Tocco da Casauria, Bolognano, Torre de’ Passeri: tre comuni confinanti, posti a guardia di una zona strategica importantissima, sia nel passato che oggi. Siamo all’inizio della valle del fiume Pescara, allo sbocco di un passo che divide la Majella dal Gran Sasso. Un asse di comunicazione sfruttato fin dai tempi più remoti, tanto che da qui passa la Tiburtina Valeria (e oggi anche l’A25).
“Tocco senza vento è come il diavolo senza denti”
Il dialetto sfuma la vocale finale, e l’assonanza lascia spazio a una rima baciata.
Non è difficile capire il motivo per cui qui, a Tocco da Casauria, è nato uno dei primi parchi eolici in Italia. Le vecchie, rumorose pale con una sola lama sono state sostituite con moderne pale silenziose e ben integrate nel paesaggio locale, in mezzo agli uliveti a un tiro di schioppo dalle prime case del paese. I circa 4 MW generati da questo piccolo impianto (5 pale) sarebbero in grado di coprire per due volte il fabbisogno energetico del borgo. Ovviamente l’energia generata viene però immessa nella rete, e il beneficio per il comune si traduce in termini monetari: circa 120mila euro all’anno per l’affitto dei terreni.
Non sempre la modernità ha visitato con tanta gentilezza questi posti. A inizio Novecento sembrava che l’industria chimica rappresentasse sviluppo e occupazione; ma ha lasciato solamente degrado e inquinamento, in alcuni terreni lontani dai centri storici.
È proprio per questo che siamo qui.
Il progetto
Tocco da Casauria, Bolognano e Torre de’ Passeri hanno vinto un bando del Ministero dei Beni Culturali volto a riqualificare e promuovere zone che hanno avuto in passato problemi di inquinamento ambientale. Con i soldi del bando sono state promosse attività culturali e segnate ippovie e percorsi da trekking, coinvolgendo anche il locale istituto tecnico commerciale per il turismo.
Ciò che più ci interessa su queste pagine virtuali è il fatto che è stata segnata sul territorio anche una ciclovia di circa 22 km, ricavata in gran parte su strade locali a scarsissimo traffico. Il percorso è facile e adatto a tutti, sopratutto se si noleggiano bici a pedalata assistita rivolgendosi alla cooperativa Il Bosso.
I cartelli indicatori sul territorio e la mappa che potete ritirare presso il centro visite di Tocco da Casauria rendono semplice seguire il percorso anche in autonomia. I più esperti potranno anche tentare le varianti più complicate ma anche più panoramiche, segnate in giallo o in rosso nella mappa.
Il percorso tocca i tre comuni, alcune frazioni, e la campagna che li circonda, sempre all’ombra della Majella e del massiccio del Gran Sasso.
Data la breve distanza, il percorso è rivolto soprattutto ai “normali” turisti che vogliano passare una giornata in sella. La prevista espansione della cartellonistica lungo altre strade locali potrà attrarre anche chi è abituato a pedalare più a lungo.
Chi resiste
I borghi dell’appennino sono colpiti ormai da un secolo dal problema dell’emigrazione. Nel periodo estivo molti tornano al paese natìo, ma d’inverno la popolazione si riduce drasticamente. Però c’è chi resiste.
C’è chi perpetua la tradizione dei vini locali (Pecorino, Cerasuolo, Montepulciano d’Abruzzo), come la cantina Guardiani Farchione.
C’è chi rinnova la tradizione, come Fausto Zazzara che ha dato vita a una nuova etichetta di spumante, il Majgual.
C’è la cooperativa Il Bosso che d’estate dà lavoro in queste terra a circa 60 guide ambientali, fra escursioni in canoa, in bici o a piedi.
Ci sono strutture d’accoglienza di livello eccellente, anche dal punto di vista enogastronomico.
L’Appennino vive, e ha tanto da dare. Dobbiamo solo andare a scoprirlo, senza farci distrarre da mète più esotiche.
Ringraziamo EcoMood per l’organizzazione.
Altre foto
Una delle installazioni artistiche lungo il sentiero della sostenibilità (artista: Lia Cavo)
Opere di Francesco Sonsini, un artigiano locale che lavorava il ferro battuto
Autoritratto del pittore Francesco Paolo Michetti: riproduzioni di sue opere sono appese lungo i muri di Tocco da Casauria
L’interno di un tholos, tipica abitazione stagionale costruita dai pastori della transumanza.
Torre dell’orologio a Tocco da Casauria
Palazzo abbandonato in una delle frazioni di Tocco
Portale dell’abbazia di San Clemente a Casauria. Nel momento di massimo splendore, qui vivevano 140 monaci, e l’abbazia aveva una notevole influenza sull’economia del territorio circostante.
P.S: da dove viene il termine “Casauria”? Probabilmente da un toponimo romano, casa aurea, relativo a una località amena, ricca.
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