In Europa ormai da anni fanno piani nazionali e locali pluriennali su viabilità sostenibile e rigenerazione urbana, progettano e realizzano per step il cambiamento. Si immaginano un futuro diverso, stanziano un budget annuo e lo mettono in pratica. Su certi temi come la viabillità, la qualità degli spazi pubblici, la riduzione dell’inquinamento, l’aumento della percentuale di ciclisti c’è accordo bi-partisan, chiunque sale al potere porta avanti il piano consapevole dei vantaggi e degli obiettivi a lungo termine.
In Italia possiamo stendere un velo pietoso sull’argomento, scrivono programmi elettorali irrealizzabili che rimango lettera morta, al massimo realizzano qualcosa nel primo biennio poi ricomincia la campagna elettorale e tutto si ferma. A ridosso delle elezioni si asfalta, si coprono i buchi, sperando di essere rieletti. E via che si ricomincia di nuovo. Passano gli anni, le amministrazioni si susseguono e si collezionano rotonde su rotonde per fluidificare il traffico, parcheggi, tangenzialine, nuove urbanizzazioni, nuovi supermercati e centri commerciali, attrattori di traffico veicolare che fanno piombare la viabilità nel caos. Ogni Comune poi progetta per conto suo, ci sono centinaia di ciclabili, che finiscono nel vuoto, perché tra Sindaci non si parlano. I casi virtuosi si contano sulle dita di una mano.
Cambiare questo stato di cose sembra quasi un miracolo, però qualcosa si può fare.
Al tempo dei social unire le forze è abbastanza facile, così come fare pressione sui candidati perché si prendano degli impegni precisi. Nei mesi a ridosso delle elezioni il potere passa di mano all’elettore, soprattutto se è organizzato e riesce a coinvolgere molti concittadini.
Una petizione on line, un video, un blog informativo, una pagina facebook possono fare la differenza. Soprattutto in quei Comuni dove c’è il doppio turno e il risultato non è scontato. Anche solo 3/400 voti che si spostano da una parte all’altra possono fare gola ai candidati in un Paese pieno di Comuni medio/piccoli.
Ci siamo ridotti al ricatto, una triste realtà, ma d’altronde in un paese gattopardesco come il nostro dove le auto sono intoccabili non ci sono grandi alternative. La speranza che qualcuno da dentro al palazzo cambi le cose spontaneamente è pura utopia.
Noi qui a Casalmaggiore ci siamo già riusciti a “fregarli” una volta e adesso ci riproviamo. Allora ci inventammo una sperimentazione di zona30 ad una settimana dal ballottaggio e una raccolta firme che in pochi giorni raggiunse il migliaio di adesioni, cosa che costrinse entrambi i candidati a dichiararsi favorevoli. Li facemmo firmare davanti alla stampa.
Oggi, a tre mesi dalle elezioni, siccome non ci fanno più sperimentare nulla, sono terrorizzati solo al pensiero, siamo partiti più organizzati, lanciando una petizione on line, che presto sarà affiancata ad una raccolta cartacea nelle Botteghe, un video di due minuti, che è già stato visualizzato da 1700 persone in pochi giorni e a breve un primo incontro pubblico a cui ne seguiranno altri fino al 26 maggio quando si voterà al primo turno e poi ancora prima del ballottaggio. Una campagna mediatica da far impallidire gli strategist americani alle presidenziali. Se qualcuno nell’italico stivale ci vuole copiare, ben venga, siamo tutti sulla stessa barca e i problemi che denunciamo nel video con auto ribaltate, incidenti e pericoli per l’utenza debole ci accomunano tutti, purtroppo.
Allora, coraggio, cambiamo questo paese dal basso, Comune dopo Comune, la rinascita è li a portata di mano, noi qui a Casalmaggiore ci proviamo, fatelo anche voi!!!
Qui trovate la nostra campagna:
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/
Petizione On line: https://www.change.org/p/comune-di-casalmaggiore-casalmaggiore-2030-la-citt%C3%A0-rinasce
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