Continua la crescita del bike sharing a flusso libero: Mobike, una delle aziende che dominano il settore, è in vendita per 2,7 miliardi di dollari.
Il settore del bike sharing a flusso libero sembra cominciare a superare la prima fase, quella dell’espansione a rotta di collo. Dopo che alcuni operatori più piccoli si sono dovuti ritirare dal mercato, la scena sembra consolidarsi attorno a poche aziende più grandi: Ofo, Mobike, e Obike.
Proprio Mobike, presente a Milano e in altre città italiane, è la protagonista di una notizia arrivata nei giorni scorsi: l’azienda è stata venduta con un’operazione finanziaria che stabilisce il suo prezzo a 2,7 miliardi di dollari.
L’acquirente è Meituan Dianping, un’azienda cinese attiva nel settore delle vendite online e proprietaria anche di app per la consegna del cibo a casa, altro settore in grande espansione.
I veri protagonisti di questa battaglia non sono però le aziende i cui marchi vediamo stampigliati sulle bici che girano per le nostre città. Dietro Ofo e Mobike si consuma l’ennesimo scontro fra Alibaba e Tencent, veri colossi cinesi sconosciuti da noi, ma protagonisti della enorme economia cinese.
Semplificando molto, Alibaba è l’Amazon cinese, e domina le vendite online; ha investito in Ofo. Tencent è come Facebook e Twitter, fornendo servizi di social media; è proprietaria di Meituan Dianping.
Finora i mondi occidentale e asiatico sono rimasti abbastanza separati su internet. Le aziende occidentali hanno fatto fatica a penetrare nel mercato cinese, anche per le chiusure governative; le aziende cinese non hanno il know-how per sfondare in Europa e Stati Uniti.
Fino all’arrivo del bike sharing a flusso libero. Sì, perché è proprio questo il mezzo con cui Alibaba e Tencent cominciano a porre una testa di ponte in Occidente. Quanti di noi hanno sul proprio smartphone la app di Ofo o di Mobike?
Se fra qualche anno faremo i nostri acquisti su Alibaba.it e condivideremo le foto delle nostre vacanze su Qzone (di proprietà di Tencent) sapremo da dove tutto ha avuto inizio.
La versione italiana di Alibaba è già online; ma c’è ancora molto lavoro da fare
In attesa di sapere se Amazon o Facebook saranno interessate al settore della mobilità urbana (Google lo è già), è di poche ore fa la notizia che Uber ha acquistato Jump, un’altra startup del settore del bike sharing a flusso libero; in questo caso l’affare è di “soli” 200 milioni di euro, cifra che riflette la molto minore diffusione dei servizi di Jump rispetto a quelli di Mobike.
Quando ci sono in ballo cifre di questo tipo, le decisioni vengono prese solo dopo attente considerazioni. Cifre di questo genere nel settore bici non si sono mai viste. Se vengono messe in campo, è perché gli analisti di queste aziende sanno che la bicicletta è la risposta migliore al problema del traffico in città. In un mondo sempre più urbanizzato, nessuno si può permettere di rimanere incolonnato in auto.
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