“In Italia la violenza stradale è fuori controllo”: questo il focus dell’intervento dell’architetto e urbanista Matteo Dondé a MobilitARS 2022, evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia. Una relazione appassionata e dettagliata sulla sicurezza stradale che, mentre in Europa migliora a tutti i livelli, in Italia arranca a causa di un sistema che non tiene adeguatamente in considerazione l’incolumità degli utenti fragili della strada.
Il mancato rispetto delle regole
“L’Italia ha abdicato al rispetto delle regole del traffico”: le slide a corredo dell’intervento di Dondé – che ricopre anche il ruolo di direttore scientifico di Bikeitalia e di Bikenomist – scorrono veloci e descrivono una realtà dove “se rispetti i limiti di velocità sei uno sfigato e vai preso in giro”, dove “i controlli con l’autovelox nelle strade urbane praticamente non si possono fare (perché sono possibili solo in quelle di categoria D, ndr)”, dove “c’è l’obbligo di segnalazione degli autovelox” e, naturalmente, “difficoltà enormi ad applicare i vari strumenti di moderazione del traffico”.
Ogni anno sulle strade italiane muoiono investiti e uccisi 40 bambini. Un dato inaccettabile, come sottolinea Dondé: “Sappiamo benissimo chi uccide chi: c’è un problema culturale, in Italia la strada è proprietà dell’automobile, sulle strisce pedonali continuiamo a morire – dei 600 pedoni morti ogni anno la metà viene investita e uccisa sulle strisce pedonali: non siamo un Paese civile“.
L’illegalità diffusa è socialmente accettata
Un Paese dove l’illegalità stradale impera: “L’Italia ha abdicato al controllo delle regole per la sosta degli autoveicoli: abbiamo accettato socialmente l’illegalità della sosta nelle nostre città”. Auto in doppia fila, sul marciapiede, sulle strisce: in Europa queste cose non sono possibili, ma non sarebbero nemmeno concepibili perché la disapprovazione sociale per questo genere di comportamenti è molto radicata.
Che cosa genera questo comportamento? Secondo Dondé: “La totale impunità e arroganza dello spazio pubblico: immagini impossibili in qualsiasi altro paese in Europa”. L’Italia ha abdicato alla democrazia dello spazio pubblico: la grandezza dei marciapiedi dove il metro-e-mezzo è un minimo di legge che diventa spesso la larghezza massima che il Comune realizza, una misura insufficiente per far sviluppare la pedonalità. Solo per fare un esempio: una famiglia con un bambino ha bisogno di 2,5 metri di marciapiede per muoversi insieme.
“E quando abbiamo marciapiedi un po’ più ampi ci infiliamo la ciclabile: stiamo creando un conflitto tra pedoni e ciclisti che è assolutamente un unicum in Europa in ambito urbano”, chiosa Dondé.
La violenza stradale e la strage quotidiana
Infine la violenza stradale e la strage quotidiana. “Le responsabilità della stampa nella narrazione della strage quotidiana: deresponsabilizzazione dei responsabili, l’incidente non è fatalità è violenza stradale che nel 95% dei casi dipende dal comportamento delle persone alla guida. Serve un codice deontologico per raccontare la violenza stradale”. E se l’obiettivo è quello della Vision Zero, ovvero zero morti in strada, non si può prescindere da Città 30 – cioè il limite di 30 km/h in ambito urbano – per rendere le strade più sicure per tutti, a partire dai più fragili.
Lo Stato Italiano permette ogni GIORNO circa 10-15 milioni di monopattini e bici di poter compiere INFRAZIONI STRADALI RESTANDO SEMPRE IMPUNITI !
Se monopattinisti e ciclisti imbecilli noti pirati stradali rispettassero almeno le regole del buon senso non sarebbero investiti né da moto-auto-bus-tram-camion né morirebbero a centinaia suicidandosi stupidamente provocando un incidente stradale !
Nel 2019 mese di Ottobre ho transitato e mi sono fermato solo per mezzora nella città di Gorizia !
Sembrava di essere nello Stato del terzo mondo del Bengala !!
Ci sono centinaia di bici è monopattini parcheggiati e abbandonati in maniera selvaggia ovunque sui marciapiedi sui passi carrai in mezzo alla strada sulle piste ciclabili nei giardini pubblici !
Biciclette e monopattini truccati anche a folle velocità percorrevano marciapiedi oppure circolavano contro mano beati è candidi perché* sanno di restare IMPUNITI !
Biciclette e Monopattini che passavano beati è candidi perfino con il semaforo BELLO ROSSO perfino davanti alle auto dei vigili urbani alias Polizia Municipale di Gorizia !
Almeno 10 tra ciclisti e monopattinisti sono passati davanti ai vigili con il semaforo rosso e i vigili urbani non li hanno nemmeno FERMATI per dargli una sgridata !
Questa è pazzia pura delle istituzioni Italiane pubbliche !
Ho visto ben 5 auto della Polizia Municipale di Gorizia e due Pantere della Polizia di Stato far finta di non vedere le circa 40 infrazioni stradali anche molto pericolose commesse da Biciclette e Monopattini pericolose in centro città in soli 30 minuti di permanenza a Gorizia Italiana !
Tutte le auto dei vigili urbani di Gorizia e tutte le auto della Polizia di Stato Italiana cercavano una scusa per multare gli automobilisti italiani !
Per esempio mi hanno fermato per ben due volte in meno di mezzora mentre circolavo regolarmente con la mia Pandina Fiat 899 cc in centro città perché speravano di rubarmi 100 euro di multa perché non vedevano che avevo la cintura di sicurezza allacciata !
I vigili urbani di Gorizia alla disperata ricerca di taglieggiare ad ogni costo un automobilista italiano mi hanno fermato per ben due volte con la speranza che non avessi le cinture allacciate o che qualche documento auto fosse irregolare o scaduto !
Centinaia di biciclette e di monopattini circolano o sostano a Gorizia Italiana compiendo impuniti migliaia di infrazioni stradali ogni giorno e NESSUNO LI SANZIONA !
Attraverso la frontiera ed entro in Slovenia nella città Slava di Nuova Gorizia !
Biciclette e monopattini in Slovenia sono obbligati a rispettare il codice stradale e se fanno i FURBI vengono multati !
Nessun ciclista o monopattino slavo circola sui MARCIAPIEDI nemmeno i giovani ragazzacci minorenni bulletti usciti da scuola OSANO farlo !
Qualche ragazzino slavo per sfidare i vigili urbani Slavi per qualche metro ha transitato in mezzo alla strada riservata alle auto oppure sul marciapiede riservato ai pedoni però lo ha fatto quando non c” erano né auto né pedoni perché sapeva il bimbo che sarebbe stato fermato è multato se lo avesse fatto mentre transitavano auto o pedoni !
Logicamente in Slovenia dove anche i ciclisti e i monopattini rispettano il codice stradale non ci saranno MAI gli stessi numerosi incidenti stradali che ci sono in Italia !
P.S.
Nel 1980 migliaia di motorini e di moto anche truccate senza targa circolavano in ogni città italiana e godevano quasi degli stessi privilegi di che godono oggi bici e monopattini !
Al” epoca però i marciapiedi italiani salvo qualche raro caso erano privi di rampe di accesso e spesso in mezzo ai marciapiedi potevano esserci scalini !
Perciò era improbabile che qualche motorino o moto truccato percorresse i marciapiedi italiani provocando incidenti mentre oggi tutti i marciapiedi sono accessibilissimi !
Nel 1980 ogni giorno qualche idiota alla guida di un motorino truccato mentre faceva impunito bravate stupide sulle strade italiane ci restava secco !
La colpa del ” incidente stradale Mortale veniva sempre data alle auto-bus-camion-tram oppure alla Curva assassina Albero Assassino -Paletto Assassino -eccetera !
Quando sono scattate le multe per i motorini che non rispettavano le regole stradali e poi sono state messe anche le targhe sui motorini gli incidenti stradali mortali GIORNALIERI dove c” erano coinvolti MOTORINI sono CESSATI Quasi DEL TUTTO !
Mi chiedo come Matteo Dondé a cui vanno i miei complimenti per il suo lavoro, abbia ancora voglia di dedicare il proprio tempo in un paese come l’Italia.
Da ciclista urbano quale sono, la Spagna non è il bengodi venduto nella presentazione video: sì, esiste una normativa. Sì è maggiormente rispettata. Però NO, le strade e corsie 30 non sono rispettate, almeno nella capitale e a Barcellona. Tantomeno sono multate, e posso riportare articoli a riguardo: https://www.elconfidencial.com/espana/madrid/2021-11-18/carril-30-ciclismo-madrid-timocarril-accidente_3325152/