E-bike

Speed-ebike a 45 km/h: pro e contro

Le speed-ebike sono bici elettriche particolari, in grado di raggiungere i 45 km/h, contro i 25 km/h delle bici elettriche “normali”. In Italia per il momento non sono molto diffuse, ma in altri paesi cominciano a esserlo. La domanda è: questo è un bene o un male per gli altri ciclisti? Come dovrebbe essere regolamentata la materia? Proviamo a offrire alcuni punti di vista in modo, per quanto possibile, obiettivo. Quest’articolo è influenzato dal dibattito su questi temi avvenuto al recente Velo-City 2017 di Nimega, Paesi Bassi.

La differenza fra una speed-ebike e una bici elettrica “normale”

Le normali bici elettriche in commercio hanno una velocità massima assistita di 25 km/h, e un motore con potenza massima di 250Watt; agli occhi della legge sono del tutto uguali alle biciclette “muscolari”.

Le speed-ebike invece sono una categoria a parte: hanno un motore con potenza superiore ai 250Watt, e velocità massima assistita di 45 km/h. Al momento, a quanto ci risulta, le uniche speed-ebike che hanno ottenuto i certificati di omologazione per l’Italia sono le Stromer.

speed ebike

Una Speed Ebike a prima vista appare, anche agli occhi di un esperto, del tutto uguale a una bici elettrica normale

Tutti gli altri veicoli con motori elettrici che superano i 25 km/h sono da considerarsi ciclomotori; se, come spesso accade, il limite di 25 km/h è superato in seguito a modifiche, è necessario sapere che si sta viaggiando su un ciclomotore non omologato, con conseguenze anche molto gravi, soprattutto in seguito a incidenti che coinvolgano terzi.

Una precisazione: 45 km/h è la velocità massima raggiungibile teoricamente a motore acceso; ma andare a quella velocità richiede anche una buona spinta da parte delle gambe. Una Stromer ST2 da 500W permette di raggiungere i 40 km/h in piano senza fare praticamente alcuna fatica, ma per arrivare a 45 km/h è necessario spingere un po’ di più.

La diffusione delle speed-ebike in Europa

In Italia le speed-ebike (legali) sono ancora poco diffuse, anche per il loro elevato prezzo. Ma in mercati più maturi come Germania, Olanda, Svizzera, hanno già raggiunto una quota non indifferente, comunque ancora inferiore al 10% del totale delle bici vendute. Non è difficile vederle in giro, e la coesistenza con le biciclette è già messa alla prova.

Le speed-ebike e i percorsi extra-urbani

Dato il fatto che le città europee non sono grandi come le megalopoli asiatiche, a cosa serve una bici che arriva fino a 45 km/h, quando le biciclette muscolari o le normali bici elettriche svolgono già egregiamente il loro lavoro? In un periodo storico in cui sempre più città si impegnano nell’allargamento delle zone 30 per far rallentare le automobili, perché introdurre bici in grado di superare questo limite?

In effetti l’utilità delle speed-ebike sta soprattutto nei percorsi extra-urbani. Con questi mezzi si allarga di molto il raggio d’azione utile di una bicicletta per i pendolari. Un eventuale percorso casa-lavoro di 30 km (sola andata) è impegnativo su una bici normale; fattibile, ma lungo, su una bici elettrica standard; decisamente abbordabile su una speed-ebike.

Sono i mezzi perfetti per le sempre più diffuse “super-piste ciclabili” dell’Europa centrale: infrastrutture ampie, di alta qualità, su percorsi extra-urbani. Una super-pista ciclabile è larga anche 4 metri, lasciando ampio spazio per i sorpassi delle speed-ebike sulle bici più lente. Il problema si ha quando si arriva in città.

Le speed-ebike e la città

Come gestire la coesistenza fra le speed-ebike e le altre biciclette in città? Possono questi mezzi usare le normali piste ciclabili?

