Il mondo di chi pedala si divide in due grosse macrocategorie: quelli che ritengono che il ciclismo debba essere necessariamente fatica e sudore e quelli invece che con la bicicletta ci vanno tutti i giorni in ufficio e sanno cosa significa trovarsi in una sala riunioni con l’ascella pesante e il senso di colpa per non aver avuto la possibilità di farsi una doccia dopo il consueto bike to work.
Io faccio parte della seconda categoria.
Sono uno col quale madre natura è stata particolarmente generosa nella distribuzione delle ghiandole sudorifere e, in questi giorni in cui il termometro segna i 30° con particolare frequenza, l’idea di andare al lavoro in bicicletta diventa una di quelle attività che i giornalisti di Studio Aperto sconsiglierebbero ai più anziani.
Da casa mia alla sede di Bikeitalia.it sono 14 km, che di per se non sarebbero molti, ma i 46 semafori che interrompono il percorso fanno la differenza: ogni volta fermarsi e ripartire significa fatica e la fatica porta sudore.
Il bello di lavorare per Bikeitalia è che periodicamente ci vengono inviate delle biciclette da provare e per un paio di mesi ho utilizzato una Wilier Triestina motorizzata con uno Shimano Steps E6000 per la mia attività di commuting. Con l’occasione ho scoperto che le bici a pedalata assistita non servono solamente ai vecchi spompati, a chi vuole pedalare in salita ma non ha la gamba, ma anche per chi, come il sottoscritto, vuole muoversi velocemente in ambito urbano mantenendo bassa la frequenza cardiaca.
In questo caso “l’aiutino” si fa sentire solamente nelle ripartenze, ovvero nella parte più sgradevole mentre, quando il traffico scorre, il motore stacca l’assistenza una volta raggiunti i 25 km/h costringendoti a pedalare al 100%.
Il risultato finale è la sensazione di una pedalata fluida, senza interruzioni, anche dopo una frenata brusca in cui non si fa in tempo a “scalare” verso un rapporto più agile per ripartire in leggerezza.
A questo si aggiunge la possibilità di trasportare qualche kg in più durante il percorso senza fare (troppa) fatica.
Il motore elettrico si rivela, quindi, sempre più un valido aiuto per chiunque ne senta il bisogno: per fare meno fatica, per migliorare le proprie prestazioni, per sudare meno, per spostare materiali pesanti e ingombranti, per pigrizia.
La differenza, rispetto a un ciclomotore, sta nella benzina che non si usa, nel bollo e nell’assicurazione che non si paga e nelle calorie bruciate che, in una società che soffre di sovrappeso e mancanza di attività fisica, è una gran cosa.
Ma dopo i 25km/h non fai più fatica a pedalare rispetto a una muscolare? C’è molto attrito, io ho la ebike ma la trovo molto faticosa dopo i 25 tant’è che sistematicamente riduco la velocità per avere il supporto del motore.
Io ho acquistato una ebike un anno fa mi trovo benissimo sia in pianura e specialmente in salita visto che in prevalenza faccio sterrato…fino ad un anno fa avevo una muscolare arrivavo stremato a casa un bagno di sudore …ora mi diverto di più la consiglio a tutti
Io la mancanza di una RC non la metterei tra i pro di una bicicletta elettrica.
Io l’assicurazione RC l’ho sempre fatta anche per la bicicletta muscolare, è compresa nel costo della tessera FIAB e visto i pochi euro che costa vale davvero la pena di farla. Tanto per star tranquilli, anche una bicicletta lanciata a 30 km/h può far seri danni.
Il confronto col ciclomotore ha davvero poco senso per chi abbia provato almeno una volta una pedelec senza pregiudizi. Un ciclomotore non può andare per sentieri, per ciclabili, per parchi. Non lo porti in casa, non traini cammellini o rimorchi. Non pedali in silenzio, non ti godi il bosco.
Ho una e-bike dal 2014 e con essa ho praticamente sostituito un’auto.
Io ho acquistato una Ebike da un mesetto per la mia Bottega alimentare. MAI PIU’ SENZA!!!
Adesso faccio la spesa al mercato direttamente in bici e vado in bottega senza fatica. Oggi avrò avuto un 40-50 kg di spesa sul groppone… 25 all’ora, liscio. Eccezionale!
