Mobilità

ECF: “Oltre la metà dei collegamenti ferroviari in Europa non è per ciclisti”

L’ECF, European Cyclists’ Federation, promuove la mobilità in bicicletta in Europa e in una recente pubblicazione mette in evidenza tutte le difficoltà che incontra una persona che voglia viaggiare in treno con la propria bici (montata) al seguito: oltre la metà di tutti i principali collegamenti in treno in Europa non è utilizzabile da questo tipo di utenza. Sono tanti gli ostacoli per una vera intermodalità: la mappa di ECF delle possibilità di trasporto in bicicletta sui collegamenti ferroviari diretti più veloci nell’UE mostra che la multimodalità non è un’opzione praticabile da tutti in Europa, poiché esistono ancora grandi disparità.

La richiesta di ECF, anche alla luce di questi dati, è di garantire uno spazio dedicato per almeno 8 biciclette assemblate su tutti i treni nuovi e ricondizionati in Europa: “Al momento è impossibile trasportare biciclette assemblate a bordo del 53% dei collegamenti ferroviari più veloci tra le capitali e le grandi città d’Europa. In effetti, sul 33% di questi treni, il trasporto di biciclette è assolutamente vietato e su un altro 18%, i ciclisti avranno bisogno di più tempo per spostarsi da A a B rispetto ai viaggiatori senza bicicletta”.

Difficoltà, certo, ma anche buone pratiche: “In media, i ciclisti perdono 2 ore e 45 minuti sui collegamenti ferroviari tra le principali città europee. Tuttavia, ECF ha scoperto alcune buone notizie: il 47% dei clienti dei servizi ferroviari può portare le proprie biciclette e non perderà tempo rispetto ai clienti che viaggiano senza biciclette. In particolare, le compagnie ferroviarie in Germania, Austria e vari paesi dell’Europa centro-orientale offrono buoni servizi ai ciclisti”.

Sul fronte delle criticità, invece, gli ostacoli maggiori risiedono in Scandinavia e nell’area del Mediterraneo – in particolare Francia, Italia e Spagna – come sottolinea la nota: “Da Copenaghen a Stoccolma è impossibile portare a bordo una bicicletta assemblata. Le biciclette sono ammesse solo se possono essere smontate o piegate e riposte in una borsa da bicicletta prima dell’imbarco, che sarà un’opzione solo per un numero limitato di passeggeri”.

A proposito di disparità tra viaggiatori, ECF ha calcolato che il collegamento diretto in treno più veloce tra Parigi e Lussemburgo è di 2 ore e 14 minuti, mentre invece lo stesso tragitto con la propria bici assemblata al seguito richiede 11 ore e 48 minuti (+ 528% del tempo) con 3 cambi obbligati (e relativi tempi morti in stazione, ndr).

In Italia il caso peggiore si registra sulla tratta Roma-Milano che da 3 ore e 10 minuti “senza bici al seguito” passa a 8 ore e 33 minuti (+120%) con 2 cambi obbligati per i ciclisti con la loro due ruote montata (per la quale peraltro pagano anche un supplemento di 3,50 euro).

In Spagna, invece, il collegamento veloce da Barcellona a Valencia (2 ore e 35 minuti) non è utilizzabile con la bici montata la seguito e dunque per i passeggeri-ciclisti si trasforma in una piccola odissea di 5 ore e 55 minuti, con un cambio obbligato.

Il trasporto di biciclette sui treni è regolato dal regolamento sui diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario dell’UE ed è attualmente in fase di revisione. Karima Delli, presidente della commissione per i trasporti del Parlamento europeo, ha dichiarato all’evento online ECF dello scorso 3 giugno: “Dobbiamo finanziare la mobilità del futuro per rendere i trasporti più ecologici, più sicuri e più inclusivi. Pertanto, il Parlamento europeo sta chiedendo 8 spazi dedicati per le biciclette per treno nei negoziati sull’aggiornamento del regolamento sui diritti dei passeggeri delle ferrovie”.

I negoziati tra le istituzioni europee per riformulare questo atto legislativo sono quasi terminati, per questo ECF chiede al Parlamento europeo, alla Commissione europea e al Consiglio dell’Unione europea di sostenere questi tre elementi:

  1. Dovrebbe esserci uno spazio dedicato per almeno 8 biciclette montate sui treni. È importante che queste siano biciclette assemblate che possono essere pedalate immediatamente prima e dopo il viaggio in treno. Il trasporto di biciclette in colli e bagagli, ove applicabile, dovrebbe essere coperto dalle disposizioni sui bagagli.
  2. La politica di almeno 8 biciclette dovrebbe essere introdotta su tutto il materiale rotabile nuovo e rinnovato attraverso procedure di appalto per il materiale rotabile. Le compagnie ferroviarie che prendono sul serio il Green Deal europeo potrebbero anche voler prendere in considerazione l’installazione di uno spazio dedicato per almeno 8 biciclette su tutto il materiale rotabile esistente.
  3. Gli operatori ferroviari dovrebbero avere al massimo un anno di tempo per l’attuazione del regolamento.

“Mentre il numero di ciclisti continua a crescere e l’offerta della rete ferroviaria europea sta migliorando, dobbiamo massimizzare i vantaggi di entrambe le modalità aumentando la multimodalità. Gli operatori ferroviari dovrebbero facilitare i viaggi multimodali consentendo ai passeggeri di portare le biciclette a bordo: la somma delle due modalità combinate è maggiore delle loro sole parti” ha affermato Morten Kabell, co-CEO di ECF.

La modifica del regolamento sui diritti e gli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario dell’UE è anche un’ottima opportunità per migliorare le soluzioni ferroviarie e ciclabili in quanto efficace alternativa ai viaggi in automobile e in aereo ad alto tasso di inquinamento.

“La Commissione europea ha l’ambizione di rendere l’Europa il primo continente a zero emissioni di carbonio entro il 2050, come evidenziato nel Green Deal europeo. Ha anche sottolineato che ai viaggi in treno dovrebbe essere prestata particolare attenzione, suggerendo che il prossimo anno dovrebbe essere ‘l ‘Anno europeo del trasporto ferroviario’. Per raggiungere la riduzione del 90% delle emissioni di CO2 nei trasporti entro il 2050, la Commissione dovrà estenderla al “Decennio europeo dei treni e delle biciclette” ha concluso Jill Warren, co-CEO di ECF.

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