favorire l’uso della bici sono deducibili al 120%. Si tratta ad esempio di spese per realizzare parcheggi sicuri per le bici; per installare docce; per acquistare e manutenere flotte di bici aziendali.

E in Francia?

Com’è andato a finire l’esperimento francese? Dopo la sperimentazione del 2014, nel corso del 2016 sono stati precisati alcuni aspetti. La concessione del rimborso è stata resa facoltativa (durante la sperimentazione le aziende erano obbligate a concederlo); è stato posto un limite di 200€ all’anno; è attiva solo nel settore privato, anche se dall’agosto 2016 è in fase di sperimentazione anche per i dipendenti dei ministeri dell’Ambiente e dell’Abitazione (Ministère du Logement).

 

Commenti

  1. Avatar Marco Di Giambattista ha detto:

    Andato oggi per la prima volta in Bici (Bruxelles) e devo dire che è un mezzo suicidio andare in bici da queste parti. Zero rispetto dagli automobilisti, zero bike lanes, 30% del tragitto fatto su pavè, marciapiedi (sconnessi) e binari del tram. Invede di dare sussidi, rendessero la città bike friendly che la possibilità di creare bike lanes c’è, sennò dotassero i volenterosi di mezzi da Downhill.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *