Continua da mesi il braccio di ferro a Milano tra il Comune e un gruppo anonimo di attivisti che in modo imperterrito continuano a dipingere una corsia ciclabile sul Ponte della Ghisolfa dove ogni giorno transitano oltre 1500 persone in bicicletta.
Dopo l’ennesima riga tracciata a terra in modo abusivo (e dopo una sequela di manifestazioni e di proposte ufficiali), l’Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, decide di spendere qualche parola in proposito senza perdersi in giochi di parole.
Attraverso un posto pubblicato su Facebook e Instagram la Censi ha ammonito gli autori del gesto, definito “una bravata”, accusandoli di aver deturpato e imbrattato il suolo pubblico e di aver messo a repentaglio la vita di chi vi transito per poi definire “stupido” il gesto.
Sempre all’interno dello stesso post sostiene di aver realizzato decine di ciclabili (che a noi non risultano, però) e che prima o poi il Comune realizzerà anche questa.
Il post, come era lecito aspettarsi, ha innescato una vera e propria ondata di commenti di disapprovazione da parte delle comunità ciclistiche milanesi e tra queste, si è pronunciata anche la storica associazione locale FIAB Ciclobby che, sempre attraverso Facebook, ha fatto notare l’ovvio all’Assessora, ovvero:
“La ciclabile “clandestina” nata scorsa notte non fa che definire e restituire uno spazio che legittimamente dovrebbe essere destinato alla mobilità leggera/dolce/attiva a tutela della sicurezza di tutti i cittadini.
Se più di millecinquecento ciclisti attraversano il ponte della Ghisolfa ogni giorno e occupano già una parte della carreggiata, non sarà certo quella linea a mettere in pericolo ciclisti e automobilisti: il vero pericolo è l’assenza di interventi.”
A questo punto i toni si sono così tanto alzati tra l’amministratore e chi si batte per la messa in sicurezza di quel ponte che è difficile immaginare che dopo questa tirata di orecchi gli attivisti della Ghisolfa decideranno di rinunciare ai propri obiettivi e ai metodi di guerrilla.
Viene da pensare che forse più che rimproverare i cittadini che invocano con ogni modo possibile interventi per la propria sicurezza, l’Assessora dovrebbe strigliare il proprio ufficio tecnico che non è riuscito ancora a trovare una soluzione che in tutto il resto d’Europa sarebbe considerata finanche banale.
Gentile signore, la sua idea di dedicare un marciapiede ai pedoni e uno ai ciclisti non è conforme alle norme. Anche il Consiglio di Stato si è pronunciato sul tema, confermando che la regola (logica) prescrive che le piste e le corsie ciclabili siano monodirezionali in mano destra concorde al senso di marcia. Solo in casi eccezionali e in mancanza di alternativa possono essere bidirezionali, ma devono essere separate dalla carreggiata con una cordolatura di lameno 50 cm. Concordo con la conclusione data da Bikeitalia al pezzo.
Ribadisco quanto scritto su facebook. Come può essere miope un amministratore che crea uno scontro del genere, invece che sfruttare le novità post pandemia del codice della strada che, grazie alle corsie ciclabili, permetterebbero di realizzare una corsia ciclabile solo pitturata, anche in quel tratto, intanto che gli uffici comunali riflettono e progettano una soluzione più strutturata
Quell’obrobrio abusivo ruba una corsia per senso di marcia, in una zona molto trafficata. Capirei solo se venisse dedicato un lato ai pedoni e l’altro modificato per le due ruote