Tutti i giorni porto i pasti ai bambini del campo estivo a 10km dalla bottega. 27 minuti sono là. C’è da stare attenti con le buche, ma si fa!
in un mese ho fatto 900 km. Alla faccia…
Oltre a quanto scritto nell’articolo vorrei far notare che le e-bike permettono anche la nascita di attività e lavori che sarebbe molto più difficoltoso svolgere con una bici muscolare.
Ad esempio io svolgo il lavoro di ciclocorriere e parallelamente effettuo anche riparazioni e manutenzioni nelle case\uffici\negozi della mia città. La mia cargo bike pesa circa 50 kg (se non fosse a pedalata assistita magari 10 kg in meno), e quando carico le attrezzature da lavoro arrivo anche a un quintale, ma con l’ausilio del motore elettrico riesco a guidarla quasi come una bicicletta tradizionale.
Anzi, spero in una modifica al C.d.S che permetta di avere motori con più di 250w per le categorie cargo (mantenendo chiaramente il limite 25 km/h e l’obbligo di pedalata), perché a pieno carico un po’ di potenza in più non guasterebbe.
Credo molto nelle e-bike come mezzo in grado di rivoluzionare i piccoli trasporti nei centri storici delle nostre città.
Sono un acceso sostenitore della bici muscolare, pendolare in collina (Langhe) dove percorro tutti i giorni 25 km circa a bordo di una citybike bella pesante. Sto passando all’elettrificazione della bici non tanto per non sudare (d’estate sudano tutti, io mi do una sciacquata prima di tornare alla scrivania e magari non esagero in pausa pranzo con lo sprint sui pedali) quanto più per allargare gli orizzonti e permettermi giri nel weekend che vadano oltre i 50-60 km che faccio attualmente… in realtà non ne sono ancora convinto al 100%. Devo vedere alla prova dei fatti come sarà l’esperienza. Sperando che non venga messa l’RC obbligatoria sulle eBike per far cassa…
Ciao Andrea,
Il tema dell’RC è figlia di una legge europea che prevede l’assicurazione per tutti i veicoli a motore. Non è un provvedimento per fare cassa, ma l’interpretazione estensica di una legge giusta. L’assicurazione RC comunque costa poche decine di euro l’anno ed è inclusa nel prezzo della tessera FIAB. Quindi è un non tema.
Considerando quanto bene faccia l’uso della bicicletta quotidianamente e quanto la bici sia un mezzo di trasporto “povero”, spero che in caso di introduzione di RC obbligatoria questa venga a) calmierata a pochi euro l’anno b) estesa a tutte le biciclette che circolano su strada e non solo alle eBike. Il rischio è il medesimo, anzi, quelli che conosco e che incrocio con una eBike legale, viaggiano sempre a 20-25 km/h, con una bella pedalata rilassata e senza casco, mentre io vado sempre di fretta nonostante non abbia alcun motore elettrico…
Sono completamente d’accordo con quanto scrivi ed hai ben descritto al “curioso verso di noi” mondo dei ciclisti muscolari che non siano poi dei marziani o dei piloti di suv in bici..Da sempre vado muscolare e lo faccio quando posso ma d’inverno quando la luce alle 16 è già bassa o d’estate quando un commuting urbano alle 15 di pomeriggio sfiancherebbe pure Fromme, l’utilizzo della bici a pedalata assistita è un vero toccasana magari utilizzandola possibilmente in modalità ECO dove hai ancora il piacere di spingere sui pedali, evitando i decantati 25 km/h che sono per me pure troppi in ogni ambito urbano. Incassare la spesa di acquisto (ma il mercato usato ha proposte eccezionali) e consapevoli poi dei 15 cent a ricarica per 80km di autonomia, della scarsa manutenzione e di tutte quelle amenità tra bollo, revisioni ed assicurazioni e manutenzioni rispetto ad un ciclomotore con la bellezza che quando vuoi puoi sempre staccare il motore e pedalare di fatica (aggravato però dal peso accessorio di motore e batteria siamo sui 22kg complessivi di bici a nudo). Andare in Pedalata assistita mi ha allargato gli orizzonti e le distanze, mi consente di portarmi una borsa laterale per la spesa al volo al mercato ed una catena in più mai sufficienti per proteggere una bici al palo. Benvenuta elettrica!