Non esistono studi ufficiali sull’eventuale pericolosità della coesistenza, ma l’esperienza olandese, riportata da alcuni esperti a Velo-City, riporta vari episodi di conflitti all’interno dell’esistente rete di piste ciclabili. La grande differenza di velocità crea situazioni di pericolo. Le piste ciclabili, progettate per veicoli lenti, hanno curve strette o strettoie poco adatte a veicoli più veloci.

Nel corso dei dibattiti a Velo-City non si è arrivati a una soluzione proposta da tutti. Secondo alcuni le speed-ebike dovrebbero viaggiare sulle strade, non sulle piste ciclabili. Altri pensano che dovrebbero avere accesso alle piste ciclabili, ma – in ambito urbano – essere sottoposte a un limite di velocità, peraltro difficilmente controllabile.

Le ultime tendenze in termini di progettazione urbana, in Olanda, vedono l’abbandono del concetto di pista ciclabile, con le strade progettate prima di tutto per bici e pedoni, e l’automobile vista come un “ospite” tollerato. Le speed-ebike potrebbero essere viste negli stessi termini sulle piste ciclabili.

Fino a quando la tecnologia non permetterà di mettere in atto sistemi di limitazione automatica della velocità: basta un sensore gps per sapere che la speed-ebike si sta muovendo in ambito urbano, e quindi ridurre la sua velocità massima a 30 km/h. Un’ottima soluzione anche per le automobili.

Altri requisiti legali

C’è anche chi ha parlato di “legislation creep”, cioè la tendenza da parte del legislatore a regolamentare sempre più ambiti della vita. Le speed-ebike devono essere dotate di targa, e chi le guida deve indossare un casco. Non c’è forse il rischio che, aumentando la diffusione di questi mezzi, si veda come auspicabile l’ampliamento di queste norme anche alle bici normali?

Secondo noi

In Italia la situazione è un po’ particolare. Le speed-ebike vere e proprie non sono diffuse, ma sbloccare il limite di velocità di una bici elettrica normale è pratica molto facile, e relativamente comune, almeno a quanto si legge sui forum di appassionati.

A nostro avviso sarebbe utile prima di tutto ridurre la forza d’attrazione delle speed-ebike (o degli sblocchi del motore delle bici elettriche standard) aumentando il limite orario delle ebike normali da 25 a 30 km/h.

Poi sarebbe necessaria una campagna d’informazione chiara sui rischi che si corrono sbloccando il limite di velocità. Il rischio, altrimenti, è che quando il guidatore di una bici elettrica sbloccata investirà una persona anziana possa partire una campagna di stampa contraria alle bici elettriche o addirittura alle bici in generale.

Infine, dovrebbe essere facilitato il procedimento di omologazione delle speed-ebike, che dovrebbero essere però sottoposte – in ambiente urbano e lungo le piste ciclabili extra-urbane non sufficientemente larghe – a un limite di 30 km/h.

In sintesi? Zone 30 per tutti, auto e bici.

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Commenti

  1. Avatar luca ha detto:

    ciao Paolo, segnalo anche Issimo 45 di Fantic come s-pedelec omologato in Italia.

  2. Avatar Gabri ha detto:

    Sulle Piste Ciclabili il limite massimo di velocità, secondo il C.d.S. è di 20 km orari … in tutti i casi. Anche con strada vuota. Quindi le Speed Bike non devono far altro che rispettare tale limite, quindi mettere un limitatore non ha senso. Ovviamente, non essendoci controlli sulle ciclabili o ciclo pedonali, non osserveranno mai i limiti ( già sulle strade normali i veicoli non li rispettano lo stesso, con i pochi contrlli che ci sono … ).-
    Infine, le speed bike Stromer sono dei ciclomotori con motore elettrico e pedali … quindi : i ciclomotori non possono viaggiare sulle ciclabili e sulle ciclopedonali, in Italia.
    Ed essendo targate ed obblighi come il casco, le speed biker non possono accedere alle ciclabili. Mi sembra ovvio.

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