Sabato 29 giugno 2024 Rimini ospiterà la prima tappa della 111esima edizione del Tour de France, quale migliore occasione del Grand Départ per scoprire alcuni itinerari in bici in Romagna?
A cento anni dalla prima vittoria italiana firmata da Ottavio Bottecchia, la Grande Boucle partirà da Firenze, a pochi chilometri dal borgo natale del due volte vincitore Gino Bartali, Ponte a Ema, per raggiungere la Riviera Romagnola, terra di Marco Pantani.
Lungo il tracciato di gara si passerà anche nelle terre di Gastone Nencini e Fausto Coppi, insomma un omaggio allo stretto legame fra la storia della più importante gara ciclistica al mondo e alcuni dei trionfatori italiani a Parigi.
Della partenza italiana si parlava da oltre dieci anni, ma se il progetto è andato in porto lo si deve all’impegno della Regione Emilia Romagna e al patto stretto con Regione Piemonte e Comune di Firenze.
Oltre all’inedita partenza italiana, l’altra grande novità è rappresentata dai 3847 metri di dislivello della prima giornata di gara, davvero un unicum nell’ultracentenaria storia del Tour.
Ospitati da Visit Romagna / Apt Servizi e dal consorzio di bike hotel Terrabici, con un mese di anticipo sul passaggio dei corridori, abbiamo pedalato sulle strade che assegneranno la prima maglia gialla.
Ecco tre itinerari che le particolari condizioni climatiche dell’entroterra romagnolo consentono di percorrere dodici mesi l’anno.
In bici in Romagna per il nostro Grand Départ
Itinerario nr.1: sulla rocca di San Marino
Nel 2026 Rimini ospiterà Velo-city, il summit mondiale della ciclabilità. Al di là del giallo che sta invadendo le strade e le piazze riminesi, la vocazione bike friendly della città si concretizza in una rete di ben 130 km di piste ciclabili che consentono di muoversi in sicurezza all’interno del centro urbano e durante gli spostamenti verso le altre località costiere o quelle dell’entroterra.
Partendo dal quartiere riminese di Viserba, abbiamo scaldato i muscoli raggiungendo Sant’Arcangelo di Romagna e, successivamente, Poggio Berni. Superato il fiume Marecchia a Ponte Verucchio siamo saliti per 4,5 chilometri fino ai 300 metri della Rocca Malatestiana di Verucchio dalla quale si può godere di una spettacolare vista sia sulla costa che sulle colline e sulle montagne dell’entroterra romagnolo.
Dopo una breve discesa, abbiamo sconfinato in territorio sammarinese pedalando verso Monte Ventoso, dove un cartello indicatore segnala una pendenza massima del 18%. Una bella serie di tornanti ci ha portati fin nel centro storico, nell’iconica Piazza della Libertà dove si trova il Palazzo Pubblico della Repubblica di San Marino.
Dopo i dieci chilometri di salita che ci hanno condotto nella piazza principale del capoluogo, siamo tornati a Monte Ventoso per percorrere una cresta discendente che ci ha portati ad alta velocità fino alla Pieve di San Lorenzo a Monte.
L’ultimo sforzo della giornata ci ha fatto guadagnare le magnifiche piadine dell’Agriturismo Germolio, immerso in uno spettacolare uliveto. Ampiamente rifocillati abbiamo attraversato il centro di Rimini per raggiungere il molo, dove un’enorme scritta gialla è pronta per essere ripresa dalle telecamere poste sugli elicotteri delle riprese aeree del Tour de France.
In questo anello di 81 km si supera un dislivello di 1200 metri.
Itinerario nr.2: l’altro Barbotto
A fare da battistrada nel secondo itinerario nell’entroterra romagnolo è stato il presidente dell’APT Emilia Romagna, Davide Cassani. Con diciassette mondiali di ciclismo alle spalle (9 da corridore e 8 da commissario tecnico della nazionale azzurra), da quasi due anni Cassani è impegnato anima e corpo nella cura degli ultimi dettagli prima del Gran Départ del Tour de France.
Nonostante gli impegni dirigenziali e quelli ai microfoni della Rai, vedendolo in sella nessuno direbbe che ha abbandonato l’attività agonistica da quasi trent’anni. Da Rimini a Bellaria e, poi, a San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone pedaliamo costantemente sopra i 30 km/h. Passato il fiume come Giulio Cesare, anche per noi ciclisti il dado è tratto: iniziano i saliscendi della Valle del Rubicone che, dopo una trentina di chilometri, ci portano ai piedi de “l’Alpe d’Huez romagnola”. Con diciassette tornanti in appena tre chilometri, la salita che conduce a Sogliano al Rubicone sembra davvero una versione ridotta dell’ascesa transalpina. Giunti in cima, però, la fatica non è finita.
Cassani ci saluta a Strigara e noi proseguiamo verso il Colle del Barbotto sul versante che solitamente viene affrontato in discesa durante la Nove Colli. Dopo Montegelli una rampa al 15% allunga il nostro gruppo, poi arriviamo al Bar del Barbotto, dove ci accoglie il titolare Francesco Mazzoni. Da fine maggio, davanti al locale inaugurato dai nonni dell’attuale proprietario nel 1947, un monumento celebra Marco Pantani che ne era avventore durante i suoi allenamenti.
Una sosta a base di piadine e si riparte scendendo nella Valle dell’Uso e da qui a Sant’Arcangelo di Romagna per poi chiudere a Rimini un anello di 92 km con un dislivello di 950 metri.
Itinerario nr.3: destinazione Montescudo
L’ultima giornata sui pedali ci porta al confine con le Marche. Partendo da Viserba entriamo nel centro storico superando il Ponte di Tiberio, nodo che unisce due grandi strade consolari, la Via Emilia che procede verso Nord Ovest e la Via Flaminia che si instrada verso Sud Ovest.
Andrea ci conduce sulla ciclabile che attraversa i parchi Alcide Cervi, Fabbri e Giovanni Paolo II. La prima ascesa della giornata è a San Lorenzo in Correggiano. Non è che l’antipasto della salita di 10 chilometri che conduce sino ai 370 metri di Montescudo. Si tratta di una scalata pedalabile che, solamente nel tratto finale, raggiunge pendenze in doppia cifra.
Una decina di chilometri in discesa e raggiungiamo Coriano, località nella quale si trova La Storia del Sic, un museo che ricorda le imprese motociclistiche di Marco Simoncelli, tragicamente scomparso per un incidente durante il Gp della Malesia del 2011.
Scendiamo a Riccione e, successivamente, raggiungiamo il lungomare di Rimini, dove una ciclabile estremamente funzionale ci conduce sino al luogo nel quale verrà assegnata la prima maglia gialla del Tour de France 2024.
Questo anello ha una lunghezza di 59 km e un dislivello di 585 metri.
[la foto di copertina sulla Salita di Sogliano al Rubicone è di Andrea Biondi]
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