Il 22 Settembre 2018, finalmente, dopo cinque anni di lotta e sperimentazioni dal basso, si inaugura la Zona30 di via Baldesio a Casalmaggiore (CR).
Una cittadina di 15 mila abitanti della bassa Lombardia, come tante altre cittadine italiche sommerse dal traffico veicolare, diventata famosa a Bruxelles per la sua “Tangenziale dei Bambini”. Cinque anni per trasformare una via del centro storico di qualche centinaio di metri da circuito di formula uno per automobilisti a zona residenziale dove tutti gli utenti della strada possano muoversi in sicurezza. Un tempo biblico, una follia. Ciò che all’Estero ormai è normalità qui bisogna ottenerlo con i denti e con le unghie, contro tutti, la politica (preoccupata del consenso), la gente (ignorante), gli uffici comunali (che han sempre fatto così!).
Questa realizzazione pratica, pensata, progettata e sperimentata da privati cittadini con l’aiuto di un tecnico competente come Matteo Dondè, è un unicum italiano, che andrebbe studiato da molti Comitati di quartiere. Una vittoria per tutti, non solo del Comitato Slow Town, che l’ha portata avanti in tutti questi anni senza mai mollare la presa.
Per ottenere questo risultato, noi apolitici e senza tessere di partito, abbiamo dovuto “incastrare” i candidati Sindaci ad una settimana dal ballottaggio elettorale costringendoli a fare una dichiarazione pubblica in favore della sperimentazione, che in pochi giorni, nel maggio 2014, raccolse centinaia di firme. Chiunque fosse stato eletto sarebbe stato costretto a portare avanti il progetto, il centro sinistra in carica ancora per una settimana prorogò la sperimentazione per un mese, il centro destra subentrante per altri due.
Poi, come succede sempre in Italia, la classe politica tutta, aiutata dalla burocrazia, ha cercato in tutti i modi di insabbiare il progetto. Chi aveva sostenuto e raccolto le firme d’un tratto si è accorto che c’erano altre priorità, che bisognava fare dei progetti complessivi su tutta la città. Un’idea che proviene dal basso difficilmente viene presa in carico dai politici, al di là delle dichiarazioni di facciata, i soldi in Italia vengono spesi solo ed esclusivamente per nuove opere, strade, parcheggi, rotonde e soprattutto asfalto. E così è stato anche in questo caso.
Nessuno però aveva fatto i conti con il progetto, che era ed è talmente bello da essere co-finanziato nel 2016 dalla Fondazione Cariplo con un contributo di 100 mila euro. Contributo che è servito ovviamente a realizzare non solo gli attraversamenti pedonali rialzati per ridurre la velocità degli automobilisti, ma anche e soprattutto per abbattere tutte le barriere architettoniche presenti, allargare i marciapiedi e installare la segnaletica a terra per i non vedenti. Oltre a questo la zona30 sarà dotata a breve di arredo urbano, fiori, piante e panchine per rendere il luogo accogliente ed idoneo alla sosta dei pedoni e dei ciclisti.
Quella famosa rigenerazione urbana di cui tutti parlano si può fare, le sperimentazioni possono essere trasformate in progetti definitivi. Il 22 settembre il Comitato Slow Town vi invita a Casalmaggiore e si mette a disposizione di tutti i Comitati d’Italia per spiegare nel dettaglio come abbiamo fatto a raggiungere questo importante risultato. Con noi sarà presente il Comitato “Porta Castello” di Reggio Emilia con il quale siamo gemellati dal 2016, anch’esso impegnato a sperimentare zone30 e a promuovere la mobilità sostenibile nella loro città, Comitato che ringraziamo per averci concesso l’utilizzo del loro slogan “Siam mica a Copenhagen!”
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