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Comfort in viaggio: scegliere la sella giusta per viaggiare

Nel 2018 ho percorso l’intero Cammino di Santiago portoghese. Sono partito da Lisbona e ho raggiunto Santiago de Compostela. Nel mezzo 650 km in 5 giorni, pedalando in media 12 ore al giorno, sotto una pioggia torrenziale. Dalla terza tappa in poi ho iniziato ad avvertire un fastidio alla sella. Fastidio che, nell’ultima tappa, si è trasformato in un vero e proprio supplizio.

Ho avuto così modo di sperimentare uno dei problemi più comuni del cicloviaggiatore: le piaghe al sottosella. Il fastidio era tremendo. Ogni volta che mi alzavo sui pedali il solo pensiero di sedermi mi dava i brividi e cercavo di farlo nella maniera più lenta e dolce possibile. A nulla erano servite creme e lavaggi intimi: il fastidio era andato sempre peggiorando, accompagnandomi fino a Santiago. I segni sono rimasti anche nei giorni successivi. Solo l’applicazione di pomate lenitive ha pian piano fatto rientrare il tutto. 

sella giusta per viaggiare in bici

La scelta della sella è fondamentale

Esperienze come questa possono farci capire quanto sia importante la scelta della sella per il viaggio che vogliamo affrontare. Non importa il nostro stato di forma, il tipo di terreno che affronteremo o la tipologia di bicicletta che useremo. Noi cicloviaggiatori saremo costretti a passare più di 10-12 ore al giorno seduti sulla sella e ciò fa sì che questo componente debba essere scelto con la massima attenzione.

Mi occupo di visite biomeccaniche e spesso noto che i ciclisti (in particolar modo i cicloviaggiatori) scelgono la sella sulla base delle indicazioni di amici, per via dell’estetica o per il solo sentito dire. Ben poco tempo viene investito per approfondire i criteri di scelta né tantomeno basandosi su valutazioni scientifiche e individuali.

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Insieme a Selle SMP abbiamo creato questo ebook “Comfort in viaggio: scegliere la sella giusta per viaggiare”. Con questa pubblicazione vogliamo darvi tutte le indicazioni per scegliere la sella più adatta al vostro viaggio in bici. Così facendo potrete limitare al minimo le esperienza negative riguardanti la sella.

Evitando così esperienze simili a quella vissuta da me sul Cammino di Santiago in quel piovoso aprile portoghese del 2018.

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Commenti

  1. Avatar Tiziano ha detto:

    Penso che 10-12 ore con il sedere appoggiato a qualcosa, fosse pure un cuscino di piume ,muovendosi oltretutto e sotto la pioggia , quella parte del corpo darebbe problemi anche ad un manichino…
    Comunque si ,la sella è una cosa che può rendere traumatico il pedalare ,soprattutto se non abituati a starci sopra e senza un ottimo fondello.

  2. Avatar Clemente ha detto:

    È sicuramente un argomento da sviluppare, anche, poiché molti cicloturisti (di sesso maschile) devono abbandonare la grande passione per problemi di prostata visto che una sella certificatamente “salutare” mi pare non sia in commercio…o quantomeno a mia conoscenza.

  3. Avatar Claudio ha detto:

    Grazie Omar,
    hai fatto bene a evidenziare questo argomento.
    La “questione-sella” viene spesso sottovalutata.
    Invece è proprio quello il componente che unisce la bici al corpo!

  4. Avatar Barbara ha detto:

    Ciao, articolo indubbiamente utile. Ho però un aspetto da aggiungere. Con la mia famigliola ho fatto il Cammino di Santiago spagnolo, da Roncesvalles a Santiago quasi 800 km. Avendo avuto con noi nostro figlio, che al tempo aveva 9 mesi, è stato necessario ridurre le ore in sella ad un massimo di 5 ore al giorno. E devo dire che problemi di sella non ne abbiamo avuti pur non avendo considerato quell’aspetto. Forse, per godere appieno dei luoghi e della cultura di un Paese ricco come il Portogallo, 10-12 ore in sella non sono l’ideale, e il nostro sedere protesta :)

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