Riceviamo da Alessandra Grasso, componente del direttivo dell’Associazione Salvaiciclisti Roma, e volentieri pubblichiamo la cronaca di un grave episodio che l’ha vista suo malgrado protagonista: bannata dal gruppo Facebook di quartiere “Sei di San Paolo se…” per aver difeso il progetto della nuova ciclabile.
Da qualche tempo nel Municipio VIII di Roma a San Paolo, nel quartiere in cui risiedo da circa 47 anni, si è cominciato a parlare della costruzione di una pista ciclabile, quella di Via Giustiniano Imperatore. Non della solita pista ciclabile che comincia e finisce nel niente, ma di un raccordo fra una pista ciclabile esistente, Ciclabile Colombo, e una stazione metro, la fermata Basilica di San Paolo della linea B della metropolitana.
Insomma 1,4 km che cominciano a fare la differenza in un quadrante congestionato dal traffico nonostante la presenza di una metropolitana, diverse linee bus, ferrovia a meno di due chilometri e diversi car sharing, motorini elettrici in sharing and bike sharing, e che ospita fra l’altro una serie di dipartimenti dell’Università Roma Tre.
Alcuni cittadini e commercianti, così come avviene a Roma ovunque si tenti di modificare l’assetto autocentrico che la caratterizza, hanno cominciato la solita raccolta firme contro, minacciando barricate e tumulti se mai ne cominciassero i lavori. Il loro obiettivo è “salvare i posti auto”! Molti commercianti che sponsorizzano la raccolta non hanno neanche i parcheggi da salvare perché di fronte al loro esercizio ci sarebbe già un divieto di sosta – essendoci o una fermata bus o un incrocio semaforizzato – diciamo che vorrebbero salvare oltre ai parcheggi regolari anche la malasosta che contraddistingue questa città senza differenze di quartiere.
La ciclabile andrebbe a ottimizzare lo spazio pubblico oggi occupato dalla sosta auto a spina e a redistribuirlo ad altro tipo di utenza, trasformando i parcheggi auto e mettendoli in linea ricavando spazio per pedalare in sicurezza.
Per fare un po’ di informazione sul perché una ciclabile invece potrebbe essere un’occasione d’oro per migliorare la vivibilità, approfittare per bonificare un’area degradata, mettere mano alle caditoie, sistemare le fermate degli autobus e gli attraversamenti pedonali e l’illuminazione lungo il percorso, da attivista di Salvaiciclisti Roma quale sono da anni, ho deciso di partire al contrattacco facendo un po’ di pressing sul gruppo Facebook di quartiere “Sei di San paolo se…” gruppo chiuso con circa 8.000 iscritti in cui già erano comparsi articoli che pubblicizzavano questa raccolta firme caldeggiata anche da alcuni consiglieri Municipali di opposizione.
Avevo anche partecipato ad alcune sedute in Municipio a riguardo della ciclabile e avevo ben chiaro che c’èra molta disinformazione intorno al progetto, che era già stato modificato per dare seguito a precedenti lamentele peggiorandone la fruibilità. Anche i consiglieri di tutti gli altri schieramenti non hanno accolto bene la ciclabile, lamentando il fatto che il progetto sia stato calato dall’alto senza condivisione. Il problema – ahinoi – sono i 91 posti auto che la ciclabile andrebbe a sostituire.
Ho voluto chiarire a chi invocava sprechi di fondi pubblici in un quartiere che avrebbe bisogno di ben altro, che i fondi che finanziano l’infrastruttura sono fondi da spendere esclusivamente per la costruzione di ciclabili, che se non spesi sono persi e non possono essere investiti in altro. Sono fondi PON METRO 2014-2020 che fanno parte di un finanziamento della comunità europea destinati solo ed esclusivamente ad incentivare forme di trasporto sostenibile, risalente all’epoca del sindaco Ignazio Marino a cui questa consiliatura ha dato seguito.
Con la determinazione che mi contraddistingue – che a Roma si chiama tigna – e senza mai scadere nella volgarità né nella maleducazione ho smontato commento per commento ogni tipo di fantasiosa opposizione benaltrista, volta fondamentalmente alla difesa di 91 posti auto che si “perderebbero” con questo progetto.
Non ho mai offeso nessuno, ho usato l’ironia per smorzare i toni più accesi e il risultato è stato quello di essere bannata dal gruppo, mentre altri che mi hanno offesa e/o hanno usato toni pesanti non hanno subito lo stesso trattamento.
La censura nel 2020 a Roma Comune Ciclabile: “Sei di San Paolo se…”, ma solo se la pensi come noi.
(Alessandra Grasso)
Purtroppo combattere ignoranza e stupidità, richiede un “tigna” infaticabile