L’abbinamento fra l’amore per i cani e quello per la bicicletta è un connubio molto frequente. Sono molti i ciclisti che hanno un cane con cui vorrebbero passare il tempo, senza però rinunciare al salutare e rigenerante giretto in bicicletta.
Io per prima nutro questo amore spassionato per entrambi, ma quando devo allenarmi o semplicemente decido di fare un’escursione, mi vedo costretta a sacrificare il tempo che avrei potuto dedicare al mio cane, lasciandolo a casa, al sicuro, proprio per scongiurare il danno che potrei arrecargli.
È vietato dalla legge, condurre al guinzaglio il cane in bicicletta, ma è anche deleterio per la salute dell’animale nonché una pratica pericolosa per la sicurezza stradale. L’articolo 182 del Codice della Strada, riguardante la circolazione dei velocipedi, al comma 3 recita: “Ai ciclisti è vietato trainare veicoli, salvo nei casi consentiti dalle presenti norme, condurre animali e farsi trainare da altro veicolo”. Quindi non è possibile tenere legati i nostri cani e trascinarli, quando siamo in bicicletta. Possiamo, inoltre, incorrere in una multa che va dai 26 ai 102 euro. Molte amministrazioni locali hanno integrato la norma del Codice della Strada con specifiche ordinanze: ad esempio nel comune di Verona “è vietato condurre animali a guinzaglio tramite mezzi di locomozione in movimento” e nel comune di Brescia vi è il divieto di “condurre cani o altri animali al guinzaglio dalla bicicletta o altro veicolo”.
Data la normativa, quindi, ma soprattutto per la sua salute, ho sempre evitato di fare questo esperimento con il mio cane. Certo, talvolta è capitato di essermi fatta seguire, liberamente e senza guinzaglio, in situazioni di totale sicurezza e per pochi minuti, è stato bello condividere questa esperienza con il mio quattro zampe ma naturalmente, per via dell’olfatto che è il senso principale, il mio cane decideva sempre di allontanarsi per annusare i fiorellini!
Se lo avessi tenuto al guinzaglio, quanto avrebbe fatto bene questa pratica al mio cane? Ho deciso di domandarlo ad Aldo La Spina, educatore cinofilo specialista nella rieducazione, Presidente Nazionale A.P.N.O.C.S (operatori per fini sociali e cani d’assistenza) ed inoltre Direttore tecnico Medical Detection Dogs Italy, la sua risposta è stata decisa: “Improvvisare la conduzione di un cane al guinzaglio in bicicletta ha più controindicazioni che vantaggi! A parte i divieti di legge, i rischi per il conduttore e per il cane sono molto elevati. Siete sicuri che ne valga la pena? Potreste incorrere in cadute, investimento del cane, cadere dalla bicicletta addosso al cane legato al guinzaglio o alla bicicletta, paura appresa delle biciclette, tachipnea, colpo di calore, etc.”.
Spero quindi che alle parole di uno specialista del cane come La Spina, venga dato il peso che meritano. Vi è da sottolineare che non tutte le razze sono predisposte alla corsa, e farlo alla velocità che può raggiungere una bicicletta può risultare dannoso e pericoloso per il sistema cardiocircolatorio del cane. L’asfalto, inoltre, è altamente abrasivo per le zampe dei cani, e può causare lesioni importanti ai polpastrelli. L’animale si può spaventare per un rumore, oppure venire attratto dalla vista di un altro cane fermandosi improvvisamente o cambiando direzione, correndo il rischio di finire tra le ruote della bici o di urtare un altro veicolo.
Meccanica per MTB e Bici da trekking
Corso online
Questa non è un’attività spontanea, non fa parte del suo modo naturale di muoversi, lo costringe a fare qualcosa per cui non è istintivamente portato, sottoponendolo a un inutile stress. Va considerata infine l’eventualità, non impossibile per quanto estrema, che una condotta di questo genere possa prefigurare addirittura un reato. L’art. 544 ter c.p. dispone che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi”. Una bici che procede a forte andatura ‘trainando’ un cane visibilmente stanco o sofferente, prefigura senza dubbio il concetto di ‘maltrattamento’.