Più ciclisti che auto, è la novità che emerge da un’analisi condotta dal ministero dei trasporti britannico che vede il numero di persone in bicicletta superare quello delle auto, almeno lungo buona parte delle strade a scorrimento veloce di Londra.
Un dato che potrebbe sembrare anomalo e difficilmente spiegabile: come è possibile che il numero di biciclette superi quello delle auto proprio in quelle strade disegnate per far scorrere il traffico motorizzato?
La risposta è semplice ed è il risultato delle azioni promosse dalla capitale britannica negli ultimi anni. Grazie alla realizzazione di piste ciclabili separate dal traffico, vere e proprie direttrici per la mobilità ciclistica, un numero crescente di persone, soprattutto pendolari, ha scelto di muoversi in bicicletta.
I dati forniti dal ministero, risalenti al 2020, mostrano come a Londra, l’87% del traffico lungo strade di scorrimento come Lambeth Road sia costituito da ciclisti, mentre nella City, Royal Mints Street ha registrato l’81% del traffico ciclistico, secondo il Sunday Times. Altre quattro località della capitale hanno registrato picchi simili compresi tra il 55 e il 63% di ciclisti.
I risultati ottenuti da Londra mostrano evidentemente che una volta realizzata una buona rete di infrastrutture ciclabili, ben connesse e sicure il numero di persone che scelgono la bicicletta aumenta in tutta la città.
Altre realtà sparse nel paese stanno mostrando andamenti molto simili, soprattutto dove c’è un impegno politico per creare infrastrutture separate (necessarie lungo la viabilità principale, ma superflue in contesti più urbani, ndr) dove le persone che vanno in bicicletta si sentono più sicure.
A suffragare il dato dell’aumento dell’uso della bicicletta in città ci ha pensato anche l’agenzia Transport for London (TfL) la quale ha comunicato che il 2021 è stato l’anno con il più alto utilizzo in assoluto di Santander Cycles, le biciclette del bike sharing londinese, con quasi 11 milioni di prelievi totali.
Claudio, condivido il giudizio di ghettizzazione dei ciclisti sulle piste perchè all’inizio del XX secolo (1900) le vittime della ghettizzazione furono le bambine/i bambini sui marciapiedi. Il contesto è inconfrontabile: i ciclisti lasciano i marciapiedi usati normalmente/abusivamente per le piste; le bambine/i bambini erano i “padroni” indiscussi della strada e, quindi, erano espropriati e ghettizzati.
Voi di Ferrara siete famosi perché eravate l’unica città dove si andava in bici senza problemi. Vi hanno fatto le piste ciclabili e vi hanno fregato perché vi hanno ghettizzato. E’ la dimostrazione di come la volontà politica conti più delle strutture. Riprendetevi le strade….
Logicamente solo la politica, che tra le altre avrebbe il compito di migliorare la vita dei cittadini, può mettere in campo azioni per il cambiamento culturale anche sulla mobilità e decongestionarne il traffico. Ma purtroppo nel nostro paese la politica non svolge questo primario compito, e quindi non fa scelte coraggiose e lungimiranti. IL traffico ha raggiunto picchi di insostenibilità anche nelle piccole città di provincia, io vivo a Ferrara e ci sono orari in cui la circolazione delle auto è un disastro. Oltre a tasse per chi vuole circolare all’interno delle mura cittadine, andrebbe ridotto il limite di velocità per tutti i mezzi a combustione interna, da 50 km/h a 30. Basta veramente poco per cambiare in meglio le cose. Ma senza la volontà politica tutto resta bloccato!
Non dimenticate che, a Londra, aiuta anche la Congestion Charge. £15 se vuoi guidare la tua auto in centro.