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I leoni da tastiera, l’odio verso le ebike e la pedalata di Ronaldo

I leoni da tastiera, l’odio verso le ebike e la pedalata di Ronaldo

Sinceramente non pensavo che la notizia di Ronaldo con l’ebike lungo il Cammino di Santiago attirasse un numero così elevato di reazioni negative su Facebook: commenti astiosi, rancorosi e fuori luogo con un tasso di odio che mi ha lasciato davvero interdetto. Fortunatamente buona parte dei lettori di Bikeitalia.it ha compreso lo spirito dell’iniziativa dell’ex calciatore brasiliano – oggi presidente del Real Valladolid – che dopo la promozione della sua squadra nella massima serie spagnola ha tenuto fede a una promessa fatta ai tifosi e ha inforcato una bici a pedalata assistita per raggiungere Santiago de Compostela partendo dallo stadio Stadio Nuevo José Zorilla.

Ronaldo Cammino di Santiago in ebike

Il fatto che Ronaldo sia evidentemente appesantito nel fisico (dal 2011 soffre di ipotiroidismo, malattia per la quale ha dovuto abbandonare a 34 anni la carriera professionistica, ndr) ma soprattutto che abbia utilizzato un’ebike (anziché una bici muscolare) ha fatto invece saltare la mosca al naso a tanti “leoni da tastiera” adoratori del ciclismo “duro e puro” che non hanno perso occasione per postare i loro commenti sarcastici, gridando allo scandalo e spargendo odio a piene mani nei confronti di Ronaldo. Con una veemenza e un’arroganza davvero inusitate: come se il fatto che un personaggio famoso che decide di fare il Cammino di Santiago in ebike togliesse qualcosa a loro.

Sposo appieno quello che dice giustamente il nostro Omar Gatti a commento del tutto: “Tra i grandi ostacoli alla diffusione della bici in Italia annoveriamo una politica miope, un’adorazione per la dea automobile ai limite del feticismo, una mancanza di cultura ed educazione, certo. Ma uno dei grandi ostacoli siamo noi ciclisti: boria e spocchia non ci mancano. Tutti puristi, tutti unti dal Signore, tutti migliori di chi usa la bici da corsa ma ha non ha i watt, di chi va in mtb ma non fa enduro, di chi usa la gravel ma non ha le borse da bikepacking, di chi usa la e-bike e quindi è un parassita. Invece di ridere e criticare quello in ebike, dicendo che è roba da bambini, che ci riescono tutti, che così è facile, perché, per una volta, non proviamo a essere contenti del fatto che ci sia un essere umano in più su una bici?”.

Oggi, all’indomani dell’accaduto, abbiamo chiesto all’ultracyclist Omar Di Felice – tra i primi a commentare positivamente sui social l’iniziativa di Ronaldo – un parere sulla vicenda e sono venuti fuori spunti interessanti su cui invito a riflettere tutti, specie chi ha scritto contumelie e insulti probabilmente senza riflettere bene prima di schiacciare il tasto invio.

“Ronaldo – dice Omar Di Felice a Bikeitalia – è un personaggio noto con qualche milione di fan in giro per il mondo: se fa una cosa bella in bicicletta si fa portavoce di un messaggio che ne normalizza l’uso. Quello di cui abbiamo bisogno qui in Italia è proprio questo: dobbiamo smettere di pensare alla bicicletta soltanto come un mezzo legato al ciclista, all’infoiato, all’amatore che cerca la prestazione o all’atleta. E ve lo dice uno, come me, che in bici fa cose anche estreme“.

Di Felice prosegue il suo ragionamento: “Non salto sulla sedia perché dico: ‘Eh, Ronaldo fa il Cammino di Santiago in ebike ma io ci ho messo 3 giorni con la muscolare’. Salto sulla sedia e dico: ‘Ah che bello, finalmente un personaggio famoso decide di pedalare e questo consente di dire a milioni di persone che la bicicletta è un mezzo normale, per tutti. Abbiamo bisogno esattamente di questo”.

A proposito della polemica ebike sì / ebike no, Di Felice è netto: “Ricordiamoci che ogni ebike è comunque un’automobile o una moto in meno: non starei lì a fare il purista legato alla performance sportiva e alla muscolarità a tutti i costi, piuttosto mi concentrerei sul fatto che c’è bisogno di persone normali che utilizzano la bici”.

“Qualche tempo fa l’ho detto anche in conferenza stampa al Ministro Giovannini: ‘Quand’è che vedremo voi politici, personaggi pubblici e persone famose muovervi in bicicletta? Quand’è che ne normalizzerete l’uso? Questo è il mio pensiero: c’è bisogno di normalizzare nell’immaginario l’uso della bicicletta”.

Per quanto mi riguarda il fatto che un personaggio pubblico come Ronaldo abbia deciso di fare questa pedalata in ebike sul Cammino di Santiago – nonostante i problemi di cui soffre – dimostra che la bicicletta è un mezzo straordinario nella sua semplicità e che la pedalata assistita non va demonizzata perché aiuta a mettere in sella più persone. Con buona pace dei leoni da tastiera: che vadano a farsi una pedalata.

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Commenti

  1. Ozzy ha detto:

    Giusta osservazione per le famigerate fatbike. Purtroppo però sono sempre più diffuse.
    Resta il fatto che anche le signore e i signori di una certa età sfrecciano con le loro ebike omologate a velocità a dir poco inopportune sulle ciclabili della zona in cui vivo. Soprattutto se consideriamo i riflessi di tali soggetti. Ripeto, fanno paura.
    W le biciclette tradizionali

  2. Ozzy ha detto:

    Tutto giusto e pienamente condivisibile. Attenzione però al nuovo fenomeno che sta prendendo piede: quello delle nonnine che sfrecciano sulla ciclabile a 30 km/h, o quella dei nerd obesi che con le loro fatbike (truccate?) sfrecciano anche più veloci, in modalità “motorino”, ovvero senza pedalare…
    Così non va bene. Allora quelle “ebike” le chiamiamo con il loro vero nome, “ciclomotori elettrici”: li targhiamo, li assicuriamo e li teniamo lontani dalle piste ciclabili e ciclopedonali. Fanno paura.

    P.s.: sono un ciclista urbano

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Quelle di cui parli non sono ebike (cioè bici a pedalata assistita) ma in pratica ciclomotori elettrici che sono “finte ebike”: costituiscono un pericolo in quanto non omologate come bici e in Italia non possono circolare se non hanno targa e assicurazione. C’è molto da fare sulla cultura della bici.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  3. Paolo ha detto:

    Sottoscrivo le parole di Omar Gatti e confermo che la visione italica del ciclista tutinato, è uno degli elementi che contrasta la diffusione dell’uso della bici sul nostro territorio nazionale. Nella Critical Mass che ogni mese organizziamo a Brescia, ci sia stata una volta che io abbia visto uno dei ciclisti “sportivi” che quotidianamente spinge e suda sulle pendici del monte Maddalena. Evviva Ronaldo, evviva le e-bike

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