Perché mai una logistica da 300.000 metri quadri di superficie territoriale dovrebbe infilarsi a Pontelungo in provincia di Pavia, appoggiata a una provincialina da nulla e lontana dalle grandi infrastrutture autostradali? E cosa ne spinge una seconda a occupare una analoga porzione a Bornasco, sempre in provincia di Pavia e sempre in piena campagna, poche centinaia di metri più sotto?
Cosa ha indotto qualcun altro a puntare sul vicino comune di Trivolzio – piccolo centro al confine del Parco del Ticino e ancora una volta in provincia di Pavia – per insediare una terza imponente logistica?
Se si mettono assieme queste e diverse altre analoghe operazioni si delinea una ben precisa fascia territoriale, collocata appena fuori dal parco agricolo sud Milano e compresa tra l’Autosole e il Ticino.

Stiamo in realtà parlando di una vera e propria strategia di sviluppo che investe un’ampia fascia di territorio ancora fortemente agricolo, strategia non contenuta in nessun documento o atto di pianificazione pubblico, ma che sembra marciare con grande lucidità, coerenza e determinazione.
La mano pubblica arriverà a suo tempo, e lo farà mettendo i soldi e il suolo per realizzare l’opera oggi ancora non nominabile ma che darà un senso a tutto questo e remunererà generosamente la speculazione in atto.
Stiamo parlando, ovviamente, della Tangenziale Ovest Esterna, la Grande Opera che qualcuno ha già deciso dove e quando realizzare; quando sarà ora ce lo faranno sapere.
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