Svizzera: la bicicletta è entrata in costituzione

Domenica 23 Settembre i cittadini svizzeri sono stati chiamati alle urne per un referendum consultivo sull’inserimento della bicicletta e delle infrastrutture ciclabili come beni da promuovere in Costituzione.

Il 73,6% dei votanti si è detto favorevole alla proposta referendaria per dare maggiori poteri di coordinamento ai vari cantoni con l’obiettivo di creare una forte rete infrastrutturale.

Si tratta di un’azione per sviluppare una rete di percorsi ciclabili di qualità in tutta la Svizzera, un modo per garantire a ciascun cittadino elvetico il diritto di muoversi in bici in tutta sicurezza.

svizzera costituzione

La proposta di legge popolare era stata depositata a Marzo 2016 da ATA (Associazione Traffico e Ambiente) insieme a Pro Velo, l’associazione elvetica per la promozione degli interessi dei ciclisti.
Le due associazioni ritirarono l’iniziativa dopo il parere favorevole del Consiglio federale al recepimento delle istanze presentando il “Decreto federale bici”.

Gli obiettivi del decreto approvato a grande maggioranza sono i seguenti:

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  • Promuovere coerentemente l’uso della bicicletta
  • Ridurre le emissioni di CO2
  • Migliorare la salute della popolazione
  • Impiegare in modo mirato i fondi pubblici dedicati alla ciclabilità

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L’ATA si aspetta inoltre che la Confederazione fissi standard minimi per l’educazione dei bambini e dei giovani all’uso della bicicletta, poiché l’istruzione è un campo importante nella promozione della mobilità ciclistica.

Già nelle settimane precedenti all’appuntamento elettorale tutti gli schieramenti politici si erano dichiarati a favore dell’iniziativa referendaria, tuttavia il risultato di domenica è stato superiore alle aspettative: con questa mossa i cittadini svizzeri hanno scelto di dare una forte indicazione pro-bici alla politica federale.

I prossimi passi per mettere in atto la scelta popolare prevedono la stesura di una legge ad hoc da parte del Parlamento. Le tempistiche ancora non sono note, tuttavia di certo c’è che la bicicletta ancora una volta si presta per essere il mezzo capace di rivoluzionare le politiche di mobilità di un intero stato.

Le statistiche non a caso dimostrano che sempre più svizzeri scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto per tutti i giorni, anche nel week end, quando dall’uso urbano si passa a quello cicloturistico o amatoriale.

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La svizzera sceglie così di giocare in prima linea la nuova partita sulle città del futuro che vedranno più biciclette per le strade e un turismo diffuso, di qualità, in cui le due ruote saranno il mezzo prediletto da sempre più persone.

Anche l’Italia attraverso l’approvazione della Legge Quadro sulla mobilità ciclistica ha dimostrato di essere in linea con gli obiettivi dei cugini svizzeri. I due provvedimenti condividono infatti molte questioni, dall’obbligo di stanziare dei finanziamenti per lo sviluppo della ciclabilità alla necessità di pari trattamento delle infrastrutture ciclabili rispetto a quelle più tradizionali come ferrovie e autostrade.

I tempi necessari per vedere i primi risultati dei due provvedimenti ancora non sono noti, di certo rimane che i primi passi per far entrare la bicicletta nella legislazione nazionale dei due Paesi sono stati fatti, seppur con iniziative diverse e di peso differente.

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