Il 5 Novembre 2018 scrivevo per Bikeitalia un articolo dal titolo “Ciclabili occupate e come liberarle: il caso di Brescia”. Oggi, nella Settimana Europea della Mobilità 2019, a distanza di poco meno di un anno mi trovo a parlare della sperimentazione “Strade Scolastiche” voluta dal Comune di Brescia, per provare a stimolare nei cittadini bresciani, un diverso approccio allo spostamento casa-scuola con i propri figli.
La “Settimana Europea della Mobilità 2019” avente quest’anno come slogan “Walk With Us” è uno strumento con cui la Comunità Europea cerca di sensibilizzare istituzioni, aziende e cittadini a riflettere per una settimana al modo di muoversi, spostarsi, e quindi vivere, nella propria città.
Il Comune di Brescia, con la sua amministrazione guidata dal sindaco Emilio del Bono, già da anni aveva aderito alla campagna con iniziative di vario tipo, ma quest’anno ha voluto alzare l’asticella. Dopo averlo dichiarato nel programma elettorale (qui a pagina 15), la Giunta Comunale ha deciso di sperimentare concretamente il progetto delle Strade Scolastiche (qui un articolo di Bikeitalia che ben illustra di cosa si tratti).
Lo scorso maggio ho avuto l’onore di essere invitato a partecipare in Comune al primo incontro organizzativo, per pianificare l’iniziativa e, con il coordinamento della Mobility Manager del comune, Ing. Nadia Bresciani, e il forte supporto dell’assessore alla Mobilità Federico Manzoni, si è avviato un percorso fatto di email, telefonate e riunioni per poter essere pronti il 16 Settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico. Interessante ricordare come da un solo plesso scolastico, sulla spinta di “Legambiente Brescia” e “Fiab Brescia”, si sia ottenuto di allargare la sperimentazione a 4 istituti cittadini.
Gli obiettivi di fondo a supporto dell’idea possono essere sintetizzati in alcuni punti:
1) Evitare situazioni estremamente pericolose di spostamento e attraversamento dei bambini in uscita dalla scuola tra le auto parcheggiate in modo selvaggio su marciapiedi e ciclabili.
2) Evitare che le auto in attesa creino una concentrazione di smog ed inquinanti, naturalmente dannosi per la salute dei più piccoli, ma non solo.
3) Rendere più semplice e sicuro l’accesso a scuola con mezzi di mobilità dolce e sostenibile (a piedi, in bici, con il monopattino e quant’altro).
4) Costringere, in modo naturale, i genitori a parcheggiare l’auto in posteggi adeguati, a qualche decina o poche centinaia di metri di distanza, costringendo i bambini ad un minimo di attività fisica per raggiungere la scuola.
Lunedì 16 settembre si è quindi arrivati alla prima giornata di prova. La chiusura della strada prospiciente la scuola è stata stabilita da 20 minuti prima e dopo l’orario di ingresso / uscita. La strada è stata transennata e l’accesso consentito solo ai pochi residenti ed alle auto munite di tagliando disabili, oltre che a tutti i mezzi non motorizzati. Il corpo di polizia Municipale del Comune collabora fornendo un agente di pattuglia per ogni “Strada Scolastica” e il buon funzionamento di tutto è garantito dalla presenza di volontari, appositamente formati per gestire la situazione e le inevitabili richieste dell’utenza.
Nella prima giornata temevo onestamente di trovare grande sdegno, rabbia o comunque lamentele da parte dei genitori e parenti deputati al “recupero” dei bambini da scuola, costretti loro malgrado a dover modificare le abitudini cui da anni erano affezionati. Nulla di tutto ciò; fortunatamente a lamentarsi sono stati solo pochi, pochissimi isolati “brontoloni” mentre la maggior parte delle persone ringraziava e si complimplimentava per la bella iniziativa. Ancor più bello e soddisfacente è stato sentire dialoghi tra i bambini che si spostavano estasiati sulla carreggiata sgombra da auto, frasi del tipo: “Che bello possiamo stare in mezzo alla strada!!!”. “Mamma, ma allora da domani posso venire in bici a scuola!!!”. E ancora: “Nonna, ma hai visto che bella la strada senza le auto?”.
Un altro elemento che ha colpito la mia attenzione è stato vedere moltissime bambine e bambini rimanere disciplinatamente sul marciapiede e attraversare comunque sulle strisce pedonali, come se, inconsciamente, fosse impossibile concepire che in quel momento sulla strada, per loro, non esistessero pericoli di sorta.
La sperimentazione proseguirà per tutta la settimana e la speranza è quella che, da una parte il Comune la renda via via sempre più permanente e strutturata e, dall’altra, che i cittadini divengano consapevoli che esiste un modo diverso di muoversi e spostarsi, per il bene di loro stessi e, soprattutto, dei loro figli. Bikeitalia continuerà a monitorare l’iniziativa e le ricadute della stessa per informare e far conoscere queste belle pratiche che, a volte e con coraggio anche in Italia, i Comuni, i Sindaci e gli Assessori, riescono a mettere in atto.